
Sulla strada che porta da Beinette a Cuneo troneggia, da qualche tempo, questa particolare costruzione. E’ tutta rossa, metallica, molto moderna. Non ho idea a cosa possa servire e quale sarà il suo utilizzo finale; presumo anche che sia ancora da terminare. Mi ero ripromesso di fotografarla al tramonto, in controluce, sperando di trovare qualche effetto interessante, qualcosa nel cielo che potesse darmi un quid. E oggi c’era questo strano bagliore, le nuvole scure: ho parcheggiato sul lato strada, mi sono addentrato nel campo di mais e ho scattato con il 17-40 a priorità di diaframmi (f8). Io non so a cosa possa servire questa strana costruzione rossa, però dal punto di vista fotografico mi attrae molto. Non escludo di ritornarci in futuro, magari con la neve (e con i guanti).

Questo è il panorama tipico del Cuneese a fine settembre. I campi di granoturco sono spariti, gli avanzi di mais e le celebri balle di fieno diventano abitudine. Oggi mi trovavo per la strada di Castelletto Stura quando sono rimasto colpito dal colore decisamente vivace di quella cisterna dell’acqua che si trova in alto a sinistra. Ho cambiato obbiettivo e ho inserito il 17-40 per riuscire ad inserire nell’immagine più campo possibile. Ho cercato di abbassarmi sino al livello del terreno ma così facendo mi sono visto costretto ad inserire ‘troppo’ cielo azzurro (senza nuvole ovviamente). Mi piace però come spicca il colore azzurro della cisterna.

La stazione di Pianfei si trova ai confini della realtà. E’ in totale abbandono: i cessi (c’è scritto proprio cessi) sono murati, le porte sigillate, sul display degli orari appare una schermata di Windows 95. Ma la campanella suona prima dell’arrivo del treno e gli orari sono aggiornati: qui fermano i treni. Sembra incredibile ma è vero. Pochi treni, ovviamente. Ho sfidato i divieti della mamma e ho camminato sulle rotaie, mi sono anche sdraiato sulle rotaie. E questo è il binario 2 della stazione di Pianfei.

Vi svelerò il segreto delle balle di fieno. Le balle di fieno non rotolano. No, neanche se avete appena fatto una battuta agghiacciante e no, neanche se siete nel far west vestiti da pistoleri. Le balle di fieno non rotolano, restano lì per un po’, raggomitolate, in attesa che qualcuno le imprigioni, in uno scatto, in una stalla, in una bocca.
Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Claudiappì.

Questa foto è stata scattata a Central Park e riprende il lago (posso definirlo così?) Jacqueline Onassis e i palazzi dell’Upper West Side. Ho desaturato la luce un po’ troppo forte del mattino inoltrato con un filtro e ho deciso di aggiungere un tocco di verde per rendere l’immagine più accogliente. Non rivelerò mai il significato della terza parola nel titolo. MAI. E’ talmente stupido che quasi mi vergogno. :)

E c’è un molo a San Francisco. Uno dei tanti. E’ pericolante, con le transenne che delimitano l’accesso ad alcune zone. Non c’è nessuno, quasi. Il vento è fortissimo e quando sei a metà ancora non hai deciso se andare avanti oppure fermarti e tornare al Fisherman’s Wharf. Ma la tentazione è forte e raggiungere l’estremità di questo molo fatiscente è ormai una sfida. A sinistra c’è un pescatore, abusivo, di crab. Prende i granchi. Sulla punta c’è una strana costruzione circolare, cinque ragazzi si nascondono sul lato mare e parlano sottovoce. Il cielo è azzurro, qualche nuvola, il sole è quasi sull’orizzonte, caldo e radente. Di fronte c’è l’isola di Alcatraz. La prigione. E’ perfetto. Il vento ti spacca. Una foto, e poi andiamo. Di corsa.