Questa è una foto tremenda, brutta, ignobile, inguardabile (aggiungere epiteti a piacere). E’ una mia disgustosa elaborazione grafica di circa 11 anni fa. Questa foto è stata scattata in un freddo novembre parigino con la Canon EOS 20D e l’obbiettivo in dotazione (il sempreverde 18-55) alla celebre Piramide del museo Louvre. Voglio pubblicarla qui per non dimenticare, perché mi capita spesso di osservare e criticare elaborazioni fotografiche improponibili (quello sono) con la superbia di chi ha la verità in tasca. Ma anche io ho i miei scheletri nascosti e ho deciso di aprire questo polveroso armadio, non voglio celare nulla. E questa immagine rimarrà qui, come un testimone del tempo che passa (fortunatamente in questo caso). Il titolo è quello originale dell’epoca: ma ero un ragazzino inesperto, abbiate pietà almeno voi.
Parigi è una delle più belle città Europee. Secondi tanti la più bella, certamente la più affascinante. Ci sono tanti angoli pittoreschi e bellissimi ma se vogliamo fotografare Louvre e Tour Eiffel rischiamo di cadere nel banale, nel già visto. Con questa idea fissa in testa ho provato a fotografare i due più celebri monumenti parigini cercando un’angolazione e un’idea che rientrassero nel mio stile senza diventare cartoline. Era un freddissimo novembre del 2005 e sono riuscito solo parzialmente nel mio intento. Questi sono i miei tre angoli di Parigi. Tre angoli famosi e, forse, già visti.
Parigi è una città stupenda per tantissimi motivi, ma il suo fascino è da ricercare soprattutto nell’atmosfera che si respira nelle sue piazze, nei suoi vicoli, nei suoi boulevard. Tutte le volte che torno nella capitale francese rimango ammaliato dal Centre Pompidou, un luogo moderno ma affascinante, giovane e, nonostante l’aspetto futuristico, anche un po’ bohemienne. Ci sono tantissimi artisti di strada e ho scelto di ricordarne due con una prospettiva un po’ sgranata, retrò, parigina se vogliamo. Non senza aver lasciato prima un’offerta, chiaro.