Ieri sera sono passato dal Blast Events per qualche foto al Dj Set. Blast Events è una raffica di eventi (il nome non mente) che si svolgono al Beila, fra Mondovì e Villanova. Sport, musica e divertimento, ieri, l’altro ieri e anche stasera (con Chadia Rodriguez e sarò di nuovo presente). Forse sono troppo vecchio per questo genere di manifestazioni, come splendido boomer mi sono presentato alle 22.30, ma essendo un DJ Set prima di mezzanotte non si è mossa foglia; questa è una storia tipica anche di quando avevo 20 anni, non è cambiato molto.
Negli anni ’80 non avrei mai immaginato che un giorno avrei cantato la sigla di Occhi di Gatto ad un concerto in compagnia di mia figlia. La vita è davvero strana. Ieri sera ho colto l’occasione del live della MITICA Cristina D’Avena al Mov Summer Festival per cantare a squarciagola con Alice (lei ne conosce tantissime perché le ascolta da quando è nata) i grandi successi dei cartoni animati della mia infanzia e per scattare qualche foto; giocoforza tra il pubblico con tutte le problematiche che ne conseguono (ma anche qualche vantaggio).
Alla fine del concerto Cristina D’Avena ha ricordato Alessandra Valeri Manera scomparsa il 18 giugno di quest’anno. Responsabile della programmazione per ragazzi delle reti del Gruppo Mediaset dal 1980 al 2001 e autrice di centinaia di testi di sigle di Cartoni animati, fu lei a scoprire la D’Avena nel 1981 fra le file del Piccolo Coro dell’Antoniano e a lanciarla nel mondo delle sigle dei Cartoni Animati. Il momento è stato davvero toccante e qui le lacrime di Cristina hanno contagiato tutto il suo pubblico.
Una delle prove più difficili per un fotografo è riuscire a riprendere un soggetto in movimento al buio. E’ la classica situazione che fa arrossire la celebre frase il mezzo non conta (ottima frase da utilizzare quando hai a disposizione il mezzo migliore). In questa tipologia di immagini il mezzo conta, eccome. E fra sabato e domenica è arrivata la prova provata, anche se ho scoperto che talvolta anche il mezzo non è sufficiente ed è necessario salire di livello (anche per il fotografo). Descrivo la scena: piazza Maggiore a Mondovì, bellissima location per un evento circense. Notte fonda, luci praticamente inesistenti, anzi dannose (in controluce). In cielo un ragazza volteggia a velocità folle sul Trapezio Ballant. One Eyed Jacks è il luogo senza tempo dove due surreali personaggi si incontrano.
Descrivere lo spettacolo non è un’impresa facile: una prima parte che potrei definire di cabaret dove i due personaggi giocano con numeri circensi ed una seconda parte aerea, volante, che costringe il pubblico a guardare con il naso all’insù. Io ho fotografato, con tanta difficoltà, solo la seconda parte (la prima non è interessante dal punto di vista fotografico). Fortunatamente nel caso gli artisti hanno ripetuto in orario più adatto, in quella che potremmo definire ora blu: non semplice ugualmente, ma in condizioni di luce possibili. Per riuscire a fermare il movimento della trapezista durante la prima esibizione sarebbe servito un tempo di almeno 1/640 e con l’oscurità, e senza luci, avrei dovuto alzare davvero troppo gli iso. Quindi fermandomi al mio limite psicologico (e fisico del mezzo) di 6400 è stato quasi impossibile ottenere foto decenti (troppo scure oppure troppo mosse). Il giorno successivo invece la situazione è nettamente migliorata e sono riuscito a fotografare in manuale a 1/500 (sempre 6400 iso). L’altra importante difficoltà (mica sono finite) era ovviamente la messa a fuoco: movimento rapido, buio, salti e volteggi. A tutta apertura f/2.8 con la ricerca automatica del fuoco (il mezzo non conta) e l’inseguimento del soggetto (AI SERVO) credo di poter affermare che il 90% delle foto sono a fuoco sullo sfondo. Quindi perdonatemi se in alcune il punto di fuoco non è proprio preciso: quelle mosse e fuori fuoco le pubblico in versione piccola come fanno i fotografi di livello. :-)
Venerdì sera ho fotografo, per l’Unione Monregalese, il concerto di Tony Effe in piazza d’Armi a Mondovì. È un trapper che conoscevo (mi fa strano definirlo cantante) per merito/colpa di un collega illuminato che già qualche anno fa mi faceva ascoltare i pezzi della Dark Polo Gang (Caramelle su tutti). Quindi per il sottoscritto, nonostante l’età, nulla di nuovo: il trap in Italia è anche merito/colpa di Tony Effe e quindi è il caso di rendere onore al merito. Mi sono posizionato sotto palco (come dicono i fotografi veri) con il solito 70/200 e la classica tecnica che utilizzo in queste occasioni: apertura massima f/2.8 (più aperto sarebbe problematico per la messa a fuoco), iso alti (questa volta calcolata la luminosità giocoforza 3200) e tempo scelto in base ai movimenti dell’artista sul palco; non stava mai fermo e di conseguenza abbastanza veloci e mai sotto 1/250. Trovate l’articolo completo a questo link.