

Da ieri pomeriggio, finalmente, nevica. Tanto desiderata e tanto agognata: la fioca è arrivata. E prima di andare a dormire ho deciso di provare un paio di scatti nel mio giardino: il melograno innevato è clamorosamente fotogenico. Due lunghe esposizioni su cavalletto proprio davanti alla porta di casa; davvero pochi minuti perchè in pigiama fa freddo. La prima semplicissima, 5 secondi a f/8. Nella seconda, per esaltare ed evidenziare i fiocchi di neve, ho aggiunto un colpo di flash sulla seconda tendina. Non è certo un panorama mozzafiato, semplicemente un piccolo ricordo e un esercizio di stile. Benvenuta neve, qui ti aspettavamo con ansia. Anche troppa.
Neve, insegnami tu come cadere
Nelle notti che bruciano
A nascondere ogni mio passo sbagliato

Faccio un salto indietro nel tempo (mi capita spesso da queste parti) e torno al novembre dello scorso anno. Sara e Luca sono una coppia, una fantastica coppia: fratello e sorella, con un legame eccezionale. Mi sono divertito con loro, ho passato un paio di ore molto divertenti: espansiva e allegra lei, taciturno e tranquillo lui. Ma in perfetta sintonia. Non avevo mai fotografo una coppia di questo tipo, ma in gioventù mi sono prestato molto all’obbiettivo di mio padre (e di mia madre con la Minox 35 GL) in coppia con mia sorella (si, ho una sorella che ultimamente si diletta anche lei di fotografia). Per la pubblicazione ho scelto tre foto, scelta quasi casuale: Sara e Luca sono brillanti davanti all’obbiettivo, diciamo che rimangono sempre bene.



Questo è un vecchio post che scrissi nel mio primo anno cuneese. Correva l’anno 2009. La fioca era una bellissima novità. Questa notte ha nevicato tanto e quando ho riletto il mio vecchio articolo ho deciso di uscire sotto la neve per trovare una foto adatta al testo. Ho girato 30 minuti senza combinare molto, poi quando stavo tornando a casa, deluso e congelato, ho visto questa signora che con ombrello, stivali e pala da neve camminava proprio davanti al mio cancello. Perfetta. Un colpo di flash per esaltare i fiocchi di neve et voilà. Foto trovata: proprio l’idea che cercavo.
Ad Imperia la neve è sempre un evento straordinario. Crea confusione e allarme. Ad Imperia la neve arriva sempre in notturna (di giorno la temperatura non scende mai sotto lo zero) e, per noi bambini, significava la chiusura delle scuole il mattino successivo. Ed era grande festa. Mi ricordo che una volta avevo ammirato la neve scendere quasi tutta la notte, poi al mattino mi ero alzato per costruire il pupazzo di neve (beata ingenuità) ma con grande sorpresa, e delusione, della neve nemmeno l’ombra; erano bastati i primi raggi di sole per sciogliere completamente il manto bianco. Nei giorni scorsi pochi centimetri di neve hanno mandato in tilt le grandi città del Nord (anche Imperia tanto per dire): incidenti, scuole chiuse, traffico impazzito, lamentele, crisi isteriche. Ma Cuneo è diversa. Cuneo ha un senso tutto particolare per la neve. E’ una festa e tutti sono preparati all’evento. La città cambia di colore ma non cambiano le abitudini dei Cuneesi; il traffico scorre lento ma non isterico, tutte le macchine sono fornite di gomme da neve, i mezzi antineve sono sempre pronti e si sentono nell’aria un’euforia e una tranquillità straordinari. I locali sono aperti, i negozi sono aperti e le scuole non si sognano nemmeno di chiudere. Tutto scorre come al solito, forse più lentamente, la neve rallenta e distende i nervi quasi come fosse un tranquillizzante naturale. Io non avevo mai vissuto la neve in città (non così tanta comunque) e mi sono adeguato al ritmo della Granda: gomme da neve montate, raschietto, antigelo, tranquillità. Sono uscito per andare a cena fuori: per l’occasione mi sono portato la classica pala da neve e sono stato costretto ad utilizzarla per liberare la macchina. Mi sono anche divertito: guidare sulla neve alle due di notte con le strade ancora bianche (e deserte) è stata un’esperienza elettrizzante. Guardare le immagini in televisione e ridere dei Milanesi e dei loro problemi con la neve mi ha fatto sentire davvero superiore. Perché NOI Cuneesi abbiamo la neve nel DNA!! :-D

Le emozioni dei bambini sono quanto di più puro e limpido esista in natura. Sono spontanee, sincere, istintive. Ogni nuova esperienza di gioco, e di vita, plasma il carattere e genera una serie di ricordi, più o meno intensi, che resteranno legati all’infanzia. A Beinette, nel verde Parco di Rifreddo, c’è un’area giochi dove mia figlia adora andare per condividere del tempo con altri bimbi; ma si diverte anche da sola. Lo scivolo con il papero, la giostra che gira velocissima, l’altalena che ti permette di toccare il cielo con la punta dei piedi; ogni gioco, una soddisfazione, una gioia! Un sorriso! I genitori di Marco Taverna hanno creato su quel pezzo di prato un’isola di sorrisi che rinnovano ogni volta il ricordo del loro amato figlio, mancato in un incidente stradale il 22 Giugno 2013. Personalmente non ho avuto il piacere di conoscere TAV (come lo chiamavano i suoi amici), ma tutte le volte che vengo qui mi sembra di incontrarlo. Perché davvero Marco rinasce nel sorriso di Alice: ed è un’emozione bellissima. Alice è ancora troppo piccola, ma un giorno vorrei spiegarle qual è il miracolo che si compie qui ogni giorno.








Il tuo sorriso rinasce ogni giorno nel sorriso dei bambini che vengono a giocare qui.

Da tanto tempo mi ero riproposto di fotografare questa zona. E’ la mia zona, proprio dietro casa mia. E’ dove la sera vado andavo (ma tornerò)(maybe later) a correre, e mi piace perché è una zona decisamente tranquilla; io la definisco rilassante. E poi c’è questa visione della Bisalta, la montagna che sorveglia Beinette, che mi piace un sacco. Ieri sera avevo intuito le potenzialità del tramonto già da qualche ora; il mio difetto è di partire sempre un po’ troppo in anticipo e quindi ho dovuto aspettare un bel po’ di tempo prima di arrivare all’ora blu (prevista, ieri sera, per le 21.03). Ho colto l’occasione per scattare questa foto. Un po’ di cross-processing et voilà. Mi sembra apprezzabile. Arrivato a casa ho trovato, d’istinto, il proverbio del giorno e lo metto qui, a futura memoria.
L’occasione fa l’uomo fotografo.