
Avevo già fotografato i Subsonica a Mondovì (nel 2015), ma l’occasione di tornare ad ascoltarli durante il Wake UP era ghiotta e non me la sono lasciata sfuggire. Il palco dell’evento è qualcosa di pazzesco, stupendo e gigantesco: il più grande mai installato a Mondovì e per gli abitanti della zona è qualcosa da celebrare. Il primo freddo di fine estate è appena arrivato, c’è tantissima gente e anche Samuel indossa una felpa per ripararsi dalla temperature rigide del settembre monregalese. Quest’anno l’evento non è più al coperto come gli anni scorsi e guardando il cielo di questi giorni è un po’ un azzardo. I Subsonica si presentano con il loro classico sound, le canzoni più celebri (al sottoscritto Lazzaro piace un botto) e con un manifesto politico (della durata di qualche minuto) di chiara matrice comunista (da pronunciare con la voce e il tono di Fantozzi: “Scusi Sire, ma non mi vorrà mica dire che lei, scusi il termine sa: COMUNISTA”) che il pubblico apprezza solo in parte. Io, per esempio, l’ho apprezzato. E’ stata una toccata e fuga, sono arrivato a metà concerto, ho scattato per 4 canzoni (circa 300 foto) e sono scappato; questa è, ovviamente, una selezione delle migliori.











Sabato scorso è stato inaugurato il monumento dedicato agli Invincibili all’area sportiva di Piazza, recuperata grazie ai fondi dei soci del Toro Club di Mondovì presieduto da Claudia Forzano. E’ stata una cerimonia particolare e toccante: hanno parlato il Sindaco di Mondovì Paolo Adriano, l’assessore allo Sport (gobbo) Luca Robaldo, Franco Ossola, e le sue parole sono sempre intrise di emozioni, ricordo e memoria, il giornalista e scrittore di fede granata Beppe Gandolfo, e il direttore esecutivo del Torino Fc Alberto Barile. E quest’ultimo, parlando del campionato appena concluso, ha anche detto in modo sibillino: “[…]in attesa del risultato definito di questa stagione[…]”. Vedremo, non mancano troppi giorni.





Al termine della cerimonia di inaugurazione, alla presenza di Torino Channel, si è disputata una rievocazione storica dell’ultima partita degli invincibili a Lisbona: Benfica-Torino. I ragazzi delle scuole superiori di Mondovì hanno indossato le casacche dell’epoca preparate per l’occasione e hanno ‘rigiocato’ quella partita. Vedere Mazzola e Ferreira incrociare ancora i tacchetti è stato davvero particolare: per l’occasione ho deciso di fare uno strappo alla regola e di pubblicare due immagini anticate. Era il 3 Maggio 1949.



E dopo qualche ora di attesa eccomi a raccontare, con le foto ovviamente, la rappresentazione dell’istituto Baruffi, dal titolo: “Leonardo, vita di un genio”. Quest’anno l’oggetto in scena era una rete, mentre per quanto riguarda la frase da citare: “Ogni uscita è un’entrata da un’altra parte”, i ragazzi hanno deciso, credo senza fonti reali, di attribuirla al grande Leonardo del quale quest’anno ricorre l’anniversario della morte (2 maggio 1519). La storia si svolge dopo la morte del genio toscano, che non appare mai in scena; il racconto scorre veloce e, in certe fasi, anche in modo divertente. Ma non sono un critico teatrale, quindi credo sia giusto fermarmi qui e parlare di fotografia. Ho scattato con l’inseparabile 70-200 e credo ormai di aver raggiunto un ottimo feeling con quello che sicuramente è uno degli obbiettivi di maggior successo e qualità di casa Canon; ovviamente a tutta apertura e in manuale (con iso mediamente alti). Ho lasciato sempre il diaframma aperto (F/2.8) e un tempo di scatto che mi permettesse di evitare il mosso (1/125). E poi ho giocato con gli iso, ma dopo qualche scatto ho capito che le luci non sarebbero variate molto (cioè sempre buio) e questo mi ha permesso di non impazzire troppo. Credo di essere riuscito, non senza fatica, a raccontare l’essenza della rappresentazione e l’impegno che questi ragazzi hanno profuso sul palco e durante le prove. Davvero molto bravi.





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Per il quarto anno consecutivo mi sono trovato in teatro a fotografare i ragazzi delle scuole di Mondovì impegnati in ‘Tutti in scena‘ e, per la prima volta, mi è toccato in sorte l’istituto Baruffi. La frase simbolo di quest’anno era: “Ogni uscita è un’entrata da un’altra parte”; ma forse sarebbe meglio parlarne durante le foto dello spettacolo. Ho diviso le immagini in due fasi: oggi pubblico il backstage, che sicuramente è la parte più divertente della serata. Gli attori del Baruffi non erano molti e quindi ho potuto inserire un elemento di fastidio, se così possiamo definirlo: il flash. Ovviamente con softbox e altrettanto ovviamente staccato dalla macchina; in teoria, se sono stato bravo, non si dovrebbe notare. Almeno non troppo. Ho scattato tante foto, esclusivamente con il 50mm, e ne ho scelto 31, un vero record. Spero siano di Vostro gradimento.





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Ieri pomeriggio a Mondovì si è materializzato (invitato dal Toro Club Popolo Granata) il regista del Toro per antonomasia: Eraldo Pecci, detto Piedone, uno dei protagonisti dell’ultimo scudetto granata. Alla libreria Confabula ha presentato il suo ultimo libro: Ci piaceva giocare a pallone. Racconti di un calcio che non c’è più. Introdotto dall’inossidabile e geniale Manlio Collino, per i tifosi del Toro celebre per essere stato l’inventore e il direttore di Fegato Granata, Eraldo ha presentato il suo libro raccontando aneddoti a ripetizione sul calcio (ma non solo) e divertendo gli appassionati (Pecci è granata, ma riesce a essere apprezzato in modo trasversale) che hanno partecipato all’evento. Io ho colto l’occasione per qualche foto, ovviamente, e le copie autografate, con dedica, dei suoi libri.




