
Ieri sera mi sono presentato al Teatro Baretti (invitato ovviamente) per fotografare il Festival Teatrale Studentesco organizzato da Servi di Scena. Era la quinta serata del festival, dedicata all’Istituto Cigna, una delle scuole di Mondovì. Non ero particolarmente attratto dalla rappresentazione in se, ma era mia intenzione dedicarmi soprattutto alla fotografia di backstage. Nei giorni scorsi avevo notato alcune foto molto interessanti e mi sarebbe piaciuto cimentarmi nei camerini: volevo catturare l’emozione, l’ansia e l’attesa, tutte emozioni tipiche di chi sta per salire sul palco, qualunque palco si tratti.




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Quando durante un pomeriggio dedicato agli strumenti musicali (in un asilo nido, con tantissimi bambini e la musica in sottofondo) consegni ad una bambina di 19 mesi un tamburo e lei, incurante di tutto quanto le succede intorno, si concentra ed utilizza il battente come una penna e la pelle del tamburo come un foglio di carta (e la felicità dipinta sul viso) capisci che il suo futuro è già scritto: la musica non interessa. Papà, Io voglio scrivere!!

Credo che la Fotografia di Strada (meglio conosciuta come Street Photography) non riuscirà mai ad entrare nelle mie corde, a rubarmi il cuore. E’ impegnativa, difficile: è fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione (si, è simile al genio). Domenica scorsa ho provato, per le vie del centro storico di Genova, a cimentarmi in questa nobile arte. Mi sono armato di reflex, 50 fisso (quasi sempre utilizzato a tuttaapertura) e voglia di catturare qualcosa di interessante. La street è impresa ardua a f/1.2. Il problema è riuscire a mettere a fuoco in pochi centesimi di secondo, un’operazione a metà strada fra abilità e colpo di fortuna: il rischio di perdere l’attimo migliore è altissimo e il rimpianto di una bella foto sfumata per un fuoco maldestro è sempre dietro l’angolo. Ho fotografato quasi sempre in Via San Lorenzo, fra piazza De Ferrari e il Bigo di Renzo Piano; mi sono divertito e penso di aver catturato una parte dell’essenza di Genova. Anche senza il mare.


Raramente, quasi mai, pubblico in bianco e nero. Non è il mio genere, io vedo il mondo a colori. Per queste foto ho preso spunto da quello che ritengo un maestro del genere e le sue immagini sono rimaste impresse nella mia mente, come fonte d’ispirazione, per tutta la giornata. Lui è Marco Galletto e vi consiglio un viaggio sul suo Flickr (che adesso non esiste più).


