Devo ammettere che il concetto di mongolfiera inizia a suonarmi strano. Al primo raduno il mio sguardo era allucinato, come un bambino la mattina di Natale, ed è la stessa emozione che ho letto negli occhi di mia sorella al suo primo evento del genere. Questa mattina mi sembrava di essere nella normalità più assoluta, quasi una routine e quando la meraviglia diventa fisiologica è davvero un passo importante: non sapevo cosa fotografare perché tutto mi dava l’impressione del già visto. Cartoline e tramonti, invece erano mongolfiere (alcune anche davvero particolari) che si gonfiavano e danzavano nel cielo: e non è roba di tutti giorni. Dal punto di vista fotografico non ho avuto fortuna: tempo splendido, ma cielo troppo limpido (nuvole scenografiche nemmeno l’ombra) e correnti in direzione Cuneo, quindi niente foto a ridosso di Mondovì. Mi sono dedicato soprattutto al gonfiaggio e alla storia a terra privilegiando alcuni aspetti della vita da mongolfiera che trovo interessanti: quando si riesce ad entrare dentro al pallone e si possono scattare foto dalla gola i risultati sono sempre importanti. Ho scattato con almeno 4 obbiettivi diversi utilizzando il 70/200 moltiplicato (1.4x) e muovendomi in assoluta libertà in piazza Europa: la quantità di gente presente al raduno (il 31esimo) è stata davvero impressionante. Successo che definire clamoroso è riduttivo. Ho scelto 25 foto, non sono completamente soddisfatto delle scelte artistiche, ma la qualità tecnica mi sembra buon livello. Al prossimo anno.
La sensazione che provo? Quella di galleggiare nell’aria. Ma soprattutto, l’emozione di riuscire a sfruttare il vento, che non si vede: è come se fossi una nuvola, che può salire e scendere nel cielo.
– John Aimo
Sabato sera ho fotografato una sfilata di moda etica e solidale allo spazio Intrecci (bellissimo nome) in corso Statuto a Mondovì. La sfilata è stata organizzata da Colibrì altromercato, una Cooperativa Sociale Onlus che si occupa di commercio equo e solidale. Ho cercato di costruire un reportage che potesse rappresentare al meglio l’atmosfera, la dedizione e la voglia di proporre qualcosa di veramente alternativo; non è stato facile, ma spero di esserci riuscito con queste 17 immagini (di 100 che ho conservato). Ovviamente le difficoltà erano importanti: pochissima luce, movimenti rapidi, spazi angusti e tante persone. Senza dimenticare la necessità di essere il più trasparente e silenzioso possibile. Ho alternato ISO alti e flash, ma ho tirato fuori dallo zaino un solo obbiettivo: il 50mm utilizzato sempre ad ampie aperture (fra F/2 e F/2.8). E’ stata un’esperienza interessante, fotografare questo tipo di eventi è diventata una routine, ormai ho una certa esperienza (invecchio): cerco sempre di mischiare sapientemente (mentre scrivo questa parola esce fuori una risata satanica, come posso scrivere certe facezie?) il reportage a qualcosa di livello più artistico per riuscire a catturare immagini diverse e che possano anche evadere dagli schemi del giàvisto. Impresa mai facile.
“Let’s make a Fashion Revolution: scopri cosa c’è dietro l’etichetta” è l’invito della Cooperativa sociale Colibrì a chi vuole saperne di più sul mondo della moda etica e sostenibile.