
C’è stato un temporale (quasi) estivo. Un classico di stagione. E come tutti i temporali che si rispettino termina con la quiete di un bellissimo arcobaleno. E probabilmente ne avrete già visti mille in queste ore. E chi sono io per non pubblicare la foto di un arcobaleno? In questo caso ‘quasi’ doppio. Non quel che si può definire una foto straordinaria ma mi sembrava brutto non collaborare all’evento! ;-)
![[Before] Ciciu del Villar](http://farm8.staticflickr.com/7098/7157560777_800800ee5f_c.jpg)
Nei pressi di Dronero (per la precisione a Villar San Costanzo) si possono ammirare i famosi Ciciu del Villar. Ne sentivo parlare da diverso tempo e finalmente ho avuto l’occasione per andarli a trovare. Ma in realtà ho fatto più fatica del previsto: nonostante i famosi Ciciu siano ben visibili all’entrata del parco (ma io questo l’ho scoperto dopo) sono riuscito a prendere una strada sbagliata e sono arrivato in cima alla montagna senza scorgere nessun pupazzo (ciciu in piemontese significa pupazzo). E allora mi sono visto a fotografare altro: erba, alberi, costruzioni in mattoni e cemento, cielo azzurro, nuvole, persone che leggono all’ombra. E i famosi Ciciu del Villar? Arrivano domani. ;-)
![Maudagna [SLOW]](http://farm8.staticflickr.com/7079/7309979668_005133cfca_c.jpg)
Questa è la settimana nelle foto che hanno un significato. Brutte, ma che hanno un significato. Questo è il Torrente Maudagna, a Frabosa Sottana. E’ la mia prima foto scattata con il filtro Neutral Density. A cosa serve un filtro Neutral Density? Molto semplice, riduce la quantità di luce che entra nell’obbiettivo. E quando si usa? Quando si vuole utilizzare un tempo di esposizione lungo e la luce non lo permette. E’ il classico esempio (guarda caso) dell’acqua: per ottenere un effetto seta si devono usare lunghi tempi di esposizione (di giorno) e l’unico sistema è utilizzare un filtro ND. In questo caso ho utilizzato due filtri: ND4 e ND8 (si avvitano uno sopra l’altro) che permettono di recuperare, sommati, 5 stop. Nonostante il decadimento della luce ho dovuto comunque scattare a 50 iso, f/22 e 0.6 secondi (era da poco passato mezzogiorno). Ma niente cavalletto, mi sono appoggiato alla balaustra del ponte.

Questa foto è la perfetta continuazione dell’immagine di ieri. Stesso giorno, stesso luogo, stesso cielo. Dopo aver scattato dal prato mi sono accorto che alle mie spalle scorreva il lago di Beinette (si, il lago di Beinette scorre). Mi sono spostato e ho provato a riprendere la Bisalta da un’altra angolazione includendo nella parte bassa del fotogramma anche le acque del lago. Ho attenuato i colori, aumentato il contrasto e, ovviamente, eliminato il fastidioso palo della luce. Di questa foto mi piace la posizione delle nuvole (anche riflesse) che sembrano indicare la montagna. Talvolta il fotografo (quello perseverante) è aiutato anche dalla fortuna.
![Bisalta [clouds]](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2012/05/bisaltaclouds.jpg)
Devo ammettere che sono molto infastidito dai pali della luce (e relativi cavi). Spesso e volentieri mi sono trovato a combatterli, a schivarli, ad evitarli. Eppure sono sempre lì, proprio nel mezzo del panorama che mi piacerebbe fotografare; e sono dappertutto anche nei luoghi più impensati, dove la natura è praticamente incontaminata, anche quando la prima impronta umana dista decine di miglia. Non c’è l’acqua, non c’è la vita, non c’è la flora, non c’è la fauna, sei nel deserto, nel posto più sperduto del mondo: ma non ci sono speranze, i fottutissimi pali della luce sono nel centro della foto perfetta. E ho deciso di combatterli a modo mio, usando Photoshop e la meravigliosa arma del timbro clone. Perché io intendo la fotografia come una via di mezzo, un giusto mix, fra scena reale e personale visione artistica. E nella mia visione artistica i pali della luce (e relativi cavi) non hanno proprio cittadinanza.

Mi piace rimbalzare fra mare e montagna, ma d’altronde sono con il cuore ad Imperia e con la mente a Cuneo. Questa foto risale all’inizio di marzo: siamo sul molo lungo di Oneglia, il vento è fortissimo, il cielo nuvoloso e cupo di fine inverno. A Imperia ci sono questi cannoni, ci sono da sempre: ricordo le mie foto di bambino a calvacioni sulla punta oppure in piedi, in equilibrio. Sinceramente non ricordo i cannoni sul molo lungo e penso che questo (spero di non sbagliarmi) sia arrivato da poco. E’ già sfregiato, come nella peggiore tradizione italiana, ma credo voglia rappresentare la resistenza strenua, la difesa della costa dagli invasori. E mi piaceva il suo modo di guardare il mare, di guardare l’orizzonte, la sua fierezza di combattente. Anacronistica.