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I colori della fede a Venezia
POSTED ON 9 Dic 2022 IN Reportage     TAGS: event, art, museum

“L’annunciazione” di Tiziano (1563-1565)“L’ultima cena” di Tintoretto (1561-1566)

Il battesimo di Cristo del Veronese (1560-1561)“Resurrezione di Cristo” del Veronese (1560)“La Crocefissione” di Tintoretto (1560)

Al complesso monumentale di San Francesco di Cuneo sono esposte 5 meravigliose pale d’altare di tre grandi maestri del rinascimento veneto: Tiziano Vecellio, Jacopo Robusti detto il Tintoretto e Paolo Caliari detto il Veronese. La mostra, a cura di don Gianmatteo Caputo e di Giovanni Carlo Federico Villa con il supporto organizzativo di MondoMostre, è allestita in modo elegante, maestoso e completo, è un progetto espositivo di Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo ed è completamente gratuita. Assolutamente da visitare.

Apre la mostra l’“Annunciazione” (1563-1565) di Tiziano proveniente dalla Chiesa di San Salvador. Del Veronese vengono presentate il “Battesimo di Cristo” (1560-1561) dalla Chiesa del Redentore e la “Resurrezione di Cristo” (1560 circa) dalla Chiesa di San Francesco della Vigna. Di Tintoretto vengono esposte l’“Ultima Cena” (1561-1566) dalla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio detta San Trovaso e la “Crocifissione” (1560 circa) dalla Chiesa di Santa Maria del Rosario detta dei Gesuati.

Fotografare è consentito, senza treppiede, ma complicato date le condizioni di luce: ho scattato in manuale a tuttaapertura (f/2.8), impostando 1/80 di secondo (forse sfruttando la stabilizzazione avrei potuto osare di più, ma ho preferito non rischiare) e 800 ISO. Non volevo riprodurre il catalogo della mostra, mi interessava però che le opere fossero ben visibili e nitide senza cercare svolazzi ed eventuali velleità artistiche.

Sere d’Estate alla Venaria Reale
POSTED ON 2 Ago 2022 IN Landmark, Reportage     TAGS: event, monument, museum

Sere d'Estate alla Venaria /11

Sono stato per la prima volta alla Venaria Reale nel Novembre 2007. In questi quasi 15 anni, nonostante mi sia trasferito in Piemonte, non mi era mai capitata l’occasione di tornare. Questo sino a sabato scorso quando grazie all’organizzazione di Igers Piemonte e del sempreattivo Tommaso Agate sono stato invitato a fotografare le Sere d’Estate e #PlayVenaria, una straordinaria mostra che indaga i videogiochi come decima forma d’arte praticata da 3 miliardi di persone nel mondo.

È stata una scoperta meravigliosa perché visitare la Venaria durante il tramonto è qualcosa di unico; tutti gli eventi (mostre, visita, giardini, spettacoli) fanno parte di Play – Un anno tutto da giocare, la proposta culturale che contrassegna tutto il 2022 della Reggia. La mostra rimarrà aperta sino al 15 gennaio 2023 (un po’ di tempo c’è ancora), mentre Sere d’Estate (e il nome potrebbe indicare qualcosa) sarà in calendario sino al 14 di Agosto.

Ho scelto 44 foto pubblicate rigorosamente in ordine cronologico: la Galleria Grande, la mostra #PlayVenaria, gli interni della Reggia al tramonto, il giardino durante le sere d’Estate e infine l’evento notturno: il Venaria Light Show. Un gioco di interazione e cooperazione creativa che permette ai visitatori (soprattutto i più giovani, fra cui mia figlia) attraverso una tastiera gigante di 4 metri di agire sull’intera facciata della Galleria Grande trasformandola in un teatro, con effetti di luci e scenografie sempre diverse. Un fantastico, emozionante videogioco reale, prosecuzione ideale della mostra Play – videogames, arte e oltre, allestita nelle Sale delle Arti della Reggia. Le foto rendono solo parzialmente un’idea della bellezza e delle emozioni che può regalare la Venaria al calar della sera: in Italia è praticamente impossibile trovare un luogo d’arte aperto oltre il tramonto e sino a sera inoltrata, ma credo che sia un esperimento e un’idea da seguire con coraggio e convinzione.

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Liber – Museo civico della Stampa
POSTED ON 20 Mar 2022 IN Reportage     TAGS: event, museum

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Nel 1472 venne stampato a Mondovì il primo libro del Piemonte creato con i caratteri mobili. Si trattava de “Il Confessionale” del domenicano Sant’Antonino, Vescovo di Firenze. Dopo oltre 500 anni, nel rinnovato complesso delle ex Orfane di Piazza, nasce Liber, il museo civico della Stampa. E posso dirlo con una certa sicurezza: è semplicemente meraviglioso; se verrà pubblicizzato e utilizzato con criterio, sarà un importante luogo di cultura e di rinascita per la città. L’ho visitato e fotografato, in esclusiva con MondovìPhoto, sabato pomeriggio e sono rimasto decisamente colpito dalla qualità dell’allestimento e dalle prospettive future che potrà garantire, soprattutto ai più giovani.

Sei sale espositive, due laboratori e una tipografia, in un percorso che guida idealmente il visitatore, dal piombo all’aria. Al piano terra, definito “LIBER – piombo”, un viaggio attraverso il lavoro tipografo, con i macchinari storici, i torchi, le linotype e i caratteri mobili in piombo: un insieme di suoni, video e pannelli multimediali, scandiscono la storia fino all’invenzione del computer. Il primo e il secondo piano, ancora da completare, saranno denominati rispettivamente “LIBER – carta” con la sala Arnaldo Belloni (fondatore dell’Editrice Tipografia Moderna di Nizza Monferrato) e il laboratorio di grafica di Francesco Franco, e “LIBER – aria”, che diventerà un’area polifunzionale organizzata in due maniche e dotata delle infrastrutture necessarie per accogliere mostre, spettacoli, concerti ed eventi culturali.

Il progetto dell’esposizione e del museo è stato redatto dagli architetti Paolo Barale e David Bodino, con la consulenza di Lorenzo Mamino, mentre la ditta che ha dato vita al progetto di allestimento è la Doconline di Potenza, che ha curato testi, filmati e immagini che guidano il visitatore nel mondo della stampa. Nel mio reportage ho cercato di evidenziare in modo didascalico le sale del museo e i dettagli della macchine esposte: ho preferito dare spazio alla descrizione del museo piuttosto di mettere in risalto la mia limitata vena artistica. Spero di essere riuscito nel mio intento.

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Ei fu siccome immobile…
POSTED ON 4 Mag 2021 IN Landmark     TAGS: art, museum, history, 50ne

Bonaparte al Gran San Bernardo

Voglio immediatamente chiarire che questa non è quel che posso definire una foto straordinaria, è una foto da cestino. Ma oggi è il 5 maggio 2021 e ricorre il duecentesimo anniversario della morte del grande Napoleone Bonaparte. Uno dei personaggi più conosciuti dell’intera storia dell’umanità. E concluderò questo post con la celebre poesia di Alessandro Manzoni del quale ricordo ancora a memoria le prime strofe. Mi sembra quasi doveroso dedicare qualche riga al ricordo del celebre condottiero francese e soprattutto a questo famoso dipinto. Siamo all’Österreichische Galerie Belvedere di Vienna e quando ho ammirato quest’opera di Jacques-Louis David (presumibilmente dipinta tra il 1800 e 1803) non ho dato troppo peso al valore sociale del quadro. Esistono cinque versioni di questo dipinto, la prima prima venne commissionata da Carlo IV, re di Spagna, come mezzo per ottenere la pace con la Repubblica Francese. Le tre versioni successive furono commissionate da Napoleone stesso con fini propagandistici e sono i primi tre ritratti ufficiali di quello che all’epoca era ancora il primo console della Repubblica Francese. L’ultima versione invece non fu richiesta da nessuno e rimase di proprietà dell’autore sino alla sua morte. Dal vivo è semplicemente spettacolare, enorme (264 x 232 cm).

Archetipo del ritratto di propaganda, l’opera è stata riprodotta numerose volte tramite incisioni, dipinta su vasi, sotto forma di puzzle o di francobollo, testimonianza dell’importante fortuna di cui godette presso i posteri.

Io non ho un giudizio storico su Napoleone, sarebbe impossibile, ma sicuramente è stato un grande condottiero, un grande politico, un uomo di guerra, un generale. Napoleone è stato odiato e amato, celebrato come un eroe e detestato come un criminale. Ma se ancora oggi, a 200 anni di distanza, ricordiamo la data della sua morte un motivo dovrà pur esserci.

Ei fu siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,

Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà. […]
– Alessandro Manzoni

Il bacio (Der Kuss)
POSTED ON 1 Apr 2021 IN Landmark     TAGS: art, museum

Il bacio (Der Kuss)

La necessità, quasi fisica, di fotografare qualsiasi cosa è uno dei fenomeni più interessanti della società degli ultimi anni. E noi siamo figli del nostro tempo, almeno così dicono, e la tentazione di fotografare qualunque cosa si muova, e anche che sia ferma, è fortissima. Io scatto circa 60.000 foto all’anno e quindi ne so qualcosa. Ma poi ci sono momenti e luoghi che sono difficili e la fotografia non è solo memoria, ma diventa esaltazione dell’ego.

Quando mi sono trovato di fronte al celebre bacio di Klimt (all’Österreichische Galerie Belvedere di Vienna) sono rimasto quasi folgorato, perché ammirarla in foto è un discorso, ma dal vero è di una bellezza che lascia quasi senza fiato. E sinceramente, pur essendo un discreto appassionato di fotografia, l’idea di trovare uno scatto del quadro di Klimt non mi è passata nemmeno per l’anticamera del cervello. Per un miliardo di motivi (la maggioranza inerenti alla qualità). Eppure davanti all’opera dell’artista austriaco le persone erano in coda per fotografare, quasi come una catena di montaggio. Nemmeno un selfie con il quadro, proprio una semplice foto, immagino terribile date le condizioni di luce e gli strumenti a disposizione, probabilmente solo per condividerla sui social ad amici e parenti: “Guardate, sono a Vienna davanti al Bacio di Klimt“.

Stiamo vivendo la nostra vita attraverso le lenti di una fotocamera e purtroppo, ormai, non lo trovo nemmeno triste: lo trovo semplicemente normale.

Castello Reale di Casotto
POSTED ON 7 Mar 2021 IN Landmark, Reportage     TAGS: castle, museum, monument, drone

Castello Reale di Casotto /03

Nel mese di settembre (nella pausa Covid per intenderci) con il gruppo vacanze MondovìPhoto abbiamo organizzato una visita guidata esclusiva al Castello Reale di Casotto. Siamo arrivati prima del tramonto e abbiamo potuto fotografare liberamente sia all’interno che all’esterno della struttura. Il Castello è stato da poco ristrutturato ed è davvero bellissimo (ed elegante). Io ero reduce da un infortunio al polso e quindi ho faticato non poco con il treppiede pesante, ma fra le imprecazioni sono comunque riuscito a fotografare anche all’interno. Per l’esterno invece mi sono divertito con il Drone (foto di copertina). Sfruttando il passaggio giorno/notte abbiamo fotografato la reggia sia con con la luce che in notturna: ricordo in modo molto piacevole la nostra fila di fotografi con treppiede che discuteva di lunghe esposizioni e diffrazione. Il Castello è ovviamente visitabile (magari non adesso) e trovate tutte le informazioni qui. Per i liguri che vorranno provare l’ebrezza di superare il confine con il Piemonte comunico che il biglietto di ingresso costa 8 euro. :-)

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