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L’ipogeo e la chiesa ottagonale
POSTED ON 20 Gen 2025 IN Reportage

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Ipogeo significa sotterraneo e questa cosa avrebbe dovuto farmi riflettere/capire. Arrivo davanti a questa piccola chiesetta, sembra interessante, ma noto con dispiacere che la porta è chiusa. L’unica via di accesso è una piccola finestra stretta e verticale (deve avere un nome) e non trovo altra soluzione. Lascio cadere zaino e treppiede all’interno (e non era basso) e provo ad entrare. Non riesco, è davvero strettissima, e inizia a prendermi una specie di panico perché senza entrare non sarei riuscito a recuperare lo zaino. Cerco una soluzione e dopo un paio di tentativi maldestri riesco a infilare una gamba e quindi la testa: sono dentro lanciandomi quasi a peso morto. A quel punto la domanda sorge spontanea: ma Lorena come ha fatto ad entrare? Ma è una domanda al quale troverò risposta dopo.

La piccola chiesa è davvero bella: è abbandonata da tempo, si capisce che qui nessuno mette piede da chissà quanti anni. La porta è saldata (ecco perché non si apriva). Faccio un giro rapido, scatto qualche foto e mi accorgo che in una piccola stanza laterale ci sono dei gradini. Non mi lascio intimidire dal buio, accendo la torcia e percorro la scala a chiocciola in discesa. Arrivo in un antro sotterraneo, ecco perché si chiama Ipogeo: ci sono due stanze, entrambe sormontate da una cupola: nella prima un fascio di luce illumina delle rovine, nella seconda, buttato per terra, si trova una copia del Trono Ludovisi. Dopo la seconda stanza un piccolo cunicolo porta all’esterno, nel parco. In quel preciso istante mi sono reso conto di essere passato dall’accesso più complicato e ho capito come avesse fatto Lorena ad entrare: dalla porta.

In urbex è sempre buona educazione cercare l’accesso più semplice, magari facendo una perlustrazione completa, se possibile, dell’esterno (ovviamente non sempre è possibile). Purtroppo capita, non di rado, di entrare dalla soluzione più complicata. Recentemente (ieri) sono entrato dalla finestra di un palazzo. (senza troppa fatica in realtà) per poi accorgermi che sul lato opposto le porte del piano terra erano tutte spalancate: sarebbe bastato avere meno fretta. Devo però ammettere che l’entrata nell’Ipogeo rimane la contrapposizione più alta che mi sia capitata: l’accesso normale era una porta completamente spalancata in un parco abbandonato, io ho scelto un passaggio quasi impossibile attraverso una finestra strettissima. Genio del male. :-)

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