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Sogno e Realtà. Si va in scena.
POSTED ON 8 Nov 2018 IN Reportage     TAGS: URBEX, theater

Teatro Sociale #12

Queste bellissime foto (posso dirle in quanto non sono mie) sono state scattate probabilmente da un celebre urbexer olandese, Wim Van Blisterkof, nello scorso mese di Aprile. Le ho trovate sul suo profilo Flickr e mi hanno incuriosito perchè ritraggono l’interno di quello che una volta era il Teatro Sociale di Mondovì. Purtroppo non ho avuto l’onore di entrare ed ammirare questa meraviglia architettonica che ha fatto la storia di Piazza, il rione storico della città monregalese. L’accesso è interdetto, a chiunque, per il rischio crolli: davvero troppo pericoloso avventurarsi all’interno della struttura.

Fu costruito dall’architetto G.B.Gorresio e inaugurato nel 1851. Aveva tre ordini di palchi oltre al loggione superiore che era destinato alle persone meno abbienti. Era presente un grande sipario raffigurante Apollo e le Muse. Ospitò per decenni opere liriche, commedie, drammi romantici, operette, serate d’onore, conferenze, concerti e comizi. Veniva utilizzato anche per le scolaresche che in questo modo potevano assistere alle rappresentazioni pomeridiane di importanti spettacoli. Fu ristrutturato nel 1887 e successivamente nel 1933. A seguito della costruzione di altre sale e delle sviluppo del cinema fu progressivamente abbandonato fino alla definitiva chiusura. Nel 1978, a seguito di una eccezionale nevicata, crollò il tetto e da allora rimane inutilizzato in uno stato di totale abbandono.

Le voci di zona dicono che il comune abbia espresso l’intenzione di mettere in sicurezza l’intero stabile (la ristrutturazione avrebbe costi eccessivi) in quanto la situazione è diventata ormai insostenibile; ci potrebbe anche essere un piccolo accesso dedicato al pubblico per ammirare, da fuori, quello che rimane del Teatro Sociale. Sarebbe anche interessante, pensiero assolutamente personale, allestire una mostra fotografica stabile con immagini storiche e attuali, e qualche cenno di storia per celebrare e ricordare questa incredibile meraviglia. Non ci resta che aspettare con pazienza, un giorno potrei avere l’onore di entrare per ammirare dal vivo. Speriamo, sarebbe un piccolo sogno che diventa realtà. Si va in scena.

Quando la storia entra qui, si ferma un attimo, respira e si toglie il cappello. Perché fra queste pareti e questi spalti abbandonati da tempo si è davvero fatta la storia dell’arte e del teatro. Eleonora Duse e Ermete Novelli hanno avuto l’onore di salire su questo palco, di recitare davanti ad un pubblico che all’inizio del secolo scorso riempiva il loggione e i palchi in ogni ordine di posto. Un gioiello dell’800 abbandonato davvero troppo presto al suo destino.

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Lazzi & Intrallazzi
POSTED ON 11 Mag 2018 IN Performing Arts     TAGS: theater, wideaperture

Lazzi & Intrallazzi #24

Dopo aver raccontato il backstage veniamo alla messa in scena vera e propria. Quest’anno l’oggetto comune a tutte le rappresentazioni era uno strano pacco legato con delle corde (non saprei come definirlo) sulla sinistra del palco. La frase da citare era: “Le storie vanno raccontate se non vuoi che si perdano“. I ragazzi del Garelli hanno cercato di inserire l’oggetto misterioso nella storia, ma al mio occhio poco esperto non credo abbiano completato l’impresa. Ma questo è un altro discorso. Io non sono riuscito nemmeno a catturare la frase obbligatoria: d’altronde la mente del fotografo dev’essere concentrata su altri aspetti e diventa difficile riuscire a seguire il filo narrativo. Avendo la possibilità di muovermi liberamente in sala (e anche dietro le quinte) ho scattato sempre il con 70/200, che è l’ideale per questo tipo di foto. Ho impostato 1600 ISO, alternato fra F/4 e F/2.8 e prestato attenzione che il tempo di scatto (in priorità di diaframmi) non scendesse mai sotto 1/125; le luci (e la qualità del sensore) mi avrebbero permesso anche di scendere a 800 ISO, ma ho preferito non rischiare; un po’ di grana non ha mai fatto male a nessuno, specialmente a teatro.

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Ad ogni gruppo spetta il compito di allestire uno spettacolo, con durata massima di 60 minuti in orario scolastico e serale, recitando la frase “le storie vanno raccontate se non vuoi che si perdano”. Scenografia caratterizzata da un oggetto misterioso, che non potrà essere toccato, spostato o spogliato, ubicato alla sinistra del palco in posizione leggermente defilata verso il fondale.

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Beyond the look
POSTED ON 10 Mag 2018 IN Portrait     TAGS: theater, silver, wideaperture, 50ne

Beyond the look

Lazzi & Intrallazzi -Backstage-
POSTED ON 10 Mag 2018 IN Reportage     TAGS: theater, silver, wideaperture, 50ne

Lazzi & Intrallazzi #11

È la terza volta che fotografo la rappresentazione teatrale studentesca organizzata da Servi di Scena. E trovo estremamente stimolante (e divertente) fotografare il backstage: quest’anno mi è toccato in sorte il Garelli con lo spettacolo dal titolo ‘Lazzi & Intrallazzi’. Ho cercato, come sempre, di adeguarmi all’ambiente, di nascondermi e risultare invisibile per riuscire a realizzare un reportage aderente alla realtà (per quanto fattibile) senza interferenze ed espressioni forzate. Si tratta, essendo il fotografo elemento esterno, di un’impresa al limite, ma credo di essere riuscito a rendere tutto il più naturale possibile. E in queste foto (ne ho scelte 13+1) ho cercato di raccontare l’atmosfera che si respira nel dietro le quinte prima dello spettacolo: ed è una bellissima atmosfera. Ho scelto, come sempre in questo caso, il bianco e nero per concentrare l’attenzione sull’espressioni ed evitare i fastidiosi giochi di colore e illuminazione artificiale (nel caso davvero tremenda). La foto che ho scelto come copertina è tecnicamente sbagliata: la messa fuoco non è perfetta (ho scattato a F/1.2 e 1600 ISO), anzi, ma certe volte cogliere l’attimo è più importante persino della composizione e della tecnica. Capita poche volte, molto raramente, ma capita.

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Rosalyn
POSTED ON 8 Feb 2018 IN Performing Arts     TAGS: theater, wideaperture

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Rosalyn è una commedia teatrale noir interpretata dalle bravissime Marina Massironi e Alessandra Faiella; ho fotografato solo 15 minuti e poi ho lasciato la sala per non disturbare le attrici (e per rispetto del pubblico), quindi non posso raccontarVi la trama. Ma posso spiegare quanto è difficile riuscire a trovare degli scatti interessanti in un periodo di tempo così limitato (e senza potersi muovere più di tanto). Fotografare il teatro è camminare sul filo del rasoio degli iso e della velocità di scatto. Nel silenzio, al rallentatore. E devo ammettere che ormai mi sono abituato talmente bene che anche in questo tipo di foto, che difficilmente possono uscire perfette, cerco di trovare nitidezza e messa a fuoco. E non riesco ad essere mai completamente soddisfatto, nonostante sia cosciente dei limiti imposti dalla situazione. Ho fotografato con il 70/200 (ero vicino, ma non vicinissimo) a tuttaapertura, ISO 800, cercando di tenere un tempo di scatto non inferiore a 1/160 sottoesponendo di 1 stop (il buio del teatro tende ad ingannare l’esposimetro della macchina fotografica)(soprattutto se impostato su valutativa). Alla fine qualcosa di buono è uscito.

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Nel corso della presentazione del suo libro a Toronto in Canada, Esther, scrittrice americana, conosce Rosalyn, la donna delle pulizie della sala conferenze. Il libro che Esther presenta insegna a liberare la vera natura del sé, e Rosalyn ne è ammirata e sconvolta. Vuole leggerlo subito e si offre, il giorno dopo, di portare la scrittrice a vedere la città. Dopo la visita ritroviamo le due in un prato in periferia. Qui Rosalyn rivela a Esther la storia del suo amore clandestino per un uomo sposato bugiardo e perverso, che le fa continue violenze fisiche e psicologiche. La sera prima, quando lei è tornata in ritardo dal lavoro per aver seguito la conferenza della scrittrice, l’uomo infuriato l’ha picchiata e ferita. Esther sbotta: un uomo del genere è da ammazzare. Infatti – dice Rosalyn – è nel bagagliaio. Questo il folgorante avvio della nuova commedia noir di Edoardo Erba. Avvincente, ricco di colpi di scena, sostenuto da una scrittura incalzante, Rosalyn è il ritratto della solitudine e dell’isolamento delle persone nella società americana contemporanea. Uno spaccato su quel grumo di violenza compressa e segreta pronta a esplodere, per mandare in frantumi le nostre fragili vite. Rosalyn è un rebus che vive e che pulsa sul palcoscenico e che la platea è chiamata a risolvere. Una prova di intelligenza, per chi il rebus ha preso in carico di pensarlo e metterlo in scena, con la dovuta cura.

Sliding Ropes
POSTED ON 19 Mag 2017 IN Performing Arts     TAGS: theater, silver, wideaperture

Sliding Ropes #02

Anche quest’anno MondovìPhoto ha avuto l’onore (e l’onere) di fotografare la rappresentazione teatrale studentesca organizzata dalla compagnia Servi di Scena al teatro Baretti di Mondovì. Ho scoperto che tutti gli anni viene scelto un oggetto per complicare la vita degli attori (e degli autori): quest’anno due corde verticali al centro del palco (se non ho capito male lo scorso anno era un baule). Il tutto per dare un filo conduttore alle varie scuole che provano a cimentarsi nel gioco del teatro. Io sono stato selezionato per fotografare i giovani dei licei e dell’alberghiero; giovani perché ancora iscritti nei primi tre anni di scuola: titolo dell’opera: Sliding Ropes. Teatro dell’assurdo e ci ho capito davvero poco; ma questa sarebbe un’altra storia. E’ stato molto divertente (come sempre) fotografare nel backstage: i ragazzi sono davvero molto disponibili, si divertono e non sono per nulla a disagio nonostante la macchina fotografica. Mi sono sentito decisamente trasparente. Il discorso si è complicato durante la rappresentazione vera e propria: luci molto basse e complicate, attori, vestiti completamente di nero, in movimento continuo; in questo caso devo ammettere che poter contare su un obbiettivo molto luminoso ha semplificato il mio compito. Ho salvato 287 foto, sui social ne ho pubblicate 31, sul sito invece diminuisco ancora: solo 15, quasi equamente divise fra dietro le quinte e rappresentazione. Ho scelto di pubblicare esclusivamente in bianco e nero in quanto i colori, brutti, avrebbe solo distolto e spostato l’attenzione. Trovo bellissima la foto di copertina; chi si loda si imbroda dicevano. Pazienza, per questa volta.

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#TEATRO Un grande soddisfazione #tuttiinscena8:
– 2500 spettatori in sala tra gli spettacoli del mattino e della sera;
– 110 attori in scena,
– una sempre più consolidata collaborazione con il C.F.P. Cebano-Monregalese per il trucco e parrucco dei giovani attori
– esperimenti fotografici molto apprezzati e riusciti con il gruppo di Mondoviphoto

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