Quella che viene chiamata l’Alcova degli Amanti, un angolo sperduto e nascosto nell’Appennino toscano, si è rivelata probabilmente la più grande delusione urbex degli ultimi anni. Il viaggio per arrivarci è stato difficile, l’ingresso quasi impossibile, ma quando ci siamo resi conto che le difficoltà non erano casuali, abbiamo deciso di fermare le macchine fotografiche e lasciare che il resto del racconto fosse affidato alle immagini esterne.
Subito ci è stato chiaro che qualcuno aveva recentemente bloccato quasi tutti gli accessi. Il piano superiore era sbarrato e all’interno, dentro a sacchi neri, erano stati raccolti oggetti, ricordi e vecchie cose. Un abbandono studiato con estrema attenzione, una chiusura ben ponderata. La struttura, che non saprei definire con precisione, probabilmente una sorta di Bed & Breakfast, aveva l’aspetto di un luogo che non era mai stato pensato per essere un vero approdo turistico, quanto piuttosto un rifugio per chi cercava un angolo di privacy e tranquillità. La disposizione delle stanze, la posizione della struttura e gli arredi lasciavano intuire che vi fosse qualcosa di più intimo, qualcosa legato agli incontri amorosi e al desiderio.
Abbiamo scattato giusto qualche foto nelle prime stanze dopo l’ingresso, qualche panoramica all’esterno, e poi abbiamo deciso, a malincuore, di proseguire verso altri luoghi. Addio, Alcova degli Amanti. Non è stato un incontro particolarmente memorabile.
Gli amanti, quelli veri, non condividono un letto ma custodiscono un segreto.
– Pablo Neruda