Green is the prime color of the world, and that from which its loveliness arises.
– Pedro Calderón de la Barca
Ieri sera ho avuto l’onore e l’ardire di fotografare la cena sociale del Toro Club ‘Popolo Granata‘ di Mondovì e del Toro Club ‘Amici del Fila‘ di Caraglio. Presenti alla serata, oltre a 230 tifosi granata, il direttore Generale del Torino Calcio Antonio Comi, i giocatori Ola Aina e Armando Izzo e Chicco Blengini, tifoso del Toro e allenatore della nazionale italiana maschile di pallavolo (medaglia di argento alle ultime olimpiadi). E stata una serata faticosa e piacevole. Piacevole perchè Armando e Ola sono stati davvero deliziosi, hanno assecondato le esigenze e le richieste di tutti i tifosi, grandi e piccini, senza battere ciglio. Faticosa perchè riuscire a fotografare 230 persone munite di cellulare che scattano selfie, e foto, e selfie, e si alzano e chiedono autografi non è stato facile. Purtroppo questo mi ha impedito di fotografare come avrei voluto e alcune immagini sono saltate. Ho deciso di pubblicare, qui, una sola foto, l’ultima che ho scattato e anche l’unica nel quale ho chiesto ad Armando e Ola di posare per me. Purtroppo la qualità non è eccellente (flash on camera), ma voglio comunque conservarla come ricordo della serata. Forza Vecchio Cuore Granata. #sempreforzatoro
Per tutti coloro che hanno partecipato alla serata, cliccando QUI, trovate tutte le foto che ho scattato. Rimarrano visibili sino a fine mese, per scaricarle basta premere, come sempre, il tasto destro del mouse e scegliere ‘Save AS’. Per qualsiasi richiesta scrivetemi pure all’indirizzo che trovate nella scheda ‘CONTATTI‘ sotto il titolo. Buona visione.
Lo scorso anno mi auguravo di poter ripetere l’incredibile esperienza al Montecarlo Film Festival. Come si evince dalle foto dell’edizione 2019 l’esperienza si è ripetuta, anche se in versione più light in quanto sono riuscito a partecipare solo all’ultimo giorno; ho fotografato il red carpet e la serata di Gala presentata come sempre dall’inossidabile Ezio Greggio. Ci sono alcune cose che mi rimarranno impresse di questa edizione: il cappotto di Andrea Ferreol, la bellezza statuaria di Elenoire Casalegno, l’espressione di Carlo Verdone che, camminando al mio fianco, inciampa sulle scale del Grimaldi Forum ed esclama ‘ODDIO’. E sentire la sua voce ascoltata mille volte mi ha dato come l’impressione di essere un personaggio di un suo film. Stranissimo. E poi Antonio Albanese che saluta il pubblico con il bacio alla Epifanio e Ezio Greggio che mi chiama per nome per chiedermi di scattare una foto e io che non lo sento e vengo redarguito: “Guarda che c’è Ezio che ti chiama!”. Voglio ringraziare in queste poche righe Andrea Munari, responsabile stampa del festival, per la gentilezza e l’empatia e Rosanna Calò per avermi tenuto compagnia e aiutato durante le 10 ore di stress. Ma soprattutto l’amico Riccardo Pizzi che ormai ha raggiunto un livello di professionalità e di qualità che non hanno eguali. Lui ha questa tranquillità che possono vantare solo le persone che sanno perfettamente quello che stanno facendo; e anche se non lo sanno riescono a dissimulare in modo brillante lasciando un’idea di calma e controllo della situazione assolutamente contagiosa. Insieme abbiamo un livello di sana incoscienza davvero encomiabile. Grazie, come sempre è stato un onore.
Ieri pomeriggio, nella chiesa sconsacrata dei Battuti Bianchi (o del Gonfalone) a Fossano, si è tenuto un evento straordinario: un incontro fra musica e fotografia organizzato dalla Fondazione Fossano Musica, con il patrocinio dell’Associazione Fotografica MondovìPhoto e di progetto HAR.
Un moderno utilizzo del poema sinfonico, una composizione estemporanea di ampio respiro, in più movimenti, che sviluppa musicalmente un’idea ispirata ad un insieme di immagini fotografiche opportunamente selezionate.
Fra queste immagini fotografiche opportunamente selezionate anche qualche opera del sottoscritto. Durante l’evento si è parlato molto di arte e del connubio fra musica e fotografia, ma io credo che troppo di frequente si parli di arte e fotografia a sproposito: la parte artistica nella fotografia è davvero minima e quasi sempre coincide con tecnica e colpo d’occhio. Non posso negare che in senso lato la fotografia è una forma d’arte, una sorta di genio, una attitudine naturale a produrre opere di interesse artistico semplicemente osservando in modo diverso dal comune. Ma quando si parla di arte oggi s’intende quasi sempre un’opera di alto contenuto estetico, che concerne un livello di bello molto elevato. E non tutta la fotografia ha questo livello di bello, molte volte è mera rappresentazione della realtà, una straordinaria e stupefacente rappresentazione del mondo. Ma nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di qualcosa di diverso da quello che comunemente viene inteso come arte.
E quando mi sento definire artista (e capita, incredibile, ma capita) mi viene da sorridere: sono davvero molto lontano dal concetto comune di arte, nella mia fotografia vedo un insieme di pixel incrociati e modificati in modo che può risultare, in rari casi, armonioso. Ma non è arte, è semplice rappresentazione personale e digitale di persone/cose/momenti/luoghi.
No great artist ever sees things as they really are. If he did, he would cease to be an artist.
– Oscar Wilde
Quando sono entrato nella chiesa dei Battuti Bianchi per l’allestimento della mostra ho subito pensato a come fotografare l’evento. Dall’alto, con il 14mm per una visione completa e perfetta della sala. Ho chiesto l’autorizzazione per salire al piano superiore (non ho idea di come possa definirsi) e ho scattato a tuttaapertura (ISO 1600) dal centro perfetto. Ed è proprio come l’avevo immaginata, ed è una cosa rarissima: immaginare e realizzare.