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Sentiero dei Limoni
POSTED ON 16 Gen 2024 IN Reportage     TAGS: travel, trekking

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Il sentiero dei Limoni è un semplice percorso di trekking che si snoda fra le città di Maiori e Minori. Non è lungo, anzi, si può espletare senza fretta in circa due ore ed è alla portata di chiunque nonostante la prima parte in salita e l’abbondante presenza di scalini. Quello che mi ha colpito è la totale assenza di limoni. Incredibile, ma vero. Ho scoperto che i limoneti sono privati e nascosti, ma basta aguzzare la vista ed è possibile scorgere qualche pianta dietro le recinzioni che fiancheggiano la strada. Il punto forte del sentiero dei Limoni è chiaramente il panorama: ad ogni curva, dietro ogni angolo, il mare spunta imperioso e lascia senza fiato.

A metà percorso si arriva nella frazione di Torre (il nome è dovuto probabilmente all’esistenza di un’antica fortificazione oggi scomparsa, forse la Torre Fronsuti) e qui si può conoscere la storia delle portatrici di limoni: perché prima dell’arrivo della modernità i limoni venivano trasportati lungo questo sentiero dalle donne del paese. Si trattava di un lavoro pesante che consisteva nel caricare grossi sportoni costruiti con legno di castagno rivestiti di stoffa all’interno, che potevano contenere tra i 50 e 70 kg. Oggi vengono ricordate con una via dedicata ed una targa.

Come dicevo all’inizio il sentiero non è faticoso, però all’arrivo a Minori, magari sudati e accaldati, consiglio di fare una piccola sosta in un locale del lungomare (poco lontano dalla Basilica di Santa Trofimena) che definire storico è forse semplicistico: la Pasticceria Sal de Riso, dove è tradizione quasi obbligatoria degustare la celebre Delizia al Limone. Vi posso garantire che non ve ne pentirete.

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An old photo -Rezzo-
POSTED ON 4 Mar 2023 IN City & Architecture     TAGS: silver, frame

An old photo -Rezzo-

Questa foto è una riproduzione, credo abbastanza fedele. Fu scattata da mio nonno, nei caruggi di Rezzo, nei meravigliosi anni ’70. La vedo da tempo esposta (e malandata, ma d’altronde ha quasi 50 anni) in casa di mia zia e non so quante volte ho pensato: “Devo andarci”. Finalmente ho risolto e cancellato dalla lista delle cose da fare (è un elenco che non mi fa dormire). Il tempo non ha cambiato le cose: ho cercato la stessa posizione (almeno quanto mi ricordavo) e ho scattato direttamente in monocromatico, come nell’originale.

Alla (ri)scoperta di Rezzo
POSTED ON 1 Mar 2023 IN Reportage     TAGS: village, trekking

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Tornare a Rezzo per me è come fare un salto nel passato, un salto indietro di almeno 40 anni. Rezzo è un piccolo paesino abbarbicato in cima ad una salita tortuosa ed è famoso per il celebre bosco che prende il nome dal paese e che finisce al passo della Mezzaluna. Per me i prati della Mezzaluna erano la fine del mondo conosciuto; alla mezzaluna c’erano le mazze di tamburo, ma sto anticipando troppo i tempi. Quando ero bambino i miei nonni trascorrevano qui le vacanze estive (e non solo), nel primo periodo alla Locanda Bertone, dalla Rina, poi nel tempo in un appartamento in affitto. E mi ricordo che la domenica si partiva, la strada era complicatissima, e si andava a Rezzo dai nonni: dagli anni ’80 si passava per la superstrada che tagliava nettamente il percorso, mentre prima, quando ancora le gallerie erano in costruzione, era obbligatorio fare il giro dal Colle San Bartolomeo ed era una sofferenza atroce. Era quasi sempre domenica, quasi sempre mattino presto e si andava nel bosco per funghi: la grande passione dei nonni paterni (ed ecco il perché delle mazze di tamburo, la Macrolepiota procera). Ci si fermava al Ponte dei Passi per riempire di acqua pulita le borracce e si cercavano i gamberi di fiume.

Rezzo era conosciuto perché qui si correva (una volta l’anno) una prova speciale, una delle più difficili, del Rally di Sanremo. Da qualche parte c’è una mia foto di bambino in braccio a Michèle Mouton all’epoca l’unica donna in gara, se non sbaglio con la Fiat 131 Abarth Rally. E ho delle immagini, molto sfuocate, del sottoscritto alle prese con il modellino della Fiat 131 mentre gioca, sul campo da bocce del paese, insieme ad altri bambini. E all’epoca si correva di notte: ricordo i fari della Lancia Stratos e il rombo assordante dei motori. Il paese era in totale euforia. Sono flash, rapidissimi, anche perché il tempo scorre veloce, passano gli anni, e la memoria si appanna.

Nel centro del paese c’era (ma c’è ancora) il parco pubblico, i giardinetti. Con un incredibile ed enorme campo da calcio, i giochi per bambini e, nel primo periodo, anche una voliera. Anche un pavone se non ricordo male. La fontana che di sera si illuminava. Quel parco mi sembrava enorme, ritornarci mi ha fatto capire meglio le proporzioni. E nel centro dei giardini pubblici (ai quali si arrivava attraverso due scale che percorrevo a velocità assurda) la famosa Pagoda: era stranissima e bellissima, veniva utilizzata per il ballo, mentre di giorno si giocava a calcio balilla. Se non ricordo male c’era anche un bar.

Ritornare a Rezzo è stato emozionante. Sono arrivato al mattino presto e ho fatto il giro della Giara di Rezzo (l’affluente dell’Arroscia che scorre sotto il paese) passando dal famoso Ponte Napoleonico, poi ho percorso a piedi tutto il paese infilandomi nei vicoli più stretti. Ho rivisto i luoghi delle foto del nonno dal vivo (una l’ho scattata identica), ma non ricordo quasi più nulla. La Locanda Bertone non esiste più da diversi anni. La via principale è rimasta praticamente identica, con la vista sui giardini pubblici, il marciapiede enorme sulla sinistra a salire: è un ricordo lucido. Sono anche andato alla fontana dei Passi e al celebre Santuario del quale parlava sempre mia nonna (ma è un’altra storia). Sono rimasto qualche minuto nel centro della Pagoda, ho percorso quella scalinata, visto il Castello. Sono andato a trovare un paio di amici che hanno scelto (controtendenza) di vivere a Rezzo. È stata una giornata strana, particolare, ma che ho assaporato lentamente in ogni singolo istante. Ho scelto 20 foto (perché qua si parla ancora di fotografia), alcune sono iconiche, ma solo per il sottoscritto. Quando le osservo quasi non ci credo, mi commuovo. È stato bello.

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Protect my heart
POSTED ON 9 Lug 2022 IN Landscape     TAGS: mountains, trekking

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Proteggi il mio cuore
Tenta di capirlo, difendilo dalla tua arroganza
Espandi la sua anima più pura
Esplora la sua sofferenza
– Michele Dol (Twitter)

I cerchi concentrici di Monterosso Grana
POSTED ON 4 Giu 2022 IN Landmark     TAGS: nature, trekking

Cerchi concentrici

Dopo averli visti in decine di foto sono finalmente riuscito a fotografare i celeberrimi Cerchi Concentrici del sentiero dei Sarvanot a Monterosso Grana. Devo ammettere che credevo fossero all’interno di chissà quale percorso di trekking livello escursionisti esperti, in realtà per arrivare a quest’opera di land art si impiegano pochi minuti dal centro del paese; ma avrei dovuto capirlo dalla quantità enorme di immagini che si possono ammirare in rete. Se arrivate in orario di punta potreste trovare gruppi di persone e bambini che pascolano in mezzo ai cerchi alla ricerca della foto ricordo perfetta. Purtroppo non ho trovato una giornata meravigliosa per il mio esordio stagionale nella natura (un po’ tardivo quest’anno), ma il viaggio val bene un articolo. Come si dice in questi casi: bello, ma non ci vivrei.

Inesplosi
POSTED ON 1 Feb 2022 IN Landmark     TAGS: history, monument, mountains, trekking

Inesplosi

ALLE VITTIME DI FATALE DISGRAZIA
IL 1° REGGIMENTO ARTIGLIERIA MONTANA
QUESTO RICORDO ERESSE
GARDETTA – LVGLIO 1926 LVGLIO 1928

“non toccate i proietti inesplosi”