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XVI Religion
POSTED ON 4 Ott 2018 IN Reportage     TAGS: urbex

XVI Religion

Giro la testa a 360 per sentire ciò che dicono
Spengo gli occhi è un mondo troppo frivolo
Un universo nella pancia che mi porto appresso
Dalla paura del buio a quella di te stesso
Vogliono che muoia bel gesto lo apprezzo
Ma la luce che mi guida è troppo forte non ha un prezzo
E pezzo dopo pezzo spargo in seme il mio auspicio
Figlio di un grigio sacrificio sotto un cielo grigio
La mia setta è l’XVI Religion
Calci in bocca dall’hardcore di un contratto in ufficio!

Oggi un dio non ho
POSTED ON 2 Ott 2018 IN Reportage     TAGS: URBEX, religion, church, superwideangle

Oggi non dio non ho #04

Dentro un vortice
nuvole scoppiano e il sole cade giù
e ho bisogno di aiuto e non c´è
che da vivere, esistere
giorno dopo giorno ancora non mi arrenderò…
oggi un dio non ho
sono morto anch´io se
oggi un dio non ho

Oggi non dio non ho #01Oggi non dio non ho #02Oggi non dio non ho #03

Approximate Solitude
POSTED ON 2 Ott 2018 IN Reportage     TAGS: urbex, superwideangle

Approximate Solitude

Presa de Mala
POSTED ON 22 Set 2018 IN Reportage     TAGS: URBEX

Presa de Mala #01

La Presa de Mala è una grande diga costruita negli anni ’70 nella zona di Mala, a Lanzarote. Pensata e ideata (con costi altissimi) per fornire una riserva idrica all’isola non ha praticamente mai funzionato per problemi strutturali e oggi è completamente abbandonata. E’ tristissima. Per arrivarci si deve percorrere una lunga e polverosa strada sterrata. In salita. Intorno è il deserto di terra rossa, il caldo (ad Aprile) è terribile.

Dentro però è davvero affascinante: si può scendere lungo una scalinata sino al fondo e passando nelle porte che si aprono nel cemento si entra nei cunicoli di manutenzione. Decisamente angoscianti. E’ molto fotogenica, ma dopo qualche minuto ho deciso di risalire che mi mancava l’aria. Bellissimo il graffito che sovrasta la diga, rimane il dubbio: come sono riusciti? Si vede anche dalla costa passando in macchina sulla statale: decisamente di impatto. Dopo le foto ho pubblicato anche la storia della Presa de Mala: certe cose non succedono solo in Italia, ma si possono incontrare in ogni angolo del pianeta. Magra consolazione.

Presa de Mala #03Presa de Mala #02

Presa de Mala #04Presa de Mala #05Presa de Mala #06

Presa de Mala #10Presa de Mala #07

Presa de Mala #08Presa de Mala #09Presa de Mala #11

Telamon
POSTED ON 19 Set 2018 IN Reportage     TAGS: urbex, sea

Telamon #01Telamon #02

La Telamon fu una nave da carico, costruita nel 1954 e arenata nel 1981 quando navigava battendo bandiera greca, nei pressi di Arrecife nell’isola di Lanzarote. […]Il 31 ottobre del 1981 mentre era in viaggio da San Pédro (Costa d’Avorio) con destinazione di Salonicco, trasportando un carico di tronchi d’albero, nei pressi dell’isola di Lanzarote, in seguito ad una tempesta, si aprivano diverse falle nello scafo imbarcando acqua. Alla nave venne negato il permesso d’ingresso nel porto di Arrecife dalle autorità spagnole che temevano potesse affondare da un momento all’altro e bloccando l’attività dell’intero porto. Fu così trainata da un peschereccio e fatta arenare nella baia vicino al villaggio de La Caletas tra Costa Teguise e Arrecife dove veniva abbandonata. Successivamente la nave si spezzò e il relitto venne definitivamente abbandonato. Con una parte del legname è stata realizzata una scultura eretta a Costa Teguise e inaugurata il 24 giugno 2009 che porta il nome di La hoguera de San Juan (falò).

Telamon #03Telamon #04Telamon #05

Palazzo Nervi
POSTED ON 19 Giu 2018 IN Landmark     TAGS: urbex, geometric, history

Palazzo Nervi

Il palazzo Nervi (definito anche Palazzo del Lavoro) era da tempo un mio obbiettivo. Ero incuriosito dalla struttura progettata dall’ingegner Nervi, volevo assolutamente fotografare i pilastri a forma di albero. Ho fatto una perlustrazione e mi sono accorto di un’apertura nel cancello principale: non ho esitato, sono entrato dentro e ho scattato con il grandangolo e il treppiede. Mi sentivo decisamente a disagio, atmosfera al limite del surreale, e quindi sono uscito troppo in fretta. Un solo scatto, un colpo unico. Discreto e geometrico, proprio come lo cercavo.

Il Palazzo dell’Esposizione Internazionale del Lavoro, meglio noto come Palazzo del Lavoro o – dal nome del suo autore – Palazzo Nervi, è un edificio ubicato nel quartiere Nizza Millefonti (zona Italia ’61), alle porte sud della città di Torino. Fu progettato dall’ingegner Pier Luigi Nervi, con la collaborazione dell’architetto Gio Ponti e di Gino Covre, e completato nel 1961. All’epoca della sua inaugurazione, è stato un notevole esempio di struttura espositiva per dimensioni e innovazione tecnologica. Versa in stato di abbandono.

A partire dal 1959, Torino vide la realizzazione di una serie di edifici realizzati nel quartiere Nizza Millefonti, in occasione dell’evento Italia ’61, ovvero le celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia. Tra di essi, questo edificio si distinse per le caratteristiche dimensionali e progettuali all’avanguardia. In seguito fu, con lunghi intervalli, utilizzato per ospitare eventi fieristici, mostre, esposizioni internazionali e, fino alla metà degli anni ottanta, alcuni uffici del Centro Internazionale B.I.T. – Agenzia delle Nazioni Unite, successivamente spostati sempre lì vicino. Fino al 2008, ospitò anche una sezione distaccata della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, più una parte di sedi didattiche di un consorzio specializzazioni post-diploma. Dal 2009, fu occupato da sporadiche attività commerciali, tra cui anche una discoteca o per serate o feste musicali a tema, ma progressivamente, è stato nuovamente abbandonato per via degli ingenti costi di gestione. Lodato da numerose testate giornalistiche di architettura per le innovative tecnologie costruttive impiegate, il Palazzo del Lavoro è caratterizzato da un ampio padiglione quadrangolare di 22.500 m2 e 156 metri per lato, costituito da 16 elementi modulari con copertura a base quadrata. Ciascun modulo, di 40 metri per lato, è sorretto da un pilastro centrale di 25 metri rastremato in altezza, che termina con una caratteristica raggiera di travi in acciaio dal diametro di 38 metri. L’illuminazione naturale è garantita da lucernari ricavati dallo scostamento di ciascun modulo e dalle pareti perimetrali che presentano, anche se in stato di degrado, un complesso sistema di lamelle frangiluce la cui inclinazione varia a seconda dell’esposizione solare.

Il grande padiglione interno era originariamente provvisto di caffetterie in ciascuno dei quattro angoli e soluzioni versatili per ospitare ulteriori eventi futuri. Il piano interrato ospita una grande sala conferenze, due sale cinematografiche, una piccola struttura ricettiva e locali di servizio.