Night is the other half of life, and the better half.
– Johann Wolfgang von Goethe
L’ultimo dell’anno ho deciso per una passeggiata in paese, poco prima del tramonto. Volevo provare il Mir-1B 37 F/2.8 e sono uscito per andare a trovare una vecchia parente. Ho scattato un po’ di street cercando di districarmi con il fuoco manuale e la scarsità di luce, un’impresa, ma devo ammettere che il piccolo moscovita (59×56 per 185 grammi di vetro e acciaio) mi ha sorpreso positivamente. Ha tutti i difetti degli obbiettivi economici d’oltre cortina del secolo scorso, quindi poca nitidezza a tuttaapertura e bordi pastosi a qualsiasi diaframma; inoltre il trattamento delle lenti è quasi inesistente e il rischio di flare e riflessi strani è sempre in agguato soprattutto in presenza di controluce (anche minimo). L’ho distrutto in meno di quattro righe, ma nonostante i problemi di progettazione devo ammettere che le foto sono interessanti e mostrano una certa poesia. Questa è l’ultima che ho scattato poco prima di rientrare, in post ho aumentato la nitidezza e dato un tocco di color grading: non credo mi andrò ad avventurare in stampe di dimensioni enormi, ma la trovo una foto davvero gradevole e con un’atmosfera sovietica tipica del 1958. D’altronde il freddo era molto simile e in principio era la neve.
Volevo scegliere un titolo in inglese che potesse dare importanza a questa foto, ma non ho trovato niente e ho scelto qualcosa di descrittivo. Perché quello è. La foto non mi fa impazzire, ma mi hanno detto che la colpa è soprattutto del soggetto e allora mi sono sentito rinfrancato: questo è il bellissimo albero di Natale di Piazza Galimberti a Cuneo; in tempo di Covid e crisi tocca accontentarci. Stanno per iniziare le due settimane più impegnative dell’anno e questa volta sarà anche peggio.