
Oggi è nevicato, è cominciato stamattina, e le strade sono un macello. Noi come famiglia siamo contrari alle gomme termiche, è come una cosa religiosa, non le ha mio padre, non le ha mia madre, non le ho io, e nessuno di noi le ha mai avute. Io mi sono comprato le catene, solo per dire di averle, visto che ormai qui c’è l’obbligo, di montar catene, o gomme termiche, durante le nevicate. Solo che oggi non c’era mica neve abbastanza per mettere le catene, e poi non son mica capace, di metterle. Non le ho mai messe, l’ho detto, le ho comprate solo per dire di averle, vado in giro, mi vanto, dico Ho le catene, e gli occhi si riempiono di ammirazione nei miei confronti, e le donne dicono Che uomo, ha anche le catene, e si innamorano. Son fatte così. Ci son lati negativi, nella neve, io la detesto, se devo andare a lavorare; ma poi, quando mi imbatto in una foto come questa, mi vien voglia di star lì a guardarla, mi vien voglia di andare da quel palo, e da quell’albero, contemplare la loro immobilità e la loro solitudine, andare lì e chiamarli, dirgli Ciao Vladimiro, dirgli Ciao Estragone, Ciao, sono Godot, andiamo a berci una birra?
Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Alessandro Bonino.

Chiappera è un piccolo borgo nel comune di Acceglio, è l’ultimo avamposto abitato prima del confine francese. Ma la strada finisce qui, oltre solo montagne altissime. E’ un luogo meraviglioso. E quando dico meraviglioso non esprimo niente di quanto vorrei. Il paesaggio è dominato dalla rocca Provenzale, un incredibile sperone quarzitico che veglia sulle case in pietra e sul silenzio della neve. Tutta intorno. Sembra una fiaba, un’atmosfera magica. Ci sono capitato quasi per caso durante un’escursione con le ciaspole alla ricerca della luna piena e, come avrete intuito, sono rimasto folgorato. Il gruppo si è fermato per discutere della luna e delle costellazioni e io mi sono defilato: ho appoggiato la macchina.foto sullo zaino, preso la mira e impostato l’autoscatto. E mentre intorno a me le compatte violentavano l’atmosfera con il flash, io ho aspettato trenta secondi. E sono riuscito a cogliere solo una piccola piccolissima parte della magia.

Benjamin, detto Benji, è un cane di San Bernardo. Non ha la fiaschetta di grappa (almeno non in quel momento) ed è l’animale più docile del mondo. E’ un molosso di quasi 90 chili. Impressionante. E mentre lo fotografavo con il 24mm (quindi a meno di un metro di distanza) è rimasto impassibile e calmo, come se il fotografo nemmeno esistesse. Per questo ritratto ho utilizzato un fotoritocco leggero: una schiarita ai toni della pelle e il timbro clone per eliminare occhiaie e rughe.

E la neve mi cambia la prospettiva. Non credevo fosse possibile ma è così: cambia il modo di vedere il mondo, cambia il modo di intendere il paesaggio e la visione inconscia della città. E mi intrufolo in luoghi mai visti e cerco di inseguire una particolare suggestione che penso possa nascondersi sempre dietro l’angolo, dietro un palazzo, vicino al ciglio della strada. E la neve rende tutto interessante, forse più bello, sicuramente diverso. Mi piace scoprire la mutazione del paesaggio e trovare nuove dimensioni visive. Ho visto una cascina, a due passi dal centro, sembra incredibile detto così. Venerdì sarebbe stata inutile e priva di significato. Dopo due giorni di neve diventa ‘mi piace da morire‘. E’ la neve che mi cambia la prospettiva.

Il mio inverno. E’ questo il mio inverno. Neve, freddo, alberi tristi e pace, serenità. Cielo sereno, montagna. E bianco e azzurro. Un’atmosfera ovattata che riempie e dilata i suoni, che porta il tempo a rallentare, quasi a fermarsi, a diventare pigro, sonnolento e testardo.
Inspired by { My Winter } on Barbara Photography.

E’ la prima nevicata d’inverno. La più dolce frase che ho imparato in dialetto cuneese. E’ una strana eccitazione, quasi fanciullesca. Pensare e sperare che durante la notte scenderà la prima neve della stagione. Duman s’ausuma cun ‘la fiòca. E svegliarsi al mattino (la domenica è perfetta, anzi, unica) e guardare fuori dalla finestra e sentire la tranquillità trasmessa dalla neve che scende. Uscire e ascoltare il freddo tiepido e ovattato. Il silenzio. Duman s’ausuma cun ‘la fiòca, e magari alzarsi nel cuore della notte svegliati dal rumore soffice che copre il mondo. E’ la prima nevicata dell’inverno, forse la più bella. E poi uscire e cercare il verde che si tinge di bianco, e gli alberi, e il grigio del cielo. E un casolare, rosso, immerso nella natura.