Sono passato nei pressi di Saorge tantissime volte. E la vedevo sempre là, abbarbicata sulla montagna, lontana e bellissima. E mai mi sono potuto fermare: perchè era tardi, perchè era lontano e anche perchè era poco interessante. Ma giovedì scorso no, ero triste e un po’ malinconico allo stesso tempo; il mio umore era come il cielo plumbeo che mi circondava e ho deciso di fare la pazzia: ho visto il cartello che indicava Saorge e ho svoltato all’ultimo secondo. Strada strettissima, un tunnel che sarebbe da senso unico alternato e poi il parcheggio all’entrata della città. Ho girato a passo veloce per quasi un’ora, ho alternato il 50mm, quasi sempre a tuttapertura, e il nuovo fish-eye Samyang 12mm (ottimo con il focus peaking della R). E Saorge mi ha affascinato con le sue viuzze strettissime, i suoi scalini, i vicoli, le piccole piazze, la tranquillità, i nomi delle strade in francese e in dialetto ligure. Un paio di negozi, qualche bar/ristorante, pochissime persone. Un signore, prima in francese e poi in italiano, mi ha chiesto per quale motivo fossi lì. Ho spiegato nel mio esperanto, mezzo francese e mezzo ligure, e lui mi ha risposto: “Ma con questo cielo così brutto?”. E proprio in quel momento, in Place de la République, si è aperto uno sprazzo di azzurro. Sono andato via quasi di corsa, con un centinaio di foto interessanti e dopo aver fotografato ciassa da geija. Mi piacerebbe tornare a Saorge, magari con più calma.
Prosegue imperterrita, e senza soluzione di continuità, la tradizione del post natalizio. Quest’anno purtroppo è più triste del solito e la voglia di festeggiare non è certo al massimo livello; ma si cerca di sorridere per dimenticare le lacrime. E un Natale di pietra, un po’ come ti lasciano certe notizie. Ho scattato questa foto nello splendido villaggio di Saorge, al confine fra Italia e Francia, in una uggiosa giornata di metà dicembre. Fra le case spuntava questo particolare addobbo natalizio e ho subito pensato al mio post dedicato al 25 dicembre; ma è un’altra storia che Vi racconterò nei prossimi giorni. E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.
Questa sera, in piazza Audifreddi, le sardine di Cuneo si sono radunate per la prima volta. E’ stato un evento tranquillo e pacifico, senza isterismi: un migliaio di persone hanno manifestato il loro dissendo sfoggiando sardine di ogni forma e colore; gridando Cuneo non si lega e cantando Bella Ciao. Su queste pagine scrivo di fotografia e quindi ritengo giusto non scendere nello specifico delle idee e della manifestazione; ovviamente ho il mio pensiero, ma preferisco divulgarlo amabilmente su facebook per la gioia dei miei accaniti sostenitori (immagino comunque che tutti i miei numerosi lettori sappiano cosa sia il movimento delle sardine). Mi sono buttato nella mischia rischiando di uccidere un paio di persone con il treppiede e ho scattato una cinquantina di foto nel buio più assoluto (sia ringraziata la tenuta agli alti iso della moderna tecnologia digitale) con il nuovo RF 50 F/1.2 (spettacolare). Sempre a tuttapertura, ça va sans dire.