
In mezzo ad una fitta vegetazione è nascosta questa piccola cappella che è stata oggetto di molte cronache ed altrettante dicerie. Tanto che questo luogo è quasi temuto dalla gente del posto. Questa costruzione è un’autentica opera d’arte edificata in epoca contemporanea al castello poco distante. Originariamente destinata a cappella funeraria della famiglia proprietaria del castello, la Chiesetta rappresenta oggi un esempio di rara e ricercata architettura.



Ma intorno ad essa ci sono strane storie: molte persone affermano addirittura di aver notato in alcune notti persone incappucciate girovagare nei dintorni di questa chiesetta e al castello vicino. In effetti oltre alle voci della popolazione, all’ interno di questa chiesetta sono stati lasciati segni che lasciano proprio pensare a questi riti, loculi profanati, candele, rituali scritti e piccoli animali sacrificati di fronte ad un altare “artigianale” fatto sul momento. Così da tempo questo piccolo gioiello gotico è meta di occultisti e investigatori del paranormale.


Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Lorena Durante.


La Chiesa di Leri Cavour è dedicata alla Natività di Maria Vergine. È attribuita [senza fonte direbbe wikipedia] all’architetto monregalese Francesco Gallo e risale alla seconda metà del settecento. Ci siamo capitati quasi per caso: stavamo tornando da Vercelli e passando per Trino abbiamo deciso di fare una deviazione molto veloce; sinceramente trovare la Chiesa aperta è stata una piacevole sorpresa dato che le ultime notizie la davano per murata. Nonostante la distruzione perpetrata da vandali e teppisti è ancora oggi -a oltre 10 anni dall’abbandono- davvero bellissima.
Nel marzo del 2016 alcuni vandali hanno sfondato la porta della chiesa. Una volta entrati hanno dato sfogo alla furia rompendo candelabri, scoperchiando l’altare e danneggiando le piante. I teppisti si sono poi spostati in sagrestia, buttando in aria tutto. Hanno preso pile di libri, conservati dall’ultimo parroco che nel 2009 ha celebrato messa, monsignor Claudio Sandra, li hanno accatastati vicino all’altare e dati alle fiamme. I delinquenti hanno risparmiato le statue religiose, i banchi in legno e altri oggetti ornamentali.






L’eremo di Lanzo è un vero e proprio gioiello dell’architettura barocca. Fu uno dei quattro eremi camaldolesi costruiti nel Seicento in Piemonte assieme a quelli di Torino, Busca e Cherasco, edifici in cui i monaci vivevano in celle in solitudine e preghiera. Nel 1836, dopo la soppressione dell’ordine dei camaldolesi, l’eremo venne affidato ai carmelitani scalzi che lo gestirono sino alla soppressione degli ordini religiosi. Venne convertito in sanatorio, prima per la cura dei reduci di guerra e quindi, infine, per i malati di tubercolosi. Venne chiuso definitivamente nel 2013 e oggi versa in uno stato di degrado davvero vergognoso. La strada che porta all’eremo è chiusa (si fa per dire) e completamente dissestata: la vegetazione si sta riprendendo i suoi spazi in uno scenario degno di Walking Dead. Gli accessi, nonostante i tentativi di chiusura, sono sfondati e chiunque può entrare nell’Eremo senza troppe difficoltà. Dentro non è rimasto più nulla di prezioso: gli archivi sono devastati, i muri cadono letteralmente a pezzi, le porte non esistono più. E’ un vero peccato che una risorsa di questo tipo sia diventata un problema. Ripartire dalla storia e dall’arte per permettere all’Eremo di rivivere è un dovere, non solo morale, dettato dalla nostra costituzione.









Articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.

Dove molti vedono solo grigiore, io scorgo opportunità.
– D.Gonella