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La piccola chiesa del cimitero
POSTED ON 14 Feb 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, church

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Questa chiesa abbandonata e sconsacrata si trova ai margini di un cimitero in un piccolo paese di montagna. Le sue dimensioni, ridotte, la fanno sembrare più una cappella che un vero e proprio luogo di culto. Per accedervi è necessario attraversare il campo santo, dirigersi verso la parte più a nord e scavalcare un piccolo cancello. Nonostante l’ambiente circostante sembri ancora vivo, scusate la metafora incongruente, appena varcata la soglia della chiesa ci si imbatte nel più completo abbandono. La porta, in pessime condizioni, è solo un piccolo anticipo, il preludio di ciò che si troverà all’interno: polvere, muffa, umidità e detriti.

Ma quello che mi ha colpito maggiormente è la sorprendente vivacità dei colori. Il rosso, il verde, il giallo si stagliano in modo intenso e quasi surreale, effetto particolarmente strano per un luogo dedicato al silenzio e alla preghiera. Questi colori, vivi e reali, sembrano voler raccontare una storia diversa, una storia di decadenza certo, ma anche di bellezza tangibile. Dopo qualche scatto rapido, senza restare troppo a lungo per evitare rischi, esco, lasciando dietro di me questa chiesa che conserva ancora un fascino triste, ma vivace.

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La chiesa di Fango
POSTED ON 3 Feb 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, church

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Nella fotografia dell’abbandono le chiese occupano un posto di rilievo e prestigio. Al tempo di Herem iniziai a perlustrare questo mondo infinito del quale è praticamente impossibile scorgere la fine. I luoghi di culto abbandonati sono tantissimi e le motivazioni quasi sempre le stesse: calo dell’interesse religioso, diminuzione della popolazione nei piccoli borghi, mancanza di fondi, carenze strutturali; d’altronde la stragrande maggioranza delle chiese sono antichissime e tante stanno crollando sotto il peso dei secoli e del tempo. Questa piccola cappella risale agli inizi del 1700 ed è dedicata a San Defendente: l’ho definita di fango per dare continuità alla recente Chiesa di Pietra e per una certa assonanza con il nome della frazione in cui si trova.

San Defendente rappresenta un esempio di architettura religiosa modesta, con un impianto rettangolare che si affaccia sulla strada. La facciata si presenta in modo semplice, con un design sobrio che rispecchia l’umiltà dell’edificio. Una delle caratteristiche più evidenti della cappella è il timpano, che si trova all’estremità sinistra, dove sono visibili i resti del campanile a vela che è crollato nel 2023. Il tetto, purtroppo, è in stato di grave degrado, e la volta a botte ribassata che originariamente copriva l’aula è completamente crollata. Il presbiterio è ancora presente con la sua volta a vela, ma anche questa mostra segni di deterioramento. L’altare è in condizioni precarie, pur mantenendo una certa dignità. Un elemento interessante e di valore storico è il tabernacolo settecentesco in legno scolpito, che rimane una delle poche testimonianze artistiche ancora conservate nella cappella.

Sulla parete di fondo è ancora visibile una tela che rappresenta l’Immacolata Concepita, accompagnata dai Santi Luigi e Defendente (probabilmente datata XVIII secolo). Tuttavia, altri elementi che in passato erano parte della decorazione, come la statua della Madonna incoronata e la statuetta di San Defendente, sono ormai scomparsi. Nonostante lo stato di abbandono e il degrado evidente, la cappella conserva ancora una certa memoria storica, testimoniata dagli oggetti e dalle opere che, sebbene danneggiate, rimangono custodite in questo luogo.

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La Chiesa di Pietra
POSTED ON 2 Gen 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, church

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La passione per l’urbex raccoglie sempre più persone: amanti del rischio e del vietato, curiosi, rigattieri, sceriffi, pornostar, videomaker, pazzi e fotografi. Di quest’ultima categoria siamo rimasti in pochi, mosche bianche a rischio estinzione. Fra questi fotografi ho incontrato, fra le pieghe del dark web, un simpatico e attempato toscano: lui sostiene che il suo gruppo urbex sia il più anziano d’Italia e forse non ha tutti i torti. Domenica scorsa ha lasciato momentaneamente la sua Livorno e il personale medico della casa di riposo per un giro in Piemonte: quando ho saputo la notizia sono partito, con il respiratore, alla volta del Monferrato. Ci siamo dati appuntamento in un piccolo paese e l’ho accompagnato a visitare una devastata, ma bellissima chiesa abbandonata. Si è appoggiato alla mia spalla e con fatica abbiamo varcato la soglia del giubileo: ho fotografato prima io (ho sempre fretta) e poi con calma l’ho lasciato al treppiede (che utilizza anche come bastone da passeggio) e alle sue meravigliose interpretazioni. Dopo le foto ci siamo fermati qualche minuto in piazza, mi ha spiegato i suoi problemi di prostata, sciatica, renali e di respirazione e mi ha raccontato di quando da giovane fotografava la Terrazza Mascagni. Ci siamo lasciati con la speranza di incontrarci nuovamente (con il permesso del medico ovviamente).

Concludo questo post con le parole dell’amico Rick: lui è urbexer, esperto di uccelli e anche poeta.

Sono rimasto ad ascoltarla, immobile e silenzioso, fino a quando i suoi soffitti e le sue volte si sono riempiti di una luce onirica che mi sussurrava “svegliati sono qui per te, prendimi e vai avanti…”. Solo allora ho impugnato la macchina fotografica ed ho guardato dentro il mirino. Grazie Chiesa di Pietra per avermi cercato.

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Il colore principale del mondo
POSTED ON 12 Nov 2024 IN City & Architecture     TAGS: URBEX, church

Il colore principale del mondo

Il verde è il colore principale del mondo, e ciò da cui nasce la sua bellezza.
– Pedro Calderon de la Barca

Santi Francesi -la Chiesa delle Vanità-
POSTED ON 1 Nov 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX, church

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Il nome che ho deciso di dedicare a questa esplorazione arriva da una storia di quasi 3 anni fa. Era il periodo di poco precedente al progetto Herem e con Lorena stavamo dedicando buona parte del nostro tempo alla ricerca di tesori abbandonati del Piemonte e la ricerca era chiaramente concentrata su edifici a carattere religioso. Fra le nostre ambizioni più importanti c’era questa chiesa, abbandonata, del quale non conoscevamo l’ubicazione. Nei giorni scorsi sono riuscito a risalire alle parole alla chat dell’epoca e ho scoperto che la mia prima idea era che questa meravigliosa chiesa fosse in Francia: una suggestione che mi era balzata in testa per via di un nome di un santo scritto in francese (che poi ovviamente si trattata di latino).

In realtà, e Lorena mi aveva corretto subito, l’ubicazione esatta era in Piemonte e non fu difficile scoprirlo. Purtroppo all’epoca, nonostante anche numerosi tentativi diplomatici, non riuscimmo a fotografare l’interno di questo piccolo gioiello di architettura barocca dedicato alla Beata Vergine Assunta e abbandonato ormai da diversi anni.

Poi un bel giorno, passando dalla parti del Monferrato, decisi di allungarmi a San Salvatore per ammirarla dall’esterno; con mio grande stupore trovai il cancello esterno spalancato e la porta semplicemente appoggiata. La Chiesa è bellissima e credo si percepisca dalle immagini. E’ ancora in buone condizioni, ma necessita di importanti restauri per il mantenimento della sua qualità per poter essere nuovamente restituita alla collettività come documento storico. Ho fotografato con un po’ di ansia utilizzando 5 obbiettivi diversi. Le foto della navata sono tante (troppe), ma ho voluto provare tutti gli strumenti a mia disposizione: 11mm, 14mm, 15mm e fish-eye. Come sempre ho qualche problema di linee, credo che dovrò decidermi, prima o poi, a fare la convergenza.

Edit: mi ha scritto, nei commenti, il parroco di San Salvatore: Don Gabriele Paganini. Dopo avermi gentilmente segnalato ai carabinieri (e sinceramente non comprendo il motivo, forse per il reato di aver scattato foto) mi ha chiesto di scrivere che la chiesa non è abbandonata, ma semplicemente chiusa (lui è il solo possessore delle chiavi) ed utilizzata per altri scopi (non sono a conoscenza di quali siano questi altri scopi). Nel caso vogliate ammirare questa meraviglia CHIUSA potete contattarlo alla Diocesi di Casale: sono sicuro che sarà lieto di permettere anche ad altri fedeli di poter ammirare questa bellissima chiesa. Non sarebbe male che il nostro 8×1000 (circa un miliardo e 320mila euro) venisse anche utilizzato per recuperare questi gioielli del passato (che, tengo a precisare, sono CHIUSI).

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Cappella Armando Raggio
POSTED ON 23 Ott 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX, church

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Il giardino che la circonda è trascurato, pieno di arbusti, alberi, erbacce, foglie secche. Si nota subito che nessuno si prende cura di questa piccola cappella che, per le sue guglie, ricorda il Duomo di Milano. Siamo nella zona ovest a monte del cimitero di Staglieno. Il cancello è aperto, un piccolo sentiero in mezzo alla vegetazione porta all’interno di questo mausoleo che il commendatore Armando Raggio volle dedicare a sua moglie. Quando mi avvicino noto subito la bellezza e l’eleganza: una doppia scala e un bellissimo mosaico fanno intuire cosa mi aspetterà all’interno. Varcata la soglia di ingresso rimango allibito: il piccolo altare in marmo bianco è posizionato nel centro e rivolto verso l’altissima cupola, le meravigliose vetrate a mosaico fanno filtrare una luce intensa e colorata all’interno e, sul pavimento, sorprende il busto che ritrae Clara Caterina Felicita Dotto, moglie di Armando Raggio, mancata nel 1889 all’età di 33 anni. È tutto minimale, ma perfetto, curato in ogni dettaglio: è in stato di abbandono, la polvere ha preso il sopravvento, la porta è bloccata, le pareti sono rovinate, le decorazioni stanno scomparendo. Ultimamente si è parlato di restauro, nel 2020 alcuni volontari hanno pulito il giardino che circonda la cappella: ma non basta, è necessario fare di più per salvare questo piccolo gioiello dall’oblio.

Armando Raggio (1855 – 1918) insieme al fratello Edilio fondò la Società italiana di trasporti marittimi Raggio & C. per collegare l’Italia al Sud America sia per quanto riguardava le merci e i passeggeri. Armando Raggio morì improvvisamente il 15 maggio 1918. Il quotidiano Il Secolo XIX, scrisse di lui “Era una figura tipica di vecchio stampo, che aveva però seguito tutte le evoluzioni del tempo ed aveva partecipato a tutte le trasformazioni industriali con un largo spirito di vedute ed una prontezza straordinaria”.

La grandiosa cappella fu fatta erigere dal Commendatore Armando Raggio per accogliere le spoglie della moglie. Incaricato di elaborare il progetto fu l’architetto Luigi Rovelli, il quale ideò una cappella in stile gotico, adorna di guglie e di archi rampanti, ancora oggi soprannominata come Duomo di Milano per l’evidente somiglianza con la cattedrale ambrosiana. La cappella, la cui altezza dal livello della cripta supera i 28 metri, occupa una superficie totale di 35 metri quadrati ed è interamente rivestita in marmo: i Fratelli Repetto di Lavagna, che si occuparono della costruzione, impiegarono non meno di 150 tonnellate di marmo bianco lavorato per completarla. La magnificenza e la maestosità della cappella affascinarono i contemporanei i quali, ancor prima che fosse portata a termine, già l’annoveravano tra i monumenti di maggior pregio che, in quegli anni, iniziavano a popolare la nuova zona a monte del cimitero.

Rèquiem aetèrnam, dona eis, Domine, et lux perpètua lùceat eis. Requiéscant in pace. Amen.

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