Fate mente locale, respirate e ripetete con me. Non è merito dell’obbiettivo, non è merito della modella: la qualità di una foto è esclusivamente merito del fotografo. E’ una regola fondamentale della buona fotografia.
Fate mente locale, respirate e ripetete con me. Non è merito dell’obbiettivo, non è merito della modella: la qualità di una foto è esclusivamente merito del fotografo. E’ una regola fondamentale della buona fotografia.
Ripenso alla prima volta che ho visto la mia Alice Agnese: era un fagiolino pulsante.
Ieri invece l’ho sorpresa a contare i numeri in inglese, senza che nessuno glieli abbia insegnati…
Come ha fatto a crescere così tanto in così poco tempo?
Che meraviglia è la vita!?!
E mentre mi stringe in un abbraccio, aggrappata a una ciocca di miei capelli, penso anche che il mio AP (Amore Piccolo) tanto piccola non lo è più e quindi ora, mamma, giù dal letto e vai a compilarle l’iscrizione alla scuola dell’infanzia! (Michela Agnese)
La vita è composta di piccole tradizioni, di riti che si ripetono costanti nel tempo. In casa mia la colazione pancake e succo d’acero della domenica mattina è una di queste. E’ una mania che abbiamo imparato ad amare durante il viaggio di nozze negli Stati Uniti e del quale non riusciamo più a fare a meno; talvolta, data la sveglia tarda, si trasforma in un vero è proprio brunch. Da qualche tempo per la preparazione (oltre ad una nuova splendida padella da pancake) c’è anche una nuova piccola collaboratrice: è bravissima a mescolare e a sporcare (in questo ha preso dal papà). Per scattare questa foto ho utilizzato la luce della porta-finestra della cucina e un pannello riflettente laterale, incastrato fra il frigo ed i pensili, per schiarire le ombre: tuttaapertura a f/1.2 e conversione in monocromatico (molto contrastata) per evitare che i troppi colori della cucina potessero distrarre. I pancake sono quasi pronti. ;-)
Non dimenticare: due cose non conoscono limiti, la femminilità e i modi di abusarne. (dal Film Nikita)
Si sa, le nonne non buttano mai niente. Tra cianfrusaglie e vecchi ricordi questa volta dal baule è saltato fuori un cappotto. Rosso. Caldo, di lana calda. Intatto nonostante sia datato 1983. Era il mio e lo portavo quando avevo poco più di un anno. Lo abbiamo fatto indossare ad Alice e lei, vuoi perché, dice, il rosso (insieme al giallo, al verde, al blu e ad altri) è il suo colore preferito, vuoi perché “era di mamma da piccola” lo ha subito apprezzato! Qui lo sfoggia tra i filari del monregalese, intenta a giocare tra foglie e grappoli d’uva. (Michela)