Le vele d’epoca rappresentano qualcosa di molto importante. Sono un evento dal grande richiamo mediatico, sono spettacolari, sono meravigliose. Imperia si trasforma e diventa il centro del mondo per quattro giorni. Quest’anno per colpa dei problemi politici che attanagliamo la città sono forse in tono minore rispetto alle passate edizioni ma lo spettacolo è comunque assicurato. Oggi ho passato tutta la giornata al largo sulla barca dei fotografi: purtroppo le condizioni di mare e cielo (liscio e senza nuvole) non hanno permesso di scattare immagini memorabili. Ho scelto la prima foto da pubblicare (su oltre cinquecento) quasi casualmente; ritocco minimo semplicemente utilizzando l’iPad dalla banchina di Porto Maurizio. Et voilà.
Fotografare il ciclismo e una delle attività più assurde nel quale un fotografo possa imbattersi. Certo, puoi rischiare vita e attrezzatura al seguito degli atleti seduto ‘comodamente’ sul sedile posteriore di una moto oppure, come il sottoscritto, puoi piazzarti a bordo strada e aspettare il passaggio degli atleti. Bisogna arrivare sul posto decisamente prima (gli orari di passaggio non sono quasi mai rispettati) e munirsi di pazienza. Trovare una posizione ottimale. Poi iniziano a passare le moto e le ammiraglie: ecco il momento è giunto. Hai tempo pochissimi secondi per riuscire a trovare almeno una foto decente. Se la strada è in salita il tempo a disposizione aumenta leggermente, ma poca roba: la speranza è trovare il gruppo sgranato. Se invece si tratta di un tratto (scusate il gioco di parole) pianeggiante il gruppo è quasi sempre compatto e la velocità intorno ai 50 km/h. Io ho aspettato l’arrivo dei ciclisti sull’unico punto in salita e ho avuto la fortuna di trovare due fuggitivi (l’italiano Failli e il belga Keiser), quindi il gruppo compatto. Ho scattato a raffica e sono riuscito a ‘portare a casa’ qualche foto decente (tutte, o quasi, uguali). Evviva il ciclismo, evviva il giro d’Italia.
In questi giorni le strade italiane sono percorse dalla carovana festante del Giro D’Italia. Fra le tappe della prima parte (quella dedicata ai velocisti) spiccava (per la sua brevità) la Savona-Cervere che, guarda caso, transitava proprio da Mondovì. Ho deciso quindi di dedicare qualche ora del pomeriggio alla corsa rosa e sono salito sull’unica asperità della giornata: il colle di Cadibona. L’attesa è stata lunghissima e noiosa. Esiste uno sport più noioso del ciclismo? Prima del passaggio degli atleti ho contato qualcosa come 30 furgoni che, a tutto volume, vendevano il kit del giro: maglietta, cappellino, braccialetti di gomma e altre amenità a 10 euro. Snervante. Sulla piazza di Montezemolo, dove arrivava il Gran Premio della Montagna, faceva bella mostra di se una bicicletta interamente di legno con cappellino rosa dedicato al Giro D’Italia. Non ho resisto alla tentazione.
Questa foto chiude la settimana dedicata alle mongolfiere monregalesi. La scelta non è casuale, i motivi sono diversi. E’ la mia preferita. E’ al tramonto. E’ l’ultima foto che ho scattato, ma davvero l’ultima. Stavo tornando verso casa quando ho visto il pallone nero (forse il mio preferito) che lentamente cercava di atterrare. Ho fatto una pericolosa inversione a U, mi sono infilato in una stretta strada di campagna (sterrata) e sono riuscito a scattare prima che la mongolfiera si nascondesse dietro gli alberi. Però adesso basta, un paio di giorni di riposo e si cambiano registro e soggetti. :)