Mentre selezionavo le foto per il post dedicato al PhotoWalk ho trovato questa immagine del Matitone di Genova (vero nome San Benigno Torre Nord) attraverso una vetrata, una cupola del Terminal Traghetti. Ed è stato colpo di fulmine: tra le tante foto mediocri di quel giorno ho scoperto questa perla grezza (a distanza di tempo devo dire che si trattò di uno scatto fortunato). E credo sia giusto, dopo oltre dieci anni, pubblicarla in un post dedicato.
Ho scattato questa foto 4 anni al fa, al Salone del Libro di Torino. E’ un particolare della porta della Stanza Rossa (mi sembra si chiamasse così): durante le presentazioni veniva chiusa e lo sguardo severo di rimprovero dei presenti cadeva come una mannaia su chiunque osasse entrare (e talvolta era anche proibito). E quindi tutti passavano, curiosavano dall’oblo e tiravano dritto; uno strano miscuglio di mistero, paura e curiosità. Ho trovato questa foto quasi per caso durante una ricerca nell’archivio; e mi ha colpito per quanto fosse minimale ma al tempo stessa carica di dietrologie. Che forse non è il termine adatto, anzi, sicuramente non lo è, ma rende l’idea in modo particolare (almeno nella mia testa).
In me l’ateismo non è né una conseguenza, né tanto meno un fatto nuovo: esso esiste in me per istinto. Sono troppo curioso, troppo incredulo, troppo insolente per accontentarmi di una risposta così grossolana. Dio è una risposta grossolana, un’indelicatezza verso noi pensatori: anzi, addirittura, non è altro che un grossolano divieto contro di noi: non dovete pensare! (Friedrich Nietzsche)