
Quando all’alba, in Cappadocia, si intravedono le prime mongolfiere. E’ un momento magico che vorresti vivere il più a lungo possibile. Il freddo è pungente, il sole sorge dietro le montagne e colora il mondo di rosso e arancione. E decine di balloons si gonfiano pronti a decollare davanti ai tuoi occhi. E’ uno spettacolo unico che solo qualche momento prima potevi solo immaginare; la foto ricordo è un obbligo, quasi impossibile resistere alla tentazione di scattare, di rubare un istante di vita. E’ la Cappadocia baby.

Quando sono partito per le Cinque Terre il mio obbiettivo principe era riuscire a scattare questa foto: l’alba a Vernazza. Questo dopo aver visto ‘First Light in Vernazza‘ del bravissimo Roberto Moiola su 500px. Quindi mi sono alzato prima dell’alba, sono arrivato a Vernazza, ho cercato il punto giusto (ma avevo già ispezionato la sera precedente) e aspettato l’alba. Ho scattato un centinaio di foto, con diverse impostazioni di tempo e diaframma, per riuscire eventualmente a costruire una doppia esposizione oppure un HDR. Ma alla fine ho scelto di pubblicare uno scatto singolo, con una quantità di errori tecnici incredibile. Avrei potuto scegliere altre immagini ma questa mi emozionava più delle altre. Forse perché è la prima che ho scattato.

Che questa sia Vernazza si capisce dal titolo. Che l’immagine sia completamente fuori fuoco è anche evidente. Eppure io credo che questa sia una foto bellissima. Anche se definirla foto è un compito che spetta esclusivamente al sottoscritto in quanto sono l’unico che può confermare che di una foto vera si tratti. Esterno giorno, quasi giorno, sulla strada (definiamola strada) che uscendo da Vernazza porta a Monterosso. Ho la macchina.foto sul treppiede e, al freddo, aspetto che il sole permetta alla giornata di prendere forma. Momento di follia creativo nel bel mezzo della noia: elimino l’autofocus e tuttaapertura (F/2.8) per ridurre la profondità di campo ed esaltare l’effetto bokeh. Boom, al primo tentativo la foto perfetta. Qualcuno storcerà il naso, altri non saranno d’accordo con la mia visione fotografica. Ma come dicono in Toscana (a Vernazza siamo vicini): “A me mi garba“.
Bokeh (pronunciato /bɒkɛ/ o talvolta /ˈboʊkə/) è un termine del gergo fotografico derivato dal vocabolo giapponese “boke”, che significa “sfocatura” oppure “confusione mentale”. A partire dalla metà degli anni novanta, si è affiancato all’uso terminologico tradizionale di espressioni come contributo delle aree fuori fuoco o resa dello sfocato.
La parola bokeh indica propriamente le zone contenute nei piani fuori fuoco di un’immagine fotografica e la qualità estetica della sfocatura; per estensione, si riferisce anche alla tecnica che permette di ottenere un gradevole effetto “sfocato” tramite un utilizzo creativo delle proprietà ottiche degli obiettivi.