POSTED ON 23 Lug 2023 IN
Reportage
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EVENT,
art

Giovedì sera ho assistito, con il gruppo di MondovìPhoto, al vernissage del progetto News from Home, che fa parte di un altro progetto, più ampio e di respiro europeo, che prende il nome di Dialog City. Il tutto inserito all’interno dell’Hybrid Festival che si è tenuto a Mondovì proprio in questi giorni con performance, installazioni, eventi. Riporto da MondovìPhoto.com:
News From Home è un progetto che cattura storie dalle comunità attraverso un collage di scatti fotografici ed è realizzato dal duo artistico
Anne Fehres, olandese, e
Luke Conroy, australiano. Anne e Luke sono stati scelti tra una candidatura di ben 78 artisti per il progetto europeo Dialog City, giunto alla sua decima edizione. […]In News From Home Luke e Anne sono interessati ad esplorare storie oggettive e soggettive della comunità e del suoi membri in relazione ad una prospettiva sia globale che locale. Per raggiungere questo obiettivo gli artisti hanno condotto ricerche sul campo, per le strade, facendo osservazioni, incontrando la comunità e scattando fotografie.
Parallelamente Anne e Luke hanno coinvolto la comunità attraverso varie forme di co-creazione fisica e digitale, invitando tutti gli abitanti attraverso i social a contribuire con le proprie idee e immagini relative alla Mondovì del passato, del presente e, soprattutto, del futuro. Il risultato di questa ricerca e raccolta di immagini è stata la creazione di una composizione fotografica lunga 6 metri e alta 2. L’opera è stata presentata sul muro adiacente i Giardini del Belvedere, a Mondovì, durante l’Hybrid Festival che si terrà in questi giorni e terminerà il 22 luglio.
La composizione finale è composta da quasi mille elementi individuali ispirati all’identità multistrato di Mondovì e ogni strato presenta la nostra città da diverse prospettive che include elementi come i disegni dei bambini, immagini storiche, fotografie della vita quotidiana inviate dalla comunità, graffiti e ritratti improvvisati nelle strade. Attraverso questa collisione di diversi strati l’opera celebra Mondovì come luogo in cui elementi del passato, realtà moderna e sogni futuri si sovrappongono costantemente, invitando il pubblico a considerare diverse narrazioni da una prospettiva locale e globale.


POSTED ON 26 Apr 2023 IN
Reportage
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EVENT,
museum

Il 3 Marzo scorso, nella splendida cornice della palazzina di Caccia di Stupinigi, ho presenziato all’inaugurazione della mostra del grande Elliott Erwitt. La mostra s’intitola Family e raccoglie gli scatti del maestro che hanno meglio descritto il concetto inesprimibile e totalizzante della famiglia. La mostra consta di non so quante foto, non ho trovato il numero e non le ho contate (ma sono tantissime), tutte rigorosamente in bianco e nero come nello stile del fotografo statunitense; raccontano in modo variegato e moderno il concetto di famiglia e rappresentano uno spaccato molto interessante della nostra società. Il tutto visto attraverso la lente ironica, ma anche dolce e sprezzante, di Erwitt. E’ una mostra assolutamente da vedere se siete appassionati di fotografia, ma anche se non lo siete: sino all’11 giugno 2023.
Elliott Erwitt, nato Elio Romano Erwitz (Parigi, 26 luglio 1928), è un fotografo statunitense specializzato in fotografia pubblicitaria e documentaria, noto per i suoi scatti in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche e assurde di tutti i giorni. Seguì lo stile di Henri Cartier-Bresson, maestro nel cogliere l’attimo decisivo.






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POSTED ON 25 Apr 2023 IN
Reportage
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drone

Lo scorso week-end ho partecipato alla 2 giorni di fotografia organizzata da Progetto HAR in occasione della festa di Sant Marcelin (che tornava dopo tre anni) a Macra, in valla Maira, dove si parla occitano, si mangia alla moda de lhi Anchoiers, si suona, si canta, si va in processione.
Si trattava di una
maratona fotografica organizzata su due giorni (niente male) con fotografie da scattare dal mattino alla sera e divisa in 12 temi con chiari riferimenti alla festa. Purtroppo fra il lavoro e la distanza ho faticato a rispettare perfettamente tutte le tematiche (mi sono perso la processione di domenica mattina e il corteo musicale di sabato) e ho dovuto inventare, con qualche colpo misto di fortuna e genio: nel senso che portarmi dietro la chitarra è stata una buona pensata, mentre scovare il santo pronto sul pick-up il giorno precedente la processione è una via di mezzo
fra intuizione e fortuna.
Ho tirato fuori 12 scatti che in parte mi soddisfano molto (alcuni davvero molto) e altri meno, come è normale in ogni maratona fotografica che si rispetti: ho scelto il bianco e nero perché credo che il racconto e la storia di una tradizione centenaria come la fiera di Sant Marcelin possa meritare questa scelta. Per trovare una quadra che mi potesse dare soddisfazione ho fotografato con il grandangolo, il tele, il normale e il drone: avevo anche il macro, ma non è servito. Ho utilizzato il treppiede, il polarizzatore, un filtro neutral density e un filtro star (che si vede nella foto di copertina sulle fiaccole). Le immagini sarebbero da spiegare e associare al tema, ma sarebbe troppo complicato: trovate comunque il titolo nella descrizione della foto.












L’Accademia delle Scienze di Torino nasce nel 1757 per iniziativa del conte Angelo Saluzzo di Monesiglio, del medico Giovanni Francesco Cigna e del matematico Luigi Lagrange. Nel 1783 Vittorio Amedeo III concede le lettere patenti di fondazione della Reale Accademia delle Scienze. Il motto scelto dai Soci Veritas et utilitas esprimeva il duplice impegno dell’Accademia per il progresso della scienza e per la sua finalizzazione a vantaggio della società.
Mercoledì scorso, con la guida di Elena Borgi, responsabile della biblioteca, mi sono lanciato in un viaggio nella storia e nella scienza che posso, senza dubbio, definire meraviglioso. L’ambiente è di rara bellezza, le sale che abbiamo visitato conservano un fascino trepidante e non possono che stupire e meravigliare chiunque abbia l’onore di varcare la soglia di ingresso. Avevo già visto qualche immagine della Sala dei Mappamondi, che deve il nome ai due preziosi globi del cartografo veneziano Vincenzo Maria Coronelli conservati al suo interno, ma osservarla dal vivo lascia davvero senza fiato. E poi si passa nella sala della lettura (superando i busti di Pitagora e Euclide) che forse è meno scenografica, ma che mostra un soffitto incredibile (affrescato con soggetti ispirati all’ornitologia, tra cui gufi, struzzi, pavoni e pellicani) e ha le pareti ricoperte da librerie in legno che ospitano le collezioni librarie più antiche.
Ci sarebbero un’infinità di storie da raccontare, ma come sempre mi piace dire io faccio foto, mica scrivo. Sul sito dell’Accademia si può leggere la storia di questo luogo che mi ha lasciato delle sensazioni che posso definire da brividi (anche grazie al racconto e alla competenza di Elena Borgi). Dopo la visita ho iniziato ad ascoltare il podcast La Scienza, che storia!, prodotto dall’Accademia (al momento sono 9 puntate) e che parla di divulgazione storico-scientifica in modo semplice e, per certi versi, anche divertente. Ho scelto 20 foto e purtroppo non sono molto soddisfatto: il tempo è stato tiranno e non ha aiutato il compito del povero fotografo. Mi sarebbe piaciuto avere più spazio, più calma e meditare maggiormente prima di premere il pulsante di scatto: ma devo ammettere che quando osservo queste immagini mi tornano bene in mente le sensazioni che ho provato e il profumo della biblioteca.








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POSTED ON 18 Apr 2023 IN
Macro
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nature

Questo è il terzo post consecutivo dedicato alla categoria macro+flowers e potrebbe non essere un caso. Diciamo che fra gli obbiettivi del 2023, fra i buoni propositi, rientrava anche la fotografia macro. E quale migliore occasione di un contest fotografico in un vivaio? L’occasione è arrivata domenica scorsa durante la Grande Festa di Primavera organizzata da Roagna Vivai di Cuneo. Non lo conoscevo (non sono un vero praticante dell’arte del giardino), ma devo ammettere che sono rimasto molto sorpreso/colpito dall’eleganza e dall’organizzazione: davvero tutto perfetto, in ordine, bellissimo. Durante la giornata chiunque avesse voluto cimentarsi nell’arte della fotografia (e quella invece la pratico) poteva partecipare al Photo Day, una giornata dedicata a catturare la fugace bellezza della primavera. Se volete anche votare la mia foto (ho scelto il dettaglio di stami e pistillo di un fiore di Ibisco) potete farlo qui e qui.
Non potevo mancare e devo ammettere che
l’assenza di vento è un fattore decisamente importante se si vogliono scattare dettagli molto ravvicinati di fiori e piante. Questo mi ha permesso di scattare con diaframmi chiusi e tempi lunghi per ottenere una
discreta profondità di campo. Per tutto il resto c’è il
focus stacking (ma è un argomento al quale non mi sono ancora avvicinato)(magari in futuro, chissà).
Ho scattato con tutta calma una ventina di immagini utilizzando sempre il meraviglioso (non finisce di stupirmi) Canon RF 100mm Macro: treppiede, slitta, tempi di scatto impegnativi. Sono tutti dettagli, alcuni anche con ingrandimenti di un certo rilievo: non sono ancora un grande conoscitore del mondo macro, anzi, sono un dilettante allo sbaraglio, ma queste sono le prime immagini che mi soddisfano. Adesso cercherò di fare qualcosa di meglio, magari all’aperto.







