
Sono giorni difficili, non ho mai vissuto una situazione del genere, nessuno di noi ha mai vissuto una situazione del genere, e la vita ai tempi del coronavirus non è facile per nessuno. Avrei voglia di andare a testimoniare la vita in città nel marzo 2020, ma purtroppo non si può. L’hashtag del momento è #restiamoacasa (nelle sue varie declinazioni) e cerco di rispettarlo per quanto posso. Sono una delle fortunate persone costrette a lavorare (che alla fine non è manco male) e questa mattina ho guidato nel deserto: sembra davvero di essere dentro un film. Dopo aver parcheggiato ho colto l’attimo (pochi secondi) per scattare una foto al piazzale che si trova all’incrocio fra Via Trieste e Via Langhe a Mondovì. E’ praticamente uno scatto rubato, senza guardare troppo le impostazioni, ma voglio salvarlo su queste pagine per ricordare, come memoria storica. Dicono che #andràtuttobene, e faccio finta di crederci.


Mondovì è composta da diversi rioni, ma due sono storici e centrali: Breo e Piazza. Breo è la parte in piano, più recente, moderna e commerciale, mentre Piazza, il vero centro storico, si trova sul colle che dà il nome alla città (Mont ëd Vico, dove Vico sta per Vicoforte). Queste due anime sono unite da una bellissima funicolare, rinnovata recentemente e riaperta al pubblico, con due vetture disegnate da Giugiaro, il 16 dicembre 2006.
La funicolare è rimasta fuori servizio dal 1975, anno di scadenza della concessione, per addirittura 31 anni. I monregalesi, almeno quelli non più giovanissimi, ricordano con nostalgia le vecchie vetture di colore azzurro che hanno onorato il servizio per ben 34 anni; ma da qualche tempo anche i più giovani possono ammirarne almeno una, perchè dietro la palestra dell’ITIS/LPM, una delle due storiche vetture fa bella mostra di se (dell’altra ignoro la collocazione). Bellissima, fiera, ma tristemente lasciata al suo destino.
Ciclicamente a Mondovì si parla di utilizzare questo meraviglioso pezzo di storia, ma non si riesce mai a decidere/trovare una collocazione degna. E se fosse arrivato il momento giusto?






Della Colonia Elioterapica Oreste Martini non rimane quasi più nulla: la struttura a croce e, forse, il ricordo. Si trova a Mondovì, lungo il fiume Ellero vicino a Cascina Nibal, sotto località Beila, è completamente isolata e coperta dalla vegetazione: raggiungerla non è semplice. Fu una struttura attiva durante il ventennio fascista, precisamente dal 1931 al 1943, nel 1936 venne intitolata al compianto Oreste Martini, un giovane soldato italiano che morì, a soli 18 anni, durante la seconda battaglia del Tembien in Africa. Le colonie elioterapiche erano luoghi speciali in cui poter andare a fare i bagni di sole, famosi all’epoca e ritenuti molto salubri. Per tutte le informazioni storiche e la ricostruzione della vita durante l’estate coloniale vi rimando al bellissimo articolo dedicato sul blog Storie&Foto dell’amico Claudio Galli. Io vi lascio alle immagini che ho scattato una sera prima dell’imbrunire: mi hanno accolto con grande felicità, e sopresa, una lepre e un capriolo. Qui la natura si sta riprendendo i suoi territori.





Attraversata la copertura e il piccolo atrio si arriva nello stanzone probabilmente adibito a refettorio o salone per i giochi al coperto. Era decorato con immagini futuristiche e abitanti del mondo, reali o inventati questo non sono riuscito a capirlo. Purtroppo gli affreschi sono ormai quasi completamente distrutti, la parte bassa asportata dalle varie piene del vicino torrente Ellero. Come detto sopra gli affreschi con tema i personaggi del giornaletto “Il corriere dei piccoli” vennero realizzati dall’artista monregalese Nino Fracchia.








Non so come dirvelo, mi mancano le parole, ho un nodo in gola che mi blocca la tastiera. Credo che l’unico modo sia quello di andare dritto al punto, al nocciolo della questione, alla notizia: purtroppo questo è l’ultimo post dedicato al 32esimo raduno dell’Epifania. Sigh. Immagino le urla di traggedia, ma dovrete farvene una ragione: da domani non vedrete più foto di mongolfiere. Basta. Che forse hanno rotto i palloni, d’altronde ne ho pubblicato solo 45 questa settimana. Ma le mongolfiere a Mondovì volano tutto l’anno, nessuna disperazione. E ci vediamo nel 2021.




