Il porceddu (o Porcheddu) è il piatto tipico più celebre della Sardegna. E una vacanza sull’isola senza gustare il maialino Sardo è come visitare Torino e non andare in pellegrinaggio a Superga. Io volevo però il vero Porcheddu: e allora siamo andati a casa di Alessandro, a Suelli, e abbiamo assistito al sacro rito. Fotografare la cottura del maialino si è rivelato più difficile del previsto: ambiente in ombra, luci scarse, spiedo che gira, fuoco sullo sfondo; il peggio che può capitare. Ma grazie al prodigioso 50 F/1.2 utilizzato a tuttaapertura sono riuscito a limitare i danni. Ho scattato un po’ di foto ma quello che mi preme sottolineare è… ma quanto è buono il porceddu? Voglio ringraziare Alessandro, i suoi amici e la sua famiglia per la meravigliosa accoglienza: ricorderò tante cose della Sardegna, alcune le dimenticherò, ma il maialino Sardo sicuro che non lo scorderò mai. ;-)
Alessandro ha una piccola azienda online di prodotti tipici sardi: Gustos e Sapores. Fateci un giro, la qualità è davvero alta. Lo dico per esperienza diretta, soprattutto sul mirto. E ne ho bevuto parecchio. :)
Il Rakikò è l’amaro tipico di Mondovì. E’ stato inventato nel 1895 da Francesco Comino e il suo nome deriva dalle parole Radici, China e Comino: ma questo lo sanno in pochi. Il Grigolon invece è un locale di Mondovì, è inserito nella guida dei locali storici italiani e ha da poco compiuto 100 anni. Sono collegati fra di loro da un filo indissolubile, da una storia incredibile e romantica; fra queste mura, che profumano di storia, Francesco Comino sperimentò la sua ricetta ed Ettore Alessandri scrisse la filastrocca, che potete ammirare in originale appesa alle pareti del Grigolon, che è tuttora stampata sull’etichetta posteriore della bottiglia (in origine era addirittura sull’etichetta anteriore). Sabato scorso ho avuto l’onore di ascoltare la signora Barbara, erede della famiglia Grigolon, raccontare la sua storia. E’ una storia bellissima, intrisa di passione e lavoro, che continua ancora oggi, tutti i giorni. Ho scattato queste foto per ricordare un momento, per immortalare la bottiglia storica del Rakikò. Non sono niente di straordinario, ma raccontano una storia importante e centenaria. Non voglio farmi mancare niente e quindi vi lascio una ricetta di mia invenzione, l’Angry Rak :). Io adoro gli aperitivi con un certo retrogusto amaro ed il Rakikò si presta benissimo per questo tipo di cocktails. Per il vermouth preferisco optare per il ‘Punt e Mes‘, che ha quella parte di china che rende ancora più aspro il tutto. E poi c’è l’Angostura, il bitter più amaro di sempre. Si prepara rigorosamente nel tumbler basso. E mi raccomando: bevete responsabilmente. :D
3 cl di Vermouth Rosso
3 cl di Rakikò
3 cl di Succo d’Arancia
5 gocce di Angostura
Ghiaccio
Scorza di limone e fettina di arancia
Questa foto della bellissima Amelia è stata scattata durante il workshop di ritratto che abbiamo organizzato (come MondovìPhoto) domenica 6 novembre (cioè praticamente oggi). Ho partecipato in modo un po’ borderline per una serie di motivi, fra cui non ultimo un certo senso di superiorità del quale un po’ mi vergogno: è vero che gli argomenti della giornata mi erano abbastanza noti, ma c’è sempre da imparare ed io dovrei saperlo bene. Mi tengo questo personale commento come promemoria per il futuro. E’ stata una domenica molto positiva, interessante e faticosa. Voglio ringraziare un po’ di persone e questo è il luogo adatto. La più importante è Lorena, non me ne vogliano gli altri ma merita il primo posto; perché se non ci fosse lei tutto intorno a noi ci sarebbe una sorta di triste deserto dei Gobi. Le ho dato un aiuto, per certi versi anche importante, ma il vero deus ex machina di tutto è lei. Grazie Grazie Grazie. Poi voglio esprimere la mia gratitudine a Marco Mosca ed Enrico Basili, i due fotografi che pazientemente ci hanno supportato e sopportato, alle bellissime e bravissime Veronica e Amelia che hanno posato per noi, a Marita Rulfo, la nostra make-up Artist, a Marcos Luxury Store che ci ha fornito gli abiti per le modelle, a Max Rinero di Magic Foto e alla Pentax che hanno organizzato il set fotografico in studio, a Loredana che ci ha permesso di scattare nel bellissimo giardino del Lori’s Inn e infine voglio ringraziare tutti i partecipanti al workshop: spero sia stata una giornata positiva e che siano tornati a casa con qualcosa in più, almeno dal punto di vista umano. La foto di Amelia è stata scattata con il 50 f/1.2, utilizzato ovviamente a tuttaapertura, in priorità di diaframmi sfruttando la luce naturale di Mondovì Piazza e l’aiuto di un pannello riflettente.
Da quasi cinque anni non mi concedevo una cronosfida. E la parrocchia dell’Immacolata Concezione a Barumini è stata l’occasione adatta per tornare a sfidare me stesso. All’uscita di Palazzo Zapata (che ospita il polo espositivo di Barumini) mi sono preso 15 minuti per esplorare gli interni e l’esterno della piccola parrocchia che si trova proprio di fronte al museo. Ho scelto di utilizzare solo il 50 f/1.2 per provare a cogliere i dettagli della struttura. Non è stata una cronosfida facile, gli spunti per fotografare non erano molti e mi sono dovuto arrangiare con il poco materiale a disposizione. Alla fine del quarto d’ora sono riuscito a trovare tre scatti interessanti, anche se mi sono dovuto concentrare soprattutto sul minimalismo (ma è un tipo di foto che mi piace molto). And the winner is…
RULES:
Choose camera, lens and location.
Have a few minutes walk around and then no more than 15 minutes to shoot 3 good pictures.
It’s a lot of fun, a challenge against yourself and the clock.
added rule #1 – shoot as much as you like, just keep the best three.
added rule #2 – if you don’t take 3 good pictures, the challenge is lost.