In questi giorni di quarantena la ggente non sa cosa fare e quindi lancia sfide e nomina persone sui social network. Non sono solito accettare questo tipo di competizioni, anzi, mi piace spezzare le catene e godere della libertà. D’altrocanto apprezzo anche le classifiche, adoro i best of e quindi rilancio con questa mia personalissima classifica urbex. Non sono le mie foto più belle, davvero non saprei da quale parte iniziare per definire l’estetica, sono semplicemente le più significative: quelle che in gergo vengono definite figurine. Ne ho scelte 9, evitando i ritratti, e sono in rigoroso ordine cronologico di pubblicazione (è una differenza importante). Come avrete intuito non ho intenzione di nominare nessuno. Buona visione.









Non portare via niente, non rompere niente, non disturbare nessuno. Cattura immagini, lascia solo impronte nella polvere.
Il tempo passa e il tempo vola, ma io continuo a scattare una quantità eccessiva di foto. Il 2019 è stato un anno vissuto ad una velocità supersonica e l’unica cosa del quale sento veramente la mancanza è il tempo: il blog (di notte, #photosneversleep) è diventato protagonista assoluto delle mie ore piccole: quest’anno sono arrivato a 209 post e nemmeno ai tempi d’oro riuscivo a mantenere una media così alta. E’ un compagno fedele che racconta tutte le mie acrobazie (è proprio la definizione giusta) fotografiche. Come sempre in questo consuntivo di fine anno ho scelto le foto più interessanti e che mi ricordano in modo completo i dodici mesi appena trascorsi. C’è un ritorno importante del ritratto (addirittura 6 foto), mentre il resto delle preferenze è equamente diviso fra street, urbex e urban landscape. Nel 2019 c’è di nuovo di Alice, con una foto dedicata all’ecologia, c’è un ritratto di Cristiana, scattato durante un workshop con Raffaele Ingegno, e soprattutto c’è una delle foto del mio Shut-Up. Alla fine dello scorso anno mi proponevo di iniziare qualche progetto a lunga scadenza e direi che alla fine sono riuscito nel mio proposito. Fra le altre ci sono due foto di street (rigorosamente in silver): la prima è scattata a Milano durante la Milano Photo Marathon, la seconda invece ha una caratteristica importante: è la prima scattata con la nuova Canon EOS R. Ebbene si, sono passato al lato leggero della forza. Poi ci sono le macchine da cucire singer e il divano circolare: due luoghi mitici del mondo urbex italiano. E per concludere due paesaggi cittadini: Torino con la mole prima del tramonto e una delle piazze della città antica di Genova. Fish-Eye complicato dal basso con treppiedi e fotografo rasoterra, ma con questa foto ho vinto il primo premio di categoria alla Genova Photo Marathon. E per il prossimo anno? Quali sono i propositi? Sinceramente non lo so, non ho idea di cosa migliorare e quando. Vorrei essere più concettuale che artista. Non sempre, qualche volta.












Il 2018 è stato un anno record. Non so dire il numero di fotografie scattate, ma credo che 40000 sia una cifra non troppo lontana dalla realtà. Ho anche superato il record di post in un anno arrivando a 170 articoli e non è facile mantenere certi ritmi lavorando quasi 10 ore al giorno (merito delle notti passate in compagnia di Adobe, d’altronde #photosneversleep). Nel 2018 ho fotografato qualsiasi cosa e nelle mia personale lista delle meraviglie ho inserito, come sempre, non solo le foto migliori, ma anche quelle che mi ricordano momenti importanti: e mai come quest’anno la scelta è stata difficile con esclusioni anche dolorose. Ho scelto una sola foto monocromatica (il ritratto di Nicola Nocella al Montecarlo Film Festival) e questa scelta, in un anno che mi ha visto pensare tante volte in bianco&nero, è davvero strana; ci sono altri due ritratti, ma negli ultimi dodici mesi ho limitato al minimo gli scatti di portrait, mentre domina la scena l’urbex che anche questa volta è ottimo protagonista della mia classifica. Cosa mi aspetto dal prossimo anno? Non lo so, l’idea è di migliorare le scelte, forse scattare meno ma meglio. Dedicarmi a qualche progetto, tentare un ulteriore balzo in avanti in quanto a qualità. Tornare anche alla fotografia di landscape che nel 2018 è un po’ mancata. Vedremo, il futuro è un’ipotesi.












Lo scorso 30 dicembre, nel resoconto di fine anno, mi auguravo di aumentare la qualità della mia produzione fotografica. Non so se in questo 2017 sono riuscito nell’intento (spero e credo di si), sicuramente è aumentata la consapevolezza. La consapevolezza di capire quello che sto facendo, in tutte le fasi del progetto fotografico. Alla fine dell’anno si contano 165 articoli, un discreto numero, ho eguagliato il mio record risalente al 2012. Sono stati dodici mesi di novità fotografiche, di esplorazioni urbex, di fotografia di strada, posso affermare senza paura di smentita di aver imparato tantissimo e di aver accresciuto notevolmente il mio bagaglio culturale e tecnico. Ho cambiato macchina fotografica, ho completato la mia gamma di obbiettivi in modo quasi totale, ho trovato uno zaino perfetto (e questa affermazione è probabilmente un azzardo). C’è stato il passaggio (parziale) al due/terzi e questo complica un po’ le cose nella pubblicazione delle foto: ma credo che l’alternanza fra i vari formati (magari anche verticale, una novità per il sottoscritto) sia qualcosa di positivo; le scelte di layout però si sono complicate e quindi le foto non sono presentate in ordine temporale, come al solito, ma in ordine di formato. Ovviamente non sono le migliori, ma quelle che rappresentano al meglio il mio 2017. C’è Alice, e lei non può mancare, ma c’è anche il fish-eye, ritratto, soprattutto urbex, notturno, lunghe esposizioni, street e anche una foto di backstage teatrale; insomma, come sempre un pò di tutto. C’è anche tanto bianco e nero in questo ‘best of’ ed è una peculiarità, forte, dell’anno che volge al termine.



![Viola [Mirror]](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2017/03/violamirror-600x400.jpg)








Un anno fa, di questi tempi, scrivevo queste parole: “[…] e credo che nel 2016 esista davvero la possibilità di arrivare almeno a 50 post; circa uno a settimana. E’ la nuova promessa”. Direi che ho superato di gran lunga le mie più rosee aspettative: il 2016 è stato l’anno del ritorno alla pubblicazione (mettendo anche a rischio il mio rapporto coniugale). Ho scritto 152 post e pubblicato 761 foto (non male). Sono stati 365 giorni di fotografia, di scoperte, di incontri, di passione fotografica: ho battuto qualsiasi record di foto scattate (il contatore della 6D conta 39.821). Posso definire l’anno appena trascorso come l’anno del reportage. E soprattutto del reportage Urbex. In questa selezione, come sempre di dodici scatti in ordine cronologico di pubblicazione, ho inserito un campione rappresentativo del mio 2016: ci sono tre foto Urbex (fra cui la pazzia Consonno), ritratto, panorami, street, la vacanza in Sardegna e ovviamente Alice (lei non può mancare). Cosa mi aspetto dal prossimo anno? E’ una domanda difficile, come sempre. Credo che aumentare il ritmo sia quasi impossibile, non solo mentalmente ma anche fisicamente: di conseguenza mi auguro di aumentare la qualità. E quella non sarà certo un’impresa.

![Pommel Horse [Ex Salesiani]](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2016/02/thegymbehindtheglassdoor-500x375.jpg)










Queste sono le 18 foto che ho scelto (in modo sbrigativo) per una serata di presentazione portfolio. In realtà, per essere precisi, si trattava della serata massacra il socio organizzata da MondovìPhoto: non mi hanno massacrato molto a dire il vero, ma mi sono arrivati un paio di suggerimenti interessanti che ho cercato subito di mettere in pratica. Il confronto, meglio se dal vivo, è sempre interessante e se visto in modo positivo è il miglior metodo per crescere dal punto vista fotografico (e non solo). Ovviamente dall’altra parte ci deve essere qualcuno di interessante ed onesto, altrimenti è solo una inutile e spocchiosa dimostrazione di forza. Sono tutte foto che ho già pubblicato su queste pagine, una sorta di ‘best of‘ non troppo ragionato. Sono tanto diverse dalla mia top-nine, ma in realtà non ho mai fatto una selezione definitiva. Potrebbe essere uno dei propositi per l’autunno che verrà. Il titolo del post è una citazione di Viola Valentino: non so perché, scherzi della mente.
![Io [Black]](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2013/04/ioblack-800x600.jpg)


![After the Storm [Pianfei Lake] - 02](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2012/06/dopolatempesta_02.jpg)






![Ready to Fly [Sunrise]](https://www.samuelesilva.net/blog/wp-content/uploads/2014/04/readytofly.jpg)







Comprami,
Io sono in vendita
E non mi credere irraggiungibile
Ma un po’ d’amore, un attimo,
Un uomo semplice
Una parola, un gesto, una poesia,
Mi basta per venir via