Il carnevale di Venezia ha nei costumi i suoi protagonisti assoluti. Ho notato che gli attori di questa manifestazione si immedesimano completamente con la loro opera: il trucco non si limita semplicemente ad un vestito ma diventa un comportamento, un modo di essere e di camminare. Dietro le maschere spiccano occhi quasi sempre bellissimi, colorati, luminosi e il sospetto che non siano veri, ma che facciamo parte anche loro di un travestimento, mi è balenato più volte nella mente. Credo che il dubbio mi rimarrà per sempre. :)
Nel momento preciso in cui ho scattato questa foto ho pensato ad una bellissima canzone di Caterina Caselli: “Il Carnevale“. Perché il Carnevale finisce male e questa maschera non serve più. E vedere questa bambina, sola e un po’ triste, giocare con i coriandoli rimasti per terra, mentre la piazza si svuota e la musica finisce, mi ha lasciato proprio la stessa amarezza e la stessa tristezza che si prova ad ascoltare la canzone scritta dal compianto Giancarlo Bigazzi. Il carnevale papapa… :)
Ed ecco l’ultimo post dedicato alla Battaglia delle Arance (finalmente dirà qualcuno). Questa immagine voglio dedicarla a piazza Ottinetti e soprattutto al gruppo che mi ha ospitato e ‘colpito’: gli aranceri del gruppo Scorpioni D’Arduino. Ho scattato questa foto in uno dei rari momenti di pausa; la battaglia è in fase avanzata (si capisce dalla quantità di arance in terra) e gli aranceri cominciano a sentire la stanchezza. Ho applicato un effetto distorsione sui bordi; in realtà cercavo di trasmettere le sensazioni di un fish-eye e durante gli esperimenti mi è uscita questa strana piega esterna. Ho deciso di lasciarla, la foto mi sembrava più dinamica e meno omologata.