
Nel periodo natalizio Mondovì si colora di circo e nel piazzale Giardini, meglio noto come dei Ravanet, è possibile ammirare il Vertigo Christmas Festival. Un evento che conta sette spettacoli di circo contemporaneo con artisti provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Croazia, Finlandia, Grecia, Argentina, Messico e Brasile. D’altronde nella città monregalese la tradizione del circo è molto sentita, nel 2027 la Cittadella diventerà un polo importante dell’arte circense e l’Accademia Cirko Vertigo è attiva da tempo a Mondovì con eventi, workshop, spettacoli.
Sabato 14 Dicembre era in previsione lo spettacolo
Clown in Libertà, portato in scena da
Teatro Necessario. Un appuntamento pensato appositamente per le famiglie, i bambini e, credo, per i fotografi: un momento di euforia, ricreazione e ritualità catartica per tre buffi, simpatici e talentuosi clown che vengono colti da un’eccitazione infantile all’idea di avere una scena e un pubblico a loro completa disposizione.
Ammetto che sono andato per fotografare, ma non pensavo di divertirmi così tanto: Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini e Alessandro Mori sono tre artisti che posso definire, senza ombra di dubbio, straordinari: comicità, musica, giocoleria, acrobazia, tutto insieme per un’ora di divertimento e magia. Fra il pubblico un bambino sghignazzava in modo incredibile (bellissimo), e devo ammettere che anche il sottoscritto ha fatto molta fatica a non cedere alla tentazione di posare la macchina.foto per ammirare con maggiore attenzione le gesta dei tre clown in pista (ma non posso, è più forte di me). Purtroppo le immagini riescono a rendere solo in parte la bellezza dello spettacolo, e un po’ mi dispiace, ma posso considerarlo come uno spot pubblicitario; se trovate in programma Clown in Libertà non esitate a comprare il biglietto, vale per tutti: da 0 a 99 anni.










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Anche quest’anno ho presenziato alla Fiera del Bue Grasso di Carrù, arrivata ormai alla 114ª edizione. Ho scelto la colazione del contadino al Vascello d’Oro e dopo il gran bollito misto (e qualche bicchiere di troppo) ho fatto un giro per il paese, in fiera e sotto l’ala (come dicono da queste parti) per assistere alla mostra mercato di bovini da macello di razza piemontese. Mentre percorrevo la via principale di Carrù ho sentito della musica, ho alzato gli occhi al cielo e ho visto un piccolo gruppo musicale suonare jazz da un terrazzo; non mi era mai capitato e quindi mi sono fermato ad ascoltare. La musica dal terrazzo ha il vantaggio di non dover sottostare a permessi e gabelle, ovviamente manca totalmente l’interazione con il pubblico. È passione vera, bravi loro. Ho scelto 4 foto e questo è il mio ricordo della fiera del Bue Grasso 2024.




Come inviato molto speciale di Igers.Piemonte e Igers.Cuneo ho presenziato (e fotografato) alla preview del GinItaly che si è tenuta a Mondovì nel week-end dell’Immacolata (6-7-8 Dicembre). Il vero festival, che come indica il nome stesso ha aspirazione di carattere nazionale, si terrà a Mondovì dal 31 maggio al 2 giugno 2025; e l’anteprima di questi giorni ha la funzione di avvicinamento al vero e proprio main event (che sarà assolutamente da non perdere).
«Si parla di cultura, non di alcol» specificano subito gli organizzatori.
Io sono riuscito ad essere presente solo nella giornata di domenica, ma devo ammettere che l’evento è stato più che interessante; ho passato quasi tutto il pomeriggio nelle tre stanze dell’Antico Palazzo di Città: tantissimi curiosi, qualche amico, molti bevitori, un gioco di luci non banale (il blu che caratterizza le immagini è il colore ufficiale del festival e delle bacche di ginepro) e una fotografia fra la street e il dettaglio. Ho provato qualche dito di gin, assaggiato tre Gin Tonic e comprato due bottiglie (!): un agrumato e un secco, ma sono regali di Natale ovviamente.












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Questa sera sono andato per la prima volta, e credo ultima, all’Open Season di Prato Nevoso. L’Open Season è l’evento che apre la stagione invernale e sciistica: quest’anno l’ospite d’onore della serata era Anna Pepe. Si tratta chiaramente di un nome importante, la cantante italiana che nel 2024 ha ottenuto più ascolti, amata soprattutto dai giovanissimi. E infatti in Conca (così viene definita la zona spettacolo) sono arrivati migliaia di ragazzi, molti accompagnati dai genitori (compresi figlia e sottoscritto). Prato Nevoso è un piccolo centro e vive una mancanza cronica di parcheggi, quindi per avere qualche possibilità di trovare un buco siamo partiti alle 3 del pomeriggio: quando siamo arrivati era già delirio. Temperature sotto lo zero assicurate, ma questo non ha impedito un enorme flusso di persone; siccome erano previsti molti minorenni (questo è un fattore importante) era proibito somministrare bevande alcoliche. Purtroppo ho visto tantissimi ragazzi con zaini e bottiglie di qualsiasi tipo: Jager, Gordon, Spritz, Pampero e potrei continuare; mentre andavo in direzione palco, sul marciapiede di via Galassia (la strada principale), ho notato una decina di vuoti in fila.
L’evento è iniziato alle 20, un presentatore che vorrei definire solo noioso, un po’ di musica, intrattenimento banale, un altro presentatore. Poi sono salite sul palco le autorità (presidente di regione compreso) che hanno avuto l’intelligenza di parlare pochissimo. Quindi un momento abbastanza struggente dedicato alla lotta contro il cancro e alla
raccolta fondi per l’ospedale di Candiolo (iniziativa davvero lodevole).
Tutto questo mentre l’esercito di minorenni, in parte agitato dall’alcool, soffriva le pene dell’inferno a -2 e spingeva spingeva spingeva. Dal palco diverse volte sono arrivate richieste, prima gentili, poi sempre più pressanti, di fare passi indietro per permettere alle prime file di respirare: risultati piuttosto scarsi. Dopo un paio di artisti, che definire artisti credo sia un modo di dire, la musica (se possiamo definirla tale, e no, non sono boomer) si è interrotta: troppa gente, pericolo di incidenti, la pressione era davvero forte e ho dovuto fare non poca fatica a proteggere mia figlia (ricordo, 10 anni) dalla folla.
Ho pensato a cosa sarebbe potuto accadere in caso di incidente e successivo panico, e qualche pensiero negativo è passato nella mia testa.
Per spiegare i problemi sul palco sono saliti gli organizzatori che fortunatamente hanno avuto la scaltrezza di interrompere lo spettacolo per mettere in sicurezza il pubblico. Io non so quali siano state le mosse della security, però siamo rimasti 40 minuti al freddo, senza possibilità di muoversi (e bere, dato il sequestro dell’acqua all’entrata). E fra il pubblico ho visto tanti bambini: forse certe precauzioni andavano prese prima, non era complicato prevedere un simile afflusso di persone (e tanti giovanissimi).
Mia figlia, infreddolita e stanca, mi ha chiesto di andare via: non ho pensato molto, con tanta fatica (ma anche ragazzi gentili che ci hanno permesso di passare) siamo riusciti a guadagnare l’uscita. Abbiamo perso lo spettacolo di Anna (che mi dicono essere salita sul palco intorno alle 23), ma la nostra partenza intelligente ci ha permesso di arrivare a casa per goderci una tazza di latte caldo (con il miele) e una fetta di pandoro.

Per la rubrica Samuele prova cose -rubrica copiata sul momento- ieri pomeriggio sono andato al mercatino di Natale di Asti. Dicono sia il più bello del Piemonte e uno dei migliori d’Italia. Non sono rimasto deluso, il numero delle tipiche casette natalizie è importante (credo superiore a 100) e la quantità di roba inutile e pessimo street food è veramente altissima. Se aggiungiamo il giorno festivo e la giornata soleggiata potete immaginare la confusione e il delirio.
Il Mercatino di Natale di Asti è l’unico in Italia a essere entrato nella Top Ten dei migliori mercatini d’Europa per la classifica di European Best Destinations.
Fra le menzioni speciali devo segnalare le lunghissime code per mangiare qualsiasi cosa: 30 minuti per le frittelle di mele, 50 minuti per gli arrosticini, 5 minuti per il vin Brulè (6 alpini, uno che versa lentamente, uno che prende i soldi, 4 che guardano). Per fortuna avevo con me dei biscotti salati perché l’idea di stare in coda alle poste mi uccide, figuriamoci mezz’ora per un arancino, al freddo, e con intorno la gente. Ho trovato comunque tutto quello che ci si può aspettare da un mercatino di Natale: prodotti tipici, formaggi e salami venduti al prezzo del tartufo, l’immancabile focaccia ligure, artigianato, chincaglieria, la lavanda, il miele, il sale dell’himalaya in forma di lampada, cappelli di lana, guanti, sciarpe, addobbi natalizi. Insomma, una domenica alternativa per iniziare a respirare le vibes natalizie e scattare qualche foto un po’ diversa dal solito.
Nei giorni di apertura potrete passeggiare tra luci scintillanti, profumi e musica natalizia, lasciandovi conquistare dall’atmosfera festiva. Il Mercatino di Natale di Asti vi aspetta per regalarvi momenti indimenticabili e aiutarvi a scoprire lo spirito più autentico delle feste. Che siate in cerca del regalo perfetto o desideriate semplicemente immergervi nell’atmosfera festiva, il Mercatino di Natale di Asti è pronto ad accogliervi con il suo calore e la sua magia senza tempo, promettendo un’esperienza indimenticabile per tutti.











