Il Carlevè è tornato in grande stile: un nuovo presidente, nuove energie, tanti carri, una sfilata di altissimo livello, gruppi decisamente numerosi e un carro di Mondovì finalmente degno di questo nome. Io purtroppo non stavo bene (mali di stagione) e quindi mi sono un po’ risparmiato, niente foto generaliste, niente ritratti, niente copertura totale dell’evento: non ho molto tempo a disposizione e ho quindi deciso di dedicare un numero ridotto di energie alla post-produzione delle immagini. Ho creato un piccolo portfolio, un reportage di 12 foto che serve ad illustrare quello che personalmente ho vissuto come carnevale. Mi sono concesso solo una piccola divagazione: il momento in cui i ragazzi delle Teste matte di Villafalletto hanno lanciato in cielo i palloncini dedicati ai cugini Casale, scomparsi in un tragico incidente stradale, con questo pensiero: “Marty e Met: ci avete insegnato tutto tranne che a vivere senza di voi“. Perché ho percepito forte la loro commozione, ho sentito l’emozione e mi sembrava giusto dedicare una foto a quel momento.
Nella mia esperienza di urbexer ho visitato alcuni luoghi indimenticabili, che lasciano una memoria importante e che riescono a togliere il fiato. Molti perché hanno una bellezza intrinseca, reale, tangibile, altri perché dopo averli visti e desiderati da tempo quando arriva il momento l’emozione è sempre tanto forte. E poi ci sono ambienti che rimangono nel cuore, anche solo ad annusarli, a intuirli, a immaginarli. La storia di queste foto è complicata, consta di un salto indietro nel tempo importante e di una serie di richieste, conferme, amicizie, opportunità. E quando l’opportunità capita, e poi capita ancora, forse è un segnale che giocoforza debba essere sfruttata, nonostante i retro pensieri.
Sono entrato e uscito senza sfiorare niente, cercando di essere il più invisibile e veloce possibile, per non disturbare l’idea di calma e tranquillità che regnava intorno a me. Ho scelto di riprendere solo le stanze più interessanti e per una volta ho preferito non creare un reportage completo, ma solo di cogliere l’essenza più importante. E ci sono i libri, che sono la storia di questa villa, che portano un’impronta forte: si sente il profumo della carta e della polvere ed è una magia che non riesco a descrivere con le parole, ma solo con le immagini. Spero di essere riuscito a rendere l’idea delle emozioni che ho provato mentre aspettavo, un tempo interminabile, che si chiudesse l’otturatore.