
Chiappera è un piccolo borgo nel comune di Acceglio, è l’ultimo avamposto abitato prima del confine francese. Ma la strada finisce qui, oltre solo montagne altissime. E’ un luogo meraviglioso. E quando dico meraviglioso non esprimo niente di quanto vorrei. Il paesaggio è dominato dalla rocca Provenzale, un incredibile sperone quarzitico che veglia sulle case in pietra e sul silenzio della neve. Tutta intorno. Sembra una fiaba, un’atmosfera magica. Ci sono capitato quasi per caso durante un’escursione con le ciaspole alla ricerca della luna piena e, come avrete intuito, sono rimasto folgorato. Il gruppo si è fermato per discutere della luna e delle costellazioni e io mi sono defilato: ho appoggiato la macchina.foto sullo zaino, preso la mira e impostato l’autoscatto. E mentre intorno a me le compatte violentavano l’atmosfera con il flash, io ho aspettato trenta secondi. E sono riuscito a cogliere solo una piccola piccolissima parte della magia.

Oggi è San Valentino, il giorno degli innamorati, e mi sembra giusto e opportuno (ri)proporre questa foto. E’ una foto casuale ma allo stesso tempo voluta. La sera del 13 febbraio passavo sul lungomare e mi sono accorto della composizione di pietre sulla sabbia. Volevo assolutamente fotografare all’alba e la mattina seguente sono arrivato sulla spiaggia di buon ora e con il buio. Ho dovuto aspettare una ventina di minuti prima del sorgere del sole. Ma penso che ne sia davvero valsa la pena.

E la neve mi cambia la prospettiva. Non credevo fosse possibile ma è così: cambia il modo di vedere il mondo, cambia il modo di intendere il paesaggio e la visione inconscia della città. E mi intrufolo in luoghi mai visti e cerco di inseguire una particolare suggestione che penso possa nascondersi sempre dietro l’angolo, dietro un palazzo, vicino al ciglio della strada. E la neve rende tutto interessante, forse più bello, sicuramente diverso. Mi piace scoprire la mutazione del paesaggio e trovare nuove dimensioni visive. Ho visto una cascina, a due passi dal centro, sembra incredibile detto così. Venerdì sarebbe stata inutile e priva di significato. Dopo due giorni di neve diventa ‘mi piace da morire‘. E’ la neve che mi cambia la prospettiva.

Ma gli amori si vivono e si superano con una transizione dolorosa, mentre la possibilità di un amore che si rivela impossibile ha altre conseguenze. Delle conseguenze malinconiche, a patto di possedere una fervida immaginazione. Paolo Sorrentino, Le conseguenze dell’amore (note di regia).
Sono in un bar. Doveva esserci una persona seduta a questo tavolo, prima. Ho trovato il suo scontrino. Ha bevuto un semplice caffè. Sul pavimento, proprio sotto ai miei piedi, ho notato un foglietto di carta rosa. E’ stato calpestato. Profuma di un inconfondibile Womanity.
“Sono seduta su una sedia portata fin qui dalla furia del mare e vedo il futuro che non avremo mai. Tutto quello che si spalanca di fronte ai miei occhi è devastazione e solitudine. Quel senso di vuoto che lasci quando non è con me che tu sei. E, quando dimentico l’illusione dei tuoi baci, tremo per la paura di averti perso per sempre. Perché il mio sempre vorrei che fosse accanto a te. Ti amo. Da morire.”.
Grafia tonda e regolare. Una donna che ama. Una donna che soffre. Una donna che lotta.
Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Ina Senijova.

Questa è la mia spiaggia. E’ un luogo quasi segreto (quasi) e difficilmente accessibile. Per arrivarci bisogna scendere una serie di gradini terremotati e sconnessi, poi una discesa ripida in terra battuta quindi un paio di salti e ancora qualche scalino difficile. E’ un posto tranquillo dominato da un’antica torre saracena. La spiaggia è di pietre, entrare in acqua è difficile. Ma questa è la mia spiaggia. E’ una spiaggia solitaria, al tramonto non c’è quasi mai nessuno ed è un posto ideale per fotografare. In cima alla torre si apre una splendida terrazza a picco sul mare. E la vista, all’infinito, è meravigliosa.

Il mio inverno. E’ questo il mio inverno. Neve, freddo, alberi tristi e pace, serenità. Cielo sereno, montagna. E bianco e azzurro. Un’atmosfera ovattata che riempie e dilata i suoni, che porta il tempo a rallentare, quasi a fermarsi, a diventare pigro, sonnolento e testardo.
Inspired by { My Winter } on Barbara Photography.