Queste due foto non sono recentissime, le ho scattate nell’agosto dello scorso anno. Poi complice la poca voglia, le ferie che sarebbero arrivate da lì a poco e soprattutto il tempo tiranno, le ho lasciate nel cassetto di lightroom. Mi piacciono davvero tanto, mi emozionano e ho deciso di pubblicarle a distanza di 9 mesi. Molte volte mi capita di trovare la parola emozione collegata alla fotografia. Spesso e volentieri si legge che una foto deve emozionare; non sempre è vero, ma è un semplice discorso di logica. Quello che mi domando io è CHI deve emozionare una foto. Perché le immagini devono emozionare chi le guarda ma in realtà quasi sempre emozionano solo chi le ha scattate e, in rari casi, il soggetto fotografato. E solitamente è per il ricordo del momento e mai per la bellezza oppure per il significato della foto stessa. Mi emoziona. Ma chi emoziona? Io credo sia un termine abusato e, troppe volte, usato a sproposito. Io, invece, posso affermare con certezza che questa foto mi emoziona. Me e soltanto me, e non pretendo che possa emozionare anche Voi, osservatori quasi casuali. Perché al sottoscritto ricorda un momento di crescita, di gioco, di divertimento. E sono momenti belli, ma solo miei. E il ricordo mi emoziona.
Quando durante un pomeriggio dedicato agli strumenti musicali (in un asilo nido, con tantissimi bambini e la musica in sottofondo) consegni ad una bambina di 19 mesi un tamburo e lei, incurante di tutto quanto le succede intorno, si concentra ed utilizza il battente come una penna e la pelle del tamburo come un foglio di carta (e la felicità dipinta sul viso) capisci che il suo futuro è già scritto: la musica non interessa. Papà, Io voglio scrivere!!
In questo periodo Alice si diverte a giocare con gli Amici della Fattoria, una serie di pupazzi che l’IperCoop regala (si fa per dire, 200 euro di spesa e un piccolo contributo) con una raccolta di bollini. Abbiamo Diego il caprone, Betty la pecora e Tobia l’asino (quindi è facile calcolare la spesa). E c’è anche un concorso fotografico (ad estrazione, non meritocratico) legato alla raccolta: le prime 20 foto estratte possono vincere un pupazzo di Tobia alto un metro. Dovevo partecipare, per forza; abbiamo scelto Betty la pecora. E ho sfruttato l’occasione per qualche foto in tema pasquale da regalare ai nonni: Alice con il cappello da coniglio. Purtroppo le foto con le uova di Pasqua non sono riuscito a realizzarle: la piccola ha deciso di lanciarle come se fosse in gara per il getto del peso alle olimpiadi. Pazienza. Colgo l’occasione per augurare a tutti (proprio tutti) una felice e serena Pasqua.
Quando il mese scorso un’amica (che si chiama, per uno strano caso del destino, proprio Valentina) ha regalato ad Alice questo bellissimo vestito rosso, il mio primo pensiero è stato preparare un set fotografico proprio dedicato alla festa degli innamorati. Un cuscino a forma di cuore (un classico), sfondo bianco, cuori sullo sfondo. Una foto semplice, due flash a 45 gradi e l’obbiettivo 50mm (che quasi mi è dispiaciuto non usare a f/1.2). Pensavo che le difficoltà maggiori le avrei incontrate nel gestire la giovane modella; e invece sono rimasto sorpreso dall’entusiasmo di Alice e dalla sua capacità di posare davanti alla macchina fotografica. Per la prima volta ha giocato a fare la modella. Sorridi, guarda papà, stringi il cuscino, guarda i cuori: praticamente perfetta. E davvero non me l’aspettavo, almeno non così presto, non a questo livello. Semplicemente meraviglioso. Voglio dedicare questa foto a tutti gli innamorati; e anche alla mia famiglia tradizionale, che siamo un po’ tanto innamorati.