Questa è una delle foto che ho scartato alla Torino Photo Marathon. A distanza di tempo, quasi 4 mesi, probabilmente l’avrei scelta nelle nove. Perché ha una bella composizione e racconta qualcosa. Racconta di un padre, un padre moderno e fashion (si evince dai risvoltini e dalla cura nella scelta dell’abbigliamento) che aspetta la figlia minorenne (il secondo casco è nel bauletto) dopo un pomeriggio con le amiche in centro a Torino. Forse il primo da sola, da grande. E dietro questa foto c’è una storia di vita, di famiglia, di quotidianità. E la trovo quasi romantica.
Questo è un vecchio post che scrissi nel mio primo anno cuneese. Correva l’anno 2009. La fioca era una bellissima novità. Questa notte ha nevicato tanto e quando ho riletto il mio vecchio articolo ho deciso di uscire sotto la neve per trovare una foto adatta al testo. Ho girato 30 minuti senza combinare molto, poi quando stavo tornando a casa, deluso e congelato, ho visto questa signora che con ombrello, stivali e pala da neve camminava proprio davanti al mio cancello. Perfetta. Un colpo di flash per esaltare i fiocchi di neve et voilà. Foto trovata: proprio l’idea che cercavo.
Ad Imperia la neve è sempre un evento straordinario. Crea confusione e allarme. Ad Imperia la neve arriva sempre in notturna (di giorno la temperatura non scende mai sotto lo zero) e, per noi bambini, significava la chiusura delle scuole il mattino successivo. Ed era grande festa. Mi ricordo che una volta avevo ammirato la neve scendere quasi tutta la notte, poi al mattino mi ero alzato per costruire il pupazzo di neve (beata ingenuità) ma con grande sorpresa, e delusione, della neve nemmeno l’ombra; erano bastati i primi raggi di sole per sciogliere completamente il manto bianco. Nei giorni scorsi pochi centimetri di neve hanno mandato in tilt le grandi città del Nord (anche Imperia tanto per dire): incidenti, scuole chiuse, traffico impazzito, lamentele, crisi isteriche. Ma Cuneo è diversa. Cuneo ha un senso tutto particolare per la neve. E’ una festa e tutti sono preparati all’evento. La città cambia di colore ma non cambiano le abitudini dei Cuneesi; il traffico scorre lento ma non isterico, tutte le macchine sono fornite di gomme da neve, i mezzi antineve sono sempre pronti e si sentono nell’aria un’euforia e una tranquillità straordinari. I locali sono aperti, i negozi sono aperti e le scuole non si sognano nemmeno di chiudere. Tutto scorre come al solito, forse più lentamente, la neve rallenta e distende i nervi quasi come fosse un tranquillizzante naturale. Io non avevo mai vissuto la neve in città (non così tanta comunque) e mi sono adeguato al ritmo della Granda: gomme da neve montate, raschietto, antigelo, tranquillità. Sono uscito per andare a cena fuori: per l’occasione mi sono portato la classica pala da neve e sono stato costretto ad utilizzarla per liberare la macchina. Mi sono anche divertito: guidare sulla neve alle due di notte con le strade ancora bianche (e deserte) è stata un’esperienza elettrizzante. Guardare le immagini in televisione e ridere dei Milanesi e dei loro problemi con la neve mi ha fatto sentire davvero superiore. Perché NOI Cuneesi abbiamo la neve nel DNA!! :-D
Ho scattato questa foto 4 anni al fa, al Salone del Libro di Torino. E’ un particolare della porta della Stanza Rossa (mi sembra si chiamasse così): durante le presentazioni veniva chiusa e lo sguardo severo di rimprovero dei presenti cadeva come una mannaia su chiunque osasse entrare (e talvolta era anche proibito). E quindi tutti passavano, curiosavano dall’oblo e tiravano dritto; uno strano miscuglio di mistero, paura e curiosità. Ho trovato questa foto quasi per caso durante una ricerca nell’archivio; e mi ha colpito per quanto fosse minimale ma al tempo stessa carica di dietrologie. Che forse non è il termine adatto, anzi, sicuramente non lo è, ma rende l’idea in modo particolare (almeno nella mia testa).