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P R E S E N T E
POSTED ON 8 Ott 2007 IN Landmark     TAGS: silver, history, cemetery

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Il cimitero monumentale di Redipuglia urla. Urla con il silenzio un dolore che non si può e non si deve cancellare. Ho provato a sedermi sul marmo e ho voluto ammirare, da solo, nel silenzio, questo monumento al dolore e alla distruzione. Non sono stato capace di rimanere insensibile e cinico come quasi sempre mi riesce. Questo spazio ti entra nel cuore e ti percuote con brividi lungo la schiena. I visitatori sono in silenzio, parlano sottovoce. E’ un cimitero ma non è un cimitero come tanti; è un cimitero assoluto, dove si ricorda il dolore e dove si rivive lo strazio di una guerra assurda. PRESENTE inciso nel marmo, un grido forte e deciso, il grido degli oltre centomila soldati sepolti qui.

La diga del Vajont
POSTED ON 1 Set 2007 IN Reportage     TAGS: History

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La diga del Vajont è uno di quei luoghi che restano impressi nella memoria. Lei è li, alta, splendida, un capolavoro di tecnica. Ha assistito, suo malgrado, a una delle tragedie più grandi degli ultimi 50 anni. Quando la osservi rimani come di sasso: non è bella, è solo grande, gigantesca. E’ un simbolo e come tale fa riflettere, fa pensare: simboleggia l’avidità, l’avidità di denaro. Il denaro sopra ogni cosa, superiore al pericolo, più forte della paura. E si spera che questo monumento incolpevole rimanga ancora tanti anni al suo posto, per ricordare. La si definisce tragedia del Vajont, ma il Vajont è l’unico non colpevole. Ci sono passato un paio di settimane fa, volevo vederla, volevo rendermi conto della maestosità. A distanza di quasi 44 anni fa ancora paura: è diventata quasi un’attrazione turistica, ma i turisti rimangono in silenzio, sono tristi. Sono poche le cose che il tempo non cancella: il dolore di questa valle è una di queste.

Prima il fragore dell’onda
Poi il silenzio della morte
Mai l’oblio della memoria