I often think that the night is more alive and more richly colored than the day.
– Vincent Van Gogh
Queste foto risalgono al Novembre 2017, dal punto di vista fotografico quasi un secolo fa (è una motivazione valida per la qualità decisamente scadente di alcuni scatti). Le ho integrate con due immagini dal drone durante scattate l’inverno scorso (cogliendo l’occasione di una pausa dal Covid); da tempo pensavo di ritornare a fotografare la Madonnina, ma il tempo è tiranno e oggi probabilmente è il caso di pubblicare senza ulteriori indugi, perchè il 19 novembre la Madonnina andrà in vendita per un valore di base d’asta pari a 3,5 milioni di euro. Niente male.
Sinceramente la cifra mi sembra assurda, soprattutto per la bruttezza della struttura che deturpa il paesaggio di Mondovì e del rione di Piazza; andrebbe abbattuta a qualsiasi costo, senza guardare i bilanci, per costruire un parco a disposizione dei monregalesi (e non solo). La zona è meravigliosa, la vista sulle montagne incredibile, un secondo belvedere moderno darebbe lustro alla città: non vedo grandi soluzioni alternative.
Il progetto si chiama Cuneo Città Futura ed è organizzato dalla fondazione CRC. La realizzazione tecnica è del designer Alessandro Marrazzo, un guru del settore: regista, scenografo, show designer, lighting designer, sceneggiatore e autore televisivo. Il progetto riguarda 10 luoghi della Granda: sei a Cuneo, una a Mondovì, due ad Alba e una a Bra.
E il tema, per la Torre di Mondovì, non poteva che essere quello del tempo: la videoinstallazione sarà collocata sulle pareti della Torre con un’illusoria videoproiezione 3D per indagarne segreti e meccanismi. Un’installazione ispirata al “Long Now”, l’orologio millenario di W. Daniel Hillis (esposto allo Science Museum di Londra) che non misura il tempo in ore e minuti ma in secoli e millenni. Con videoproiettori “21k”, diffusori audio, luci architetturali, proiezioni “gobos” e luci teste mobili. Una Torre del Belvedere come non si è mai vista prima, e come probabilmente mai più si vedrà.
Ho dovuto aspettare qualche giorno, ma ieri sera mi sono appostato al Belvedere e ho fotografo l’installazione sulla Torre dei Bressani. Freddo pungente, ma non inaspettato. Ho scattato con il treppiede cercando di posizionarmi più in alto possibile, ISO decisamente fastidiosi (800-3200), tutta apertura (f/2.8) e tempi di esposizione lenti (1/15). La torre è altissima e per riuscire a dare un senso alle immagini ho dovuto ricorrere ad una trasformazione piuttosto pesante. Mi piacerebbe tornarci per trovare qualcosa di più artistico e meno giornalistico. Ho tempo sino al 21 novembre.
Il belvedere di Mondovì e la sua Torre Civica rappresentano lo scenario ideale per parlare del tempo. In un’atmosfera carica di suggestioni oniriche, l’antica torre con il suo passato, ora diventa protagonista del futuro e si veste di luce per diventare macchina del tempo dai rintocchi digitali.
Un’illusoria videoproiezione 3d scava nei segreti del tempo e dei suoi meccanismi. Suoni unici e irripetibili, luci e colori si trasformano in parole sussurrate dal futuro. Il pensiero dell’installazione è generato dalla tradizione storica della città e dalla notizia dell’orologio dei 10000 anni.
«Voglio costruire un orologio che fa tic una volta l’anno. Il braccio dei secoli avanza una volta ogni cento anni, il cucù viene fuori ogni mille anni. Voglio che il cucù venga fuori ogni millennio per 10.000 anni. Se mi sbrigo dovrei farcela a finire l’orologio in tempo per far uscire il cucù la prima volta.» (W. Daniel Hillis)
L’Orologio Long Now, traducibile in italiano con “Orologio del lungo presente” e detto anche ”Orologio dei 10.000 anni”, è un orologio meccanico progettato per segnare il tempo per i prossimi 10.000 anni. È stato realizzato dalla Long Now Foundation.
Il progetto è stato concepito da Danny Hillis nel 1986 e il prototipo ha iniziato a funzionare il 31 dicembre 1999, giusto in tempo per il capodanno del 2000. A mezzanotte l’indicatore della data è passato da 01999 a 02000, e la campana ha rintoccato due volte per annunciare il termine del secondo millennio. Il prototipo alto circa due metri è ora esposto allo Science Museum di Londra.
Per un mese, dal 23 ottobre al 21 novembre, la Torre del Belvedere di Mondovì Piazza verrà fasciata da giochi di luce. Una fantasmagorica proiezione 3D, un’illusione ottica che avvolgerà il monumento e lo “trasformerà” in un dedalo di ingranaggi fra tecnologia e leggenda, per riprodurre l’incredibile “orologio che misura i millenni”.
Avevo lasciato in sospeso la storia da Marcos e adesso la concludo. Verso la fine dell’evento Wedding mi sono preso il lusso di scattare due ritratti a tuttaapertura con la focale classica per questo genere di fotografia: 85mm. Ho scelto l’ultima modella, Marella (fa anche rima), e gli ultimi secondi dello shooting. In esterna, niente flash, solo luce ambiente. E sono due foto almeno interessanti.
La scorsa settimana mi è capitata una cosa insolita. Lorena mi ha chiesto di farle da assistente per una serie di ritratti in abito da sposa da Marcos Atelier. Per rendere l’idea con una metafora è come se io chiedessi a Federer di farmi da raccattapalle allo Sporting Club di Mondovì. Ma con la mia consueta e proverbiale umiltà mi sono calato nella parte: ho trasportato il materiale come uno sherpa indiano, ho servito il caffè (si, pure quello), spostato le luci, sopportato e nel frattempo sono riuscito a rendere tangibile e artistico il concetto di foto di backstage. Si, non posso essere sempre umile. Ho selezionato 15 foto che rappresentano l’atmosfera dell’ambiente, ho scelto il bianco&nero per staccarmi dalle foto ufficiali (a colori) e perché ritengo il monocromatico più adatto a foto con grana evidente: non ho utilizzato il flash per non disturbare e quindi mi sono visto costretto ad aprire il diaframma e a impostare ISO alti (quasi sempre 1600). Poi mi sono concesso il lusso di scattare anche 2 ritratti; ma è un’altra storia…