
Fra i partecipanti alla massacrante Inferno Run di ieri mattina a Prato Nevoso spiccava il nome di Marina Graziani, Ex Velina di Striscia la Notizia per tre anni, dal 1997 al 1999. Lei è un’appassionata di corsa e già la sera precedente si era presentata alla partenza della Sunset Running (anche questa in mezzo alla neve). Nonostante fosse circondata da curiosi e fotografi sono comunque riuscito a scattarle una foto prima della partenza della sua batteria. Doveroso. :-)

Fotografare la Inferno Run è stata un’impresa davvero ardua che ha messo a dura prova le mie capacità di resistenza agli agenti atmosferici. Il motto della manifestazione è Run like hell, ma dopo questa mattina mi sento di aggiungere anche Photograph like hell. Sono arrivato a Prato Nevoso dopo un viaggio difficile sotto la fioca, giunto alla partenza la situazione non presagiva niente di buono: neve forte, ghiacchiata, insistente, fastidiosa. E tanta musica rock di ottimo livello. Il maltempo non ha però fermato la macchina organizzativa e tantomeno gli atleti giunti numerosi nonostante le previsioni. Mi sono sistemato lungo il percorso e ho cercato di fotografare più ostacoli possibili: il filo spinato, il salto nella neve fresca, le corde con la campanella, i salti. E devo ammettere che nonostante il freddo e la fatica (ho percorso diversi tratti di corsa con scarpe da montagna e zaino) mi sono davvero divertito. La neve che scendeva dal cielo ha aggiunto quel pizzico di clima da tregenda che in una corsa di questo tipo può fare la differenza. Anche a livello di immagini. Fotografare nella neve in queste condizioni è difficile e l’esposimetro tende ad impazzire: si va a sensazione ed esperienza. Ho controllato che il tempo fosse sempre di almeno 1/400 (per evitare il mosso) e ho sovraesposto di uno stop per evitare che gli atleti rimanessero troppo sottoesposti (con le logiche conseguenze in fase di post). Ho salvato 320 foto (non sono poche) e queste sono le mie 24 preferite, la copertina è solo didascalica.







Devo ringraziare la mia attrezzatura: il LowePro Flipside Trek BP 450 AW ha retto alla grandissima e nonostante due ore di neve incessante è arrivato a casa appena umido proteggendo il mio corredo fotografico al meglio. E anche la tropicalizzazione di mamma Canon ha fatto il suo sporco dovere: nonostante la macchina e l’obbiettivo fossero bagnati, e non poco, è bastato un colpo di straccio e tutto è tornato perfetto. Incredibile.


















Arte circense oppure sport. Non saprei come definire lo slacklining: sicuramente è un esercizio, molto impegnativo, di equilibrio. Loro, questi funamboli che camminano sul filo, lo definiscono uno sport e probabilmente hanno ragione da vendere. Mi sono capitati sotto tiro domenica scorsa in via Roma a Torino: sono Torino sul filo, un’associazione sportiva dilettantistica affiliata UISP e riconosciuta dal CONI. E’ stato un colpo di fulmine fotografico: mentre mia figlia si esercitava (e si divertiva) sulla slackline messa a disposizione dei bambini, io non ho perso tempo e mi sono avvicinato il più possibile per fotografare questi appassionati dell’equilibrio. Immancabile tutta apertura (a f/1.2) favorita dalla luce che iniziava a calare (ma comunque 50 ISO). Adesso mi piacerebbe tirare (si dice così?) una slackline fra la porta della sala e la maniglia dei pensili in cucina per fare un po’ di esercizio. :)



Lo Slacklining è un esercizio di equilibrio e bilanciamento dinamico. Esso consiste nel camminare e fare ‘evoluzioni’ su una fettuccia in Nylon o poliestere larga tra 2,5 e 5 cm, tesa tra due punti. Questa disciplina, che per certi versi assomiglia all’arte del funambolismo, ne differisce per alcune fondamentali caratteristiche: non prevede l’uso del bilanciere e si cammina su una fettuccia piatta e spesso elastica, quindi dinamica, con molta oscillazione laterale. Non deriva dal mondo del Circo come si potrebbe immaginare, bensì dall’ambiente dell’Arrampicata. Gli scalatori della Yosemite Valley in California, negli anni ‘70 iniziarono ad allenare il loro Equilibrio in questo modo nei giorni di riposo. Lo Slacklining da allora è cresciuto e si è sempre più sviluppato diventando uno Sport indipendente con le sue varie discipline, fino ad avere un vero e proprio boom negli ultimi 10 anni, soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile, e in Europa.