
Devo ammettere che il concetto di mongolfiera inizia a suonarmi strano. Al primo raduno il mio sguardo era allucinato, come un bambino la mattina di Natale, ed è la stessa emozione che ho letto negli occhi di mia sorella al suo primo evento del genere. Questa mattina mi sembrava di essere nella normalità più assoluta, quasi una routine e quando la meraviglia diventa fisiologica è davvero un passo importante: non sapevo cosa fotografare perché tutto mi dava l’impressione del già visto. Cartoline e tramonti, invece erano mongolfiere (alcune anche davvero particolari) che si gonfiavano e danzavano nel cielo: e non è roba di tutti giorni. Dal punto di vista fotografico non ho avuto fortuna: tempo splendido, ma cielo troppo limpido (nuvole scenografiche nemmeno l’ombra) e correnti in direzione Cuneo, quindi niente foto a ridosso di Mondovì. Mi sono dedicato soprattutto al gonfiaggio e alla storia a terra privilegiando alcuni aspetti della vita da mongolfiera che trovo interessanti: quando si riesce ad entrare dentro al pallone e si possono scattare foto dalla gola i risultati sono sempre importanti. Ho scattato con almeno 4 obbiettivi diversi utilizzando il 70/200 moltiplicato (1.4x) e muovendomi in assoluta libertà in piazza Europa: la quantità di gente presente al raduno (il 31esimo) è stata davvero impressionante. Successo che definire clamoroso è riduttivo. Ho scelto 25 foto, non sono completamente soddisfatto delle scelte artistiche, ma la qualità tecnica mi sembra buon livello. Al prossimo anno.


















La sensazione che provo? Quella di galleggiare nell’aria. Ma soprattutto, l’emozione di riuscire a sfruttare il vento, che non si vede: è come se fossi una nuvola, che può salire e scendere nel cielo.
– John Aimo







Qual buon VENTO ci ha portati a Cuneo questo weekend? Il VENTesimo compleanno di Scrittori in città! E sul tema VENTI, inteso come movimento di idee, di tendenze, nelle sue più svariate sfumature, artistiche e sociali, si sono susseguiti incontri letterari e laboratori per grandi e piccini. E ammiro con una certa sorpresa questa Cuneo diventata, per qualche giorno, centro del mondo e della cultura. E mi sposto, con la mia macchina fotografica, da un eVENTO all’altro, e mi trovo al Teatro Toselli con Chef Rubio che presenta il suo libro di fotografia (e, incredibilmente, è bellissimo) e poco dopo alla Birreria Baladin ad ascoltare i ragazzi de Lo Stato Sociale (Bebo, Checco, Carota) che presentano il loro libro disegnato da Luca Genovese (memorabile il siparietto con i boccali di birra). E la sera al cinema Monviso c’è Benedetta Parodi che racconta in modo estremamente preciso la cucina povera e casalinga, in contrapposizione al lusso e allo spreco di certe trasmissioni televisive (dove però preparano i gamberi di Oneglia). E nel mezzo tutta una serie di incontri letterari (anche dedicati ai bambini) che trasformano questa Cuneo sorniona e fredda in una città di tendenza e di cultura. E stropicciamoci gli occhi, perché sembra impossibile. Ma è tutto vero.








Non sono quello che può essere considerato un fan; cioè non esistono personaggi famosi al quale vorrei chiedere l’autografo (per semplificare). Però se mi chiedete con chi vorrei passare una serata (a cena) posso farvi due nomi: uno di questi è Piergiorgio Odifreddi. Per tanti motivi: la simpatia, l’intelligenza e le capacità oratorie. E per una serie di posizioni scientifiche, e non, che condivido quasi totalmente. Questo pomeriggio, per Scrittori in Città, è tornato nella sua Cuneo per presentare il suo nuovo libro: IL Dio della logica – Vita geniale di Kurt Gödel, matematico della filosofia e non potevo mancare. E’ stato un incontro interessante e Odifreddi ha deliziato il pubblico con una serie di aneddoti di logica e vita vissuta: come quando andò ad intervistare Giulio Andreotti per chiedergli la sua posizione rispetto ai teoremi di incompletezza e rifiutò il caffè che l’allora senatore a vita gli offrì. E questa non è quella che si può definire una foto eccezionale, anzi, ma mi piace l’idea di conservarla su queste pagine. Perché è Piergiorgio Odifreddi, ed è giusto così.
La vera religione è la matematica, il resto è superstizione. O, detto altrimenti, la religione è la matematica dei poveri di spirito.
– Piergiorgio Odifreddi