La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una sull’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l’eternità.
– Oscar Wilde
Ho scattato queste foto al Nuvolari Libera Tribù il 19 luglio scorso. I Window Shop for Love sono un gruppo Alternative Rock di Saluzzo e scrivono i loro pezzi quasi esclusivamente in inglese. Durante il concerto hanno presentato diversi brani in italiano, i primi del loro repertorio: una svolta direi significativa. Le foto sono ritoccate molto poco, un po’ di crop e un filtro predefinito di Lightroom per tranquillizzare i colori che mi sembravano troppo sparati: praticamente un sedativo.
Siamo in quattro e veniamo dalla provincia di Cuneo. Dopo una serie di demo, concerti, scioglimenti e riunioni, a marzo 2014 è uscito, via Edison Box, “Mute Radio”, primo Ep ufficiale della band. Il disco, promosso con un’intensa attività live in Italia e Francia, ha permesso al gruppo di suonare sullo stesso palco di: Ministri, Umberto Negri (CCCP), Cristiano Godano (Marlene Kuntz)-Onorato e Fast Animals & Slow Kids. Nove mesi esatti dopo, la band ha pubblicato il suo Ep “francese”: June. Registrato ad Embrun, Francia, in presa diretta presso il Vulcain Studio, contiene un inedito e due tracce acustiche. Al momento il gruppo è al lavoro sui nuovi brani, scritti e cantati per la prima volta in italiano.
Cosa sono i Toret? Sono delle fontane pubbliche, dal tipico colore verde bottiglia, caratterizzate da una testa di toro (appunto toret, piccolo toro) da cui sgorga l’acqua. Sono uno dei simboli di Torino e sono sparse per tutta la città: il censimento parla di circa 800 Toret. Sono tutte raccolte nella capitale sabauda (e dintorni) tranne due. Infatti due di queste fontanelle sono a Sanremo, rispettivamente in piazza dei Dolori e in via Francesco Corradi. Perché a Sanremo ci sono due Toret? Non lo so, è un mistero che non sono ancora riuscito a svelare. Nel settembre 2012 è nato un bellissimo progetto: I love Toret, che si ripropone la valorizzazione e la salvaguardia di questo bellissimo cimelio storico (i primi risalgono alla seconda metà dell’ottocento). Sul sito si possono anche adottare; io davvero non potevo rimanere insensibile alla situazione del Toret di Via Francesco Corradi (che vedete nelle foto) e ne sono diventato padre adottivo. Il colore non è il classico verde bottiglia (ma forse non lo è mai stato) e la ruggine inizia a diventare padrona della ghisa. Inoltre, attorno al basamento, c’è questo strano pentagramma (credo un’aggiunta recente) che ricorda che Sanremo è anche e soprattutto musica; una piccola licenza poetica che si può concedere alla città del teatro Ariston. Mi piace che nella mia Liguria ci sia questo simbolo di Torino, una sorta di gemellaggio. Sarebbe davvero bello ed importante se questo piccolo angolo di Piemonte non venisse disperso per l’incuria e il disinteresse. Noi ci crediamo.
Anche se ha le corna, non è un buon motivo per tradirlo. Soprattutto dopo anni di dissetante carriera.