
Sono tornato sulla montagna. Era quasi un anno che non utilizzavo le ciaspole per una bella escursione nella neve fresca. Per ripartire ho scelto qualcosa di veramente elementare: 300 metri di dislivello, dal castello di Valcasotto alla stazione sciistica di Garessio 2000. Avrebbe dovuto essere una gita molto semplice, ma in realtà l’andata (soprattutto) è stata più dura del previsto: la neve era tantissima e ciaspolare in queste condizioni diventa davvero faticoso. Ma è stato bello, non fosse per la neve che mi entrava nelle scarpe. Necessità procurarsi al più presto un bel paio di ghette. :) Tornati al castello di Valcasotto (bello, non l’avevo mai visto) ci siamo concessi anche un assaggio di formaggi grazie alla formaggeria di Beppino Occelli. Davvero apprezzabile: Robiola di Mondovì, Raschera e Testun (il mio preferito, stagionato nelle foglie di castagna). Nel frattempo, visto il vuoto semantico, ho deciso di coniare un termine nuovo, innovativo, moderno: da oggi camminare nella neve fresca con le racchetta da neve (ciaspole) si definisce (come si evince dal titolo) CIASPOLATING. Ringrazio di cuore Samantha per essersi prestata come modella.

Nella giornata più fredda della mia vita, con temperature che sfioravano i -20, ho estratto dallo zaino (con grande coraggio) la macchina.foto e inquadrato il rifugio, un rifugio caldo che non arrivava mai e che più passavano i metri più sembrava irraggiungibile.

Fotografare la montagna innevata è sempre bellissimo. Sempre grosse soddisfazioni. Se la giornata è soleggiata si riescono ad ottenere panoramiche notevoli. In vetta al Bric Mindino si trovano due croci: una gigantesca che domina l’intera vallata, un’altra più piccola ma davvero ‘fotografica‘. Quella piccola mi piaceva tantissimo. Per ottenere una neve davvero ‘reale’ e bianca si dovrebbe sovraesporre di circa uno stop. Dico si dovrebbe perché i moderni programmi di fotoritocco permettono di correggere un’eventuale dominante grigiastra. Io, forse, ho sovraesposto di mezzo stop e puntato la neve. Dovrei controllare. Stop. Mezzo.





Ieri pomeriggio ho partecipato al secondo raduno di QuotaZero. Sono stato a diversi raduni ma questo è sicuramente quello ad altitudine più elevata: 1597 metri sul livello del mare; ci siamo infatti ritrovati, circa 100 persone, sulla cima del Monte Antola. Giornata splendida, sole meraviglioso e assenza totale di nuvole; non certo il massimo a livello fotografico ma comunque ottimo per una escursione in montagna. Del raduno ho apprezzato soprattutto due cose: l’età dei partecipanti, davvero bassa per una escursione di montagna, e la presenza di donne, davvero alta per una escursione di montagna.





Per l’assalto all’Antola abbiamo deciso di partire dal paese di Pentema; per arrivare in quota abbiamo attraversato Busalla (niente sosta alla Fabbrica della Birra purtroppo) e Montoggio. Temperatura ampiamente sotto lo zero e brina sul bordo della strada: freddo clamoroso. Partiti da Pentema abbiamo subito sbagliato strada, splendido, e per uscire dai roveti ci siamo visti costretti a disboscare un’ampia zona di macchia mediterranea. Dopo le difficoltà iniziali la strada è diventata ripida ma agevole; lungo l’aspra erta sono passato dal doppio pile con giacca da neve alla maglietta manica corta e viceversa almeno un paio di volte. Caldo, freddo, poi di nuovo caldo, ombra e quindi freddo, di nuovo caldo: un tormento. Nonostante le premesse siamo arrivati facile in vetta e qui abbiamo trovato diverse decine di persone. Cose mai viste. Spumante, spille, magliette, telecamere. Abbiamo conosciuto e parlato con tanta gente; molto divertente il dialogo fra i forumisti: Ma tu che nick sei?





I più attenti si saranno accorti del soggetto protagonista di questo racconto: la prima persona plurale. Ebbene si, mi sono riunito agli amici del gruppo AdessoSpiana.it. Dopo le foto in cima all’Antola siamo scesi al rifugio per goderci il sole e riposare le nostre stanche membra. La terrazza interamente in legno è qualcosa di spettacolare, sole sino al tramonto e panorama mozzafiato. La discesa è stata meno agevole del previsto; mediamente ritengo il ritorno sempre più difficile dell’andata e questo caso, complice la stanchezza, non ha fatto eccezione. L’ultimo tratto era davvero ripido e le mie ginocchia hanno faticato più del consentito; ma noi “scalatori” preferiamo ritenere la discesa troppo facile e adatta a chi non ama la fatica. Un modo come un altro per nascondere la paura di ruzzolare a valle senza freni. Sono arrivato alla macchina decisamente stanco; soddisfatto anche. Una giornata particolare e intensa, assolutamente da ripetere. Magari con la neve.




Questa mattina sveglia alle 5.30 (infatti adesso sono un pelo stanco) e partenza alla volta di Nizza dove salendo verso Nord (uscita autostrada St.Isidore) si incontra la valle del Var, splendida meta per escursioni naturalistiche. Con gli amici del C.A.I. di Imperia (in tutto eravamo una trentina di persone), arrivati al paese di Rigaud (600 metri slm), siamo partiti per una interessante escursione di trekking verso il Col de Mayola (1596 metri slm). Nonostante le pessimistiche previsioni del tempo il sole ci ha scaldato (pure troppo) ed accompagnato sino alla vetta, vetta dalla quale si ammira un panorama spettacolare. Certo svegliarsi all’alba e camminare per sette ore filate non è facile, ma le emozioni che si provano a contatto con la natura e la soddisfazione di ammirare il paesaggio, gli animali e i fiori che si incontrano sul percorso sono realmente impagabili.




