Gelo è davvero dappertutto. Ultimamente vedo i suoi lavori praticamente ovunque, forse anche per la mia propensione a passare per luoghi e muri abbandonati. E devo ammettere che rimango sempre colpito dai suoi graffiti, sicuramente di altissimo livello (anche se non sono certo un fine intenditore). E proprio ieri sono entrato in un magazzino davvero particolare: bombolette impilate, un parete in legno con scritto gelo è dappertutto e tantissimi graffiti. Quasi una composizione scenica appositamente studiata; ho fatto una piccola ricerca e ho scoperto che qui hanno registrato il video di Cobra, l’ultimo/penultimo pezzo di Vheno, tratto dal mixtape Nemesi, e realizzato proprio in collaborazione con Gelo. E l’effetto è stato davvero straniante, ho avuto l’idea che la scenografia stesse proprio aspettando il sottoscritto. Ma d’altrocanto anche io ho il veleno sotto pelle.
Sempre col veleno sotto pelle come cobra
faccio un backflip così scappo dalla moda
sono un argentone perchè non vi lascio spazi
impara il copione write alla nazione
Ritornare ai Salesiani è un’esperienza sempre nuova e interessante. Credo che da queste parti passi più gente che in certi locali notturni, è un luogo vivo e in continua mutazione; ed è incredibile pensare che si tratta di un edificio abbandonato da quasi 30 anni. Tutte le volte che fotografo fra queste mura la situazione è completamente cambiata rispetto alla volta precedente: i graffiti sono sempre nuovi e sempre più belli (non tutti)(ultimamente il sesso si è preso la scena), gli arredi sono spostati e purtroppo gli atti vandalici (adesso anche in chiesa) sono sempre più evidenti e importanti. Per l’occasione ho accompagnato alcuni amici a visitare il collegio e ho deciso di fotografare solo con il 14mm per dare spazio e importanza all’opera dei writer che continuano a utilizzare le pareti per mandare il loro messaggio al mondo. Il problema adesso è capire quale messaggio vogliono mandare.
El Cielo è una discoteca abbandonata vicino all’aereoporto di Lanzarote. Ci sono arrivato in macchina un pomeriggio, sul posto (decisamente isolato) c’era già parcheggiato un altro automezzo; nemmeno il tempo di riflettere e vedo uscire di corsa dalla porta della discoteca una ragazza: capelli lunghi, stivali neri, vestito nero, maschera e fucile. Ho impiegato una frazione di secondo per capire che all’interno si stava disputando una partita (si definisce cosi?) di softair. Ho alzato i tacchi e sono tornato all’alba del giorno successivo. L’interno è saturo di munizioni (evidentemente le partite non sono sporadiche) e la situazione è di totale abbandono; sono state costruite, probabilmente dai giocatori, delle fortificazioni da utilizzare durante le battaglie sul campo. Ma quello che rende particolare la discoteca è l’enorme quantità e varietà dei graffiti che colorano le pareti: qui la fantasia non manca e la qualità dei disegni è davvero alta. Del tendone che copriva la pista principale è rimasto solo qualche brandello, si trattava chiaramente una discoteca all’aperto. Nonostante fosse un locale di alto livello, curato nei minimi particolari, è stato chiuso dopo solo due anni dall’apertura: mi hanno riferito che la posizione scomoda e le difficoltà ad arrivare senza mezzi pubblici (praticamente inesistenti in orario notturno) ne hanno decretato un veloce e inesorabile declino. Per la gioia dei softgunners.
Ho creato queste due immagini in molto un po’ veloce e quasi casuale. C’è questo concorso fotografico che dovrebbe servire a valorizzare la zona della defunta linea ferroviaria fra Bastia Mondovì e Bra. Ho sfruttato un’idea, cercato una modella, chiesto la valigia di cartone e in 48 ore le foto erano pronte. Sono anche stato fortunato perché il cielo plumbeo e piovoso ha aiutato non poco il mood un po’ triste che avevo in testa; la pioggia mi ha anche lasciato un paio d’ore di pausa proprio quando servivano. Colgo l’occasione (altrimenti quando?) per ringraziare Valentina che ha raccolto con entusiasmo la mia OPM (Offerta Pubblica di Modella) e che si è prestata a interpretare la viaggiatrice un po’ malinconica. Direi in modo praticamente perfetto.