Quest’anno, per il tradizionale spettacolo pirotecnico dedicato alla festa della Madonna, ho deciso di seguire la corrente classica e mi sono piazzato in piazza Maggiore; nel cuore della Notte Bianca monregalese. L’idea era di fotografare le persone, la Chiesa della Missione e i fuochi d’Artificio: i celebrati Feu ‘dla Madòna (non imparerò mai la pronuncia corretta). Non mi sono esaltato molto, la posizione non mi ha convinto, troppo disturbo, e quindi mi sono mosso (anche un po’ di corsa). Prima vicino al piatto di ceramica, poi dal vecchio tribunale e infine, colpo di fortuna clamoroso, dalla funicolare. Dico colpo di fortuna perché, proprio durante gli ultimi fuochi d’artificio, è passata la funicolare -andata e ritorno- e questo mi ha permesso di ottenere una foto con un mosso creativo diverso, anche interessante. Mi sono salvato all’ultimo istante, in corner.
Nello scorso mese di aprile ho partecipato a Torino all’evento I Palazzi delle Istituzioni si aprono alla città. Un itinerario culturale con partenza dal Palazzo Civico, sede del municipio, con una visita alle sale auliche, culminante nella Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, e nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale, eccezionalmente aperto al pubblico. Qui c’è stato l’incontro con Maria Grazia Grippo, attuale presidentessa del consiglio comunale, che ci ha presentato l’evento in modo decisamente esaustivo. Abbiamo quindi raggiunto i Musei Reali per la visita nelle sale di rappresentanza di Palazzo Reale, centro di comando della dinastia sabauda e prima reggia dell’Italia unita. Quindi attraverso il collegamento dello Scalone monumentale abbiamo raggiunto la Galleria alfieriana delle Segreterie di Stato, attuale sede della Prefettura di Torino, che definire bellissima è forse riduttivo. Ultima tappa la sala storica che ospitava l’ufficio di Cavour; il percorso è terminato nell’archivio di Stato e nelle preziosa Biblioteca, i cui ambienti furono progettati da Filippo Juvarra come sede dei Regi Archivi, uno dei luoghi più segreti dello Stato sabaudo, riservato al re, ai ministri e agli archivisti della Corte.
Non ho fotografo tutto nel dettaglio, sono immagini didascaliche che si possono trovare con una semplice ricerca. Ho preferito ascoltare la guida con attenzione perché la storia di alcune sale meritava la massima concentrazione. Ho scelto di pubblicare solo alcuni scatti, quelli che mi hanno colpito di più l’occhio. Non ci sono foto di Palazzo Reale perché ero già stato di recente e quindi non ho fotografato quasi nulla. Comunque nulla di interessante. La prossima spedizione è prevista il 4 novembre, merita ed è totalmente gratuita: se trovate ancora posto merita il viaggio.
Negli ultimi 18 anni la Strada Statale 28 del Col di Nava è diventata, per il sottoscritto, una sorta di via di fuga. Dalla Riviera dei Fiori a Beinette passando per Mondovì, varcando il confine Liguria-Piemonte: non ho mai pensato di contare quante volte, ma credo che 1000 possa essere un numero molto vicino alla realtà. In questo mio continuo viaggiare fra le province di Cuneo e Imperia devo giocoforza passare da Bagnasco e non è possibile fare a meno di notare il gigantesco affresco che si può osservare all’inizio del centro abitato: Bagnasco, il Paese del Bal Do Sabre. Non ho mai cercato di scoprire cosa fosse, mi segnavo mentalmente questa informazione in un cassetto della memoria, ma poi finiva lì. Qualche anno fa ho conosciuto un abitante del piccolo centro cebano, ho chiesto, e sono finalmente riuscito a soddisfare la mia curiosità.
Il 21 luglio scorso in occasione di Bagnasco a Colori il gruppo è tornato ad esibirsi e non potevo mancare. Ho preso contatti con il sindaco e con il presidente dell’associazione Bal do Sabre e sono andato in paese diverse ore prima dell’inizio della manifestazione. Ho aspettato, ho assistito alla preparazione, fotografato il momento della vestizione con gli abiti tipici, osservato le prove e accompagnato il gruppo durante l’esibizione. Ho scattato quasi 500 foto e ho preparato un reportage di 99 immagini che sono la storia di quello che ho visto. Non è un racconto cronologico in senso stretto, ho preferito dividere in due parti distinte: la prima parte che descrive il momento più importante, cioè la danza in piazza, una seconda parte che invece parla dei preparativi e dell’attesa. Non è un portfolio e nemmeno un vero reportage (troppe foto): è semplicemente il mio personale regalo a Bagnasco e alla tradizione del Bal do Sabre. E spero sia un dono gradito.
Il tema del concorso fotografico collegato al Campionato Italiano di Bocce Quadre aveva un titolo difficile, molto difficile: Ritornare Bambini. Quando si gioca torniamo tutti un po’ bambini, ma il titolo di questa foto credo possa essere un altro, più preciso: Rimanere Bambini. E’ uno scatto che ho rubato in un momento di pausa della gara, il protagonista di questo foto, mentre scherza e si mette in posa per il fotografo ufficiale, è Gianpiero Gregorio presidente (credo) dell’Associazione Ricreativa Culturale Bocce Quadre Mondovì. Rimanere Bambini e non, come dovrebbe essere ritornare, perché lui non è mai diventato grande, è rimasto bambino dentro, e questo è forse il più grande risultato al quale possa ambire un essere umano adulto.