Prosegue imperterrita, e senza soluzione di continuità, la tradizione del post natalizio. Quest’anno purtroppo è più triste del solito e la voglia di festeggiare non è certo al massimo livello; ma si cerca di sorridere per dimenticare le lacrime. E un Natale di pietra, un po’ come ti lasciano certe notizie. Ho scattato questa foto nello splendido villaggio di Saorge, al confine fra Italia e Francia, in una uggiosa giornata di metà dicembre. Fra le case spuntava questo particolare addobbo natalizio e ho subito pensato al mio post dedicato al 25 dicembre; ma è un’altra storia che Vi racconterò nei prossimi giorni. E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.
Chi mi segue su queste pagine (anche di sfuggita) sa che non sono un seguace di nostro signore Gesù Cristo. E interpreto il Vangelo come una favola, poco di più, ambientata un paio di millenni orsono; la rappresentazione teatrale di questo racconto, un po’ arruginito, è sempre comunque interessante. Nei giorni intorno al santo Natale (24 e 26 dicembre) il paese di Bagnasco (celebre per il bal do sabre) ha allestito un bellissimo presepe vivente e data la presenza di un concorso fotografico non potevo mancare. Fotografare al buio non è mai semplice: ho alternato treppiede e scatti a mano libera con ISO stratosferici e penso di aver trovato l’anima della rappresentazione in queste 8 foto che ho selezionato. Non resta che capire se anche la giuria apprezzerà le mie immagini. :)
Prosegue imperterrita, e senza soluzione di continuità, la tradizione del post natalizio. La foto di quest’anno è tipicamente urbex, scattata nel 2017 all’interno del titano caduto, alle porte di Torino. E’ stata scelta in modo automatico al momento del click: già sapevo che l’avrei utilizzata per il post tradizionale natalizio. Manca poco a mezzanotte e quindi termina anche il #whamageddon: Vi lascio alle note della mitica canzone degli Wham, ormai diventato un classico moderno, immancabile il 25 dicembre. E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.
Prosegue imperterrita, e senza soluzione di continuità, la tradizione del post natalizio. Quest’anno mi sono mosso per tempo: ho scattato la foto dedicata alla festa più importante della liturgia cattolica nella grotta di Babbo Natale, nell’incantevole paese di Ornavasso, a inizio dicembre. Quale posto migliore? Lungo il tragitto per raggiungere Babbo Natale (al freddo, al gelo e nell’umidità più assurda) c’erano dei piccoli anfratti e in uno di questi hanno attirato la mia attenzione alcuni simpatici animaletti somiglianti a piccoli gufi: praticamente uguali agli uccelli di Angry Birds, ma in versione natalizia. Questo è il motivo del titolo, non certo per via del mio umore attuale che invece tende al positivo. E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.
Anche quest’anno riesco a rispettare la tradizione del post natalizio. Ma è stata una faticaccia: la mancanza di idee e di voglia però non mi hanno fermato. Questo pomeriggio ho girato a zonzo per Beinette (prima) e per Cuneo (dopo) alla ricerca di spunti interessanti: mi aspettavo di trovare qualche Babbo Natale (sarebbe dovuto passare oggi), ma di signori vestiti di rosso nemmeno l’ombra e quindi mi sono dovuto accontentare di qualche dettaglio e al minimo sindacale possibile per ottenere la denominazione di foto street. E adesso mi rivolgo direttamente al Cristo e chiedo una piccola/grande cortesia: dato che sono circa 1700 anni che non ci dimentichiamo un tuo compleanno (la data è sbagliata, ma quello è piccolo particolare insignificante: è il pensiero che conta) potresti fare in modo che nel futuro prossimo la scia di sangue e morte che sta dilaniando il nostro pianeta possa un attimo placarsi? Amici importanti mi dicono che questa impresa rientra nelle tue immense capacità (del quale io non mi permetto assolutamente di dubitare)(giuro)(anche se sono più per l’arianesimo). D’altrocanto oggi è il Natale cattolico per circa il 15% della popolazione mondiale, giusto? E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.
Buon Natale, si sente augurare in ogni dove, da grandi e piccini. Naturalmente, l’augurio nella maggioranza dei casi è una pura coazione a ripetere. Ma coloro che pensano a quello che dicono, credono di commemorare con i loro auguri la nascita di Gesù. E la maggioranza degli auguri non sa, o ha dimenticato, che la scelta del 25 dicembre come giorno del Natale cristiano è mutuata dalla festa del Sol Invictus, “Sole Invitto”, il Dio Sole (El Gabal) che l’imperatore Eliogabalo importò nel 218 a Roma dalla Siria. […] (Piergiorgio Odifreddi)