SAMUELESILVA
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Che (amici bastardi) Guevara

10 Febbraio 2010

Scopri di avere amici molto bastardi quando ti chiedono di metterti in posa per la foto ricordo e arrivato a casa scopri che alle tue spalle, anziché le classiche corna, è spuntato un ritratto/icona di quel furfante/assassino di Ernesto Che Guevara. Ripeto, nel caso fossero in ascolto: Amici Bastardi.

Che Guevara

11 Commenti

  • fabio ha detto:

    Potresti fare un riassunto di cio’ ke sai di che guevara?
    No sai xè dopo aver letto 2 biografie nn concordo molto. E non sono di sinistra (neanche di destra)

  • Pablo Moroe ha detto:

    L’importante è che gli amici – bastardi o meno – ti facciano bere del buon vino in ottima compagnia. Il resto è superfluo :)

  • Samuele ha detto:

    Al di là dell’iconografia romantica che lo descrive come un fascinoso avventuriero e un paladino delle ingiustizie sociali, Che Guevara fu soprattutto un guerrigliero spietato e senza ripensamenti, che partecipò direttamente all’esecuzione di informatori, spie, disertori, insubordinati. Durante gli anni in cui si aggregò a Fidel Castro nel tentativo di rovesciare il governo di Batista, uccise personalmente Eutimio Guerra, sospettato di essere un informatore di Batista, sparandogli con una pistola calibro 32. Un’altra volta ordinò la fucilazione senza processo di un ragazzo non ancora ventenne, appartenente al suo stesso gruppo di guerriglieri, perché accusato di aver rubato del pane.
    Dopo che Fidel Castro rovesciò Batista, all’inizio del 1959, Che Guevara assunse la cittadinanza cubana, lasciò la moglie peruviana e la figlia e si risposò con una guerrigliera castrista. Fu nominato procuratore o comandante militare della prigione di La Cabana, anche se sarebbe più lecito definirlo “boia”. Nei quattro anni in cui svolse questo incarico, le stanze della prigione diventarono sale di tortura dove un numero ancora imprecisato di persone trovò la morte. Secondo la testimonianza del poeta Antonio Valladares, che fu imprigionato e torturato a La Cabana per 22 anni, Che Guevara partecipò personalmente agli interrogatori, alle torture e alle esecuzioni dei prigionieri. Successivamente Guevara istituì un campo di rieducazione (o di concentramento?) a Guanaha, mentre a Santiago di Las Vegas sorse il Campo Capitolo, una prigione per bambini al di sotto dei 10 anni. La procedura infatti prevedeva che insieme all’arrestato anche l’intera sua famiglia dovesse venire reclusa. Ai prigionieri era consentito rimanere in mutande, in celle fetide, in attesa di essere torturati e fucilati.
    Nel 1962 Che Guevara fece parte, insieme a Raul Castro, della delegazione cubana recatasi a Mosca per accettare il consenso a posizionare i missili nucleari sovietici sul territorio di Cuba in direzione degli Stati Uniti. In seguito, intervistato da un cronista inglese, Che Guevara affermò che se durante The Cuban Missile Crisis la decisione fosse dipesa dal governo cubano, avrebbero aperto il fuoco.
    Fidel Castro lo nominò quindi Ministro dell’Industria e presidente del Banco Nacional, la Banca Centrale di Cuba. Nonostante egli abitasse in una lussuosa casa colonica in una zona residenziale dell’Avana e passasse il tempo tra ricevimenti e battute di caccia, ostentando un Rolex al braccio, Che Guevara, da buon comunista, odiava il denaro e impose la povertà alla popolazione attraverso una politica che si dimostrò catastrofica sotto ogni punto di vista.
    Fu Che Guevara a persuadere Castro ad impegnare Cuba in atti di guerra in Africa. Appoggiò il movimento marxista pro-Lumumba nel Congo belga, con la collaborazione del guerrigliero sterminatore Laurent Kabila e di milizie cinesi, ma con risultati fallimentari che lo portarono, nel giro di pochi mesi, a dover abbandonare il progetto di espandere la sua idea di rivoluzione in Africa.
    Tornato a Cuba, Guevara “sparì” per lunghi mesi dalla scena. Il fallimento del suo piano industriale, così come quello di espansione della rivoluzione, lo avevano messo in contrasto con Fidel Castro. Il quale subiva anche le pressioni di Mosca, infastidite dalle aperture di Guevara verso il partito comunista cinese. Dopo molti mesi Castro disse di aver ricevuto una lettera di Guevara in cui egli rinunciava ad ogni incarico nel governo e alla cittadinanza cubana.
    La sua febbre di diffondere la lotta armata comunista (“Creare due, tre, mille Vietnam”, una sua celebre frase) lo portò infine, nel 1967, in Bolivia, ma si accorse di non avere dalla sua parte la popolazione e nemmeno l’appoggio esterno di Castro e dei sovietici che, in definitiva, lo abbandonarono (se non peggio) al suo destino.
    Quello che segue è l’elenco accertato delle persone assassinate, in diversi casi personalmente, da Che Guevara.
    Persone giustiziate da Che Guevara sulle Sierra Maestra Mountains:
    Arustidio, Manuel Capitan, Juan Chang, Eutimio Guerra, Dionisio Lebrigio, Juan Lebrigio, El Negro Napoles, Chicho Osorio, due “non identificati” nell’aprile 1957.
    Persone giustiziate da Che Guevara a Santa Clara City:
    Ramon Alba, Josè Barroso, Joaquin Casillas, Felix Cruz, Hector Mirabal, J.Mirabal, Felix Montano, Cornelio Rojas, Alejandro Garcia Olayon, Alejandro Rojas, Vilalla.
    Persone giustiziate da Che Guevara nella prigione di La Cabana:
    Vilau Abreu, Humberto Aguiar, German Aguirre, Pelayo Alayon, Josè Luis Alfaro, Pedro Alfaro, Mariano Alonso, Josè Alvaro, Aniella, Mario Ares Polo, Josè Ramon Bacallao, Ceverino Barrios, Eugenio Becker, Francisco Becker, Ramon Biscet, Roberto Calzadilla, Eufemio Cano, Juan Capote Fiallo, Antonio Carralero, Gertrudis Castellanos, Josè Castano Quevedo, Raul Castano, Eufemio Chala, Josè Chamace, Josè Chamizo, Raul Clausell, Angel Clausell, Demetrio Clausell, Josè Clausell, Eloy Contreras, Roberto Corbo, Emilio Cruz, Juan Felipe Cruz, Orestes Cruz, Humberto Cuevas, Cuny, Antonio De Beche, Mateo Delgado, Armando Delgado, Ramon Despaigne, Josè Diaz Cabezas, Antonio Duarte, Ramon Fernendez Ojeda, Rudy Fernandez, Ferran Alfonso, Salvador Ferrero, Victor Figueredo, Eduardo Forte, Ugarde Galan, Rafael Garcia Muniz, Adalberto Garcia, Alberto Garcia, Jacinto Garcia, Evelio Gaspar, Armada Gil, Josè Gonzales Malagon, Evaristo Gonzales, Ezequiel Gonzales, Secundino Gonzales, Ricardo Grao, Bonifacio Grasso, Oscar Guerra, Julian Hernandez, Francisco Hernandez Leyva, Antonio Hernandez, Gerardo Hernandez, Olegario Hernandez, Secundino Hernandez, Jesus Insua, Enrique Izquierdo, Osmin Jorrin, Silvino Junco, Enrique Larosa, Ignacio Laparra, Jesus Lazo, Ariel Lima Lago, Raul Lopez Vidal, Armando Mas, Enerlio Mata, Elpidio Mederos, Josè Medinas, Josè Mesa, Fidel Mesquia, Juan Milian, Francisco Mirabal, Luis Mirabal, Ernesto Morales, Pedro Morejon, Carlos Muino, Cesar Necolardes Rojas, Victor Necolardes Rojas, Josè Nunez, Viterbo O’Reilly, Felix Oviedo, Manuel Paneque, Pedro Pedroso, Rafael Pedroso, Diego Perez Crela, Josè Pozo, Emilio Puebla, Alfredo Pupo, Secundino Ramirez, Ramon Ramos, Pablo Ravelo, Ruben Rey, Mario Risquelme, Fernando Rivera, Pablo Rivera, Manuel Rodriguez, Marcos Rodriguez, Nemesio Rodriguez, Pablo Rodriguez, Ricardo Rodriguez, Josè Saldara, Pedro Santana, Sergio Sierra, Juan Silva, Fausto Silva, Elpidio Soler, Jesus Sosa Blanco, Renato Sosa, Sergio Sosa, Pedro Soto, Oscar Suarez, Rafael Tarrago, Teodoro Tellez, Francisco Tellez, Josè Tin, Francisco Travieso, Leonardo Trujillo, Trujillo, Lupe Vales, Marcelino Valdes, Antonio Valentin, Manuel Vazquez, Verdecia, Damaso Zayas.

  • Samuele ha detto:

    Da Wikipedia (voce non neutrale):

    In alcuni scritti Guevara è stato accusato di aver commesso alcune atrocità usando l’autorità che gli era stata conferita nell’ambito dell’esercito rivoluzionario. Di tali atrocità riferiscono Il libro nero del Comunismo[37] e lo scrittore Alvaro Vargas Llosa anche sulla base di quanto scritto dal Che nel proprio diario.[38][39][40] Analoghe accuse di aver più volte violato i diritti dell’uomo e di aver commesso crimini contro l’umanità gli sono state mosse dallo scrittore Andrea Morigi.[41]
    Accuse di atrocità vengono mosse anche in relazione al ruolo che Che Guevara avrebbe avuto come giudice d’appello nel contesto dell’applicazione delle cosiddette “Ley de la Sierra”: si trattava di una normativa penale risalente al XIX secolo.[42] Tali “Ley de la Sierra” comminavano la pena capitale per numerosi crimini e vennero estese all’intero territorio cubano nel 1959, allo scopo di perseguire coloro che erano considerati “criminali di guerra”.
    Nel corso dei processi tenutisi a La Cabana nel periodo summenzionato venne inflitta la pena di morte per fucilazione[43] a parecchie decine di persone, seppure le fonti siano discordi sul numero esatto dei fucilati.[44] Tali esecuzioni sono state tacciate di arbitrarietà: il rispetto dei diritti dell’imputato, come la presunzione d’innocenza ed il diritto ad un giusto processo, secondo i critici, sarebbe stato meramente formale e non sostanziale, il che sarebbe dimostrato dalla brevità dei procedimenti giudiziali e dalla violazione fattuale del diritto di difesa.[45] Si sarebbe trattato in sostanza di processi farsa, nei quali non sarebbero stati coinvolti solo criminali di guerra ma soprattutto semplici oppositori politici.[46]
    Alvaro Vargas Llosa afferma che, in base alle testimonianze raccolte nelle sue ricerche, coloro che furono fucilati a La Cabana nel periodo di comando di Guevara potrebbero superare il numero di 2000 persone[47] e sostiene che già nel 1959 Guevara si sarebbe reso responsabile dell’esecuzione sommaria di numerosi oppositori politici.[48]
    Nel 1960 inaugura il sistema concentrazionario cubano, venendo posto a capo del primo campo di concentramento castrista, creato in quell’anno sulla penisola di Guahana.[49][50][51][52]
    Nel periodo di attività del campo, che si potrasse ben oltre il periodo in cui Guevara ne fu a capo, si stima che trovarono la morte circa 50.000 oppositori politici al regime comunista cubano e che molte altre vennero, sin dalla sua fondazione, sottoposte a svariate torture.[53]
    Régis Debray, ideologo dei focolai di guerriglia rivoluzionari e compagno di Guevara in Bolivia, affermò con riferimento a questi che «è stato lui e non Fidel a ideare il primo “Campo di lavoro correzionale”».[54] Guevara è stato visto da alcuni come la mente del regime castrista nella sua prima fase di vita (all’incirca tra il 1959 ed il 1965) ed è stato pertanto considerato responsabile o comunque complice dei crimini commessi in questa parte della storia di Cuba,[55] tra i quali una sconsiderata politica di collettivizzazione che avrebbe determinato la miseria di molte persone a vantaggio di poche e che avrebbe spinto molti a fuggire da Cuba.[56]

  • fabio ha detto:

    Beh la voce non neutrale di wikipedia e il testo preso dal gruppo di facebook “che guevara era un criminale”..

    cmq credo che chiunque abbia partecipato a una guerra, rivoluzione, resistenza, abbia ucciso qlcuno. La lista è triste. Io ti consiglio di leggere una biografia completa. Quella che vuoi, non due righe. Se posso consigliartene una “Senza perdere la tenerezza” (da una sua frase: bisogna essere duri, senza perdere la tenerezza). Scoprirai un personaggio, che a mio parere da qualunque parte tu stia non potrai fare a meno di stimare e capire come mai sta su tante magliette (anke se penso che molti che lo hanno sulla maglietta sappian due righe).

    ciauz.

  • fabio ha detto:

    non voglio creare un flame nè?
    Mi piace solo leggere la storia nn pensare sia uno con la bandiera rossa in camera…
    Per dirti qualke bel libro letto ultimamente:
    – Mussolini, il fascino di un dittatore
    – Hitler, il figlio della germania
    – Brigate rosse
    – Gulag
    – Senza perdere la tenerezza
    – Che guevara
    – Storia d’italia dal dopoguerra ad oggi
    – Stalin
    – La massoneria
    – C’era una volta la DDR

  • Samuele ha detto:

    Il testo non è preso dal gruppo di FaceBook. Me ne guardo bene a considerare FaceBook come fonte di informazioni. Il gruppo ha preso quella descrizione dal mio blog (incredibile):
    https://www.samuelesilva.net/2005/07/15/che-guevara-da-criminale-a-santino/

    E’ un post del 2005 (il gruppo su Facebook e forse Facebook stesso non esistevano ancora) che ‘copia’ un post di Lexi Amberson.

    Gandhi ha partecipato ad una resistenza ma non ha assolutamente ucciso nessuno ed è stato cinque volte candidato al premio nobel per la pace (senza mai vincerlo peraltro, incredibile).

    Infine ti consiglio di leggere questo istruttivo ed interessante articolo del Corriere:
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2005/07_Luglio/15/guevara.shtml

    Il Corriere non è certo un giornale di destra ed è comunque una voce molto attendibile, molto più di tanti biografie romanzate scritte per vendere a giovani comunisti (ma anche vecchi) l’idea del mito.

    Bello vero? :-)

  • Samuele ha detto:

    Per finire comprati questo libro qui:
    http://www.lindau.it/schedalibro.asp?idLibro=1053

    Visto che leggi molto… :-)

  • Maffo ha detto:

    Ragazzi, il Che era in primo luogo un guerrigliero…. Non ho mai sentito parlare di guerriglieri “non violenti” o candidati al Nobel per la pace. Un guerrigliero fa la guerra, uccide quello che gli DICONO essere il nemico, estorce informazioni con ogni mezzo ed elimina tutti quelli che sono NEMICI. Cosa vuole dire essere assassino…Lo era pure Garibaldi ma ogni piazza italiana è intestata a suo nome, mia moglie da dell’assassino a me perchè mangio come dice lei cadaveri (io li chiamo fiorentina, culatello, salsiccia ecc ecc). Io amo il Che per le sue idee, per quello che ha scritto nei suoi diari, perche comunque ha dato la vita per quello in cui credeva, che poi l’applicazione non era del tutto coerente con gli ideali…. Ti posso fare innumerevoli esempi storici di azioni partite con idee giuste (o fatte credere a noi tali) e poi trasformatisi in carneficine…. Per te il Che era un assassino, per me era un guerrigliero, un romantico, un idealista, uno statista che aveva visto lungo sul destino dell’america latina.

    Ciao

  • Ernesto ha detto:

    il Che non era certamente un santo, come tutti quelli che fanno le guerre… e in maggior luogo le rivoluzioni. però non credo che si sia reso colpevole di crimini tanto atroci al punto di creare campi di concentramento o fucilazioni di massa. penso invece che le sue azioni non ortodosse siano state ingrandite di molto per togliere un mito alla sinistra. secondo me, magari può aver fatto campi di lavoro, ma più intesi come lavoro forzato che come gulag anche perché egli era un idealista e avesse veramente istituito cose simili a gulag non sarebbe diventato famoso per frasi come: bisogna essere duri, senza mai perdere la tenerezza.
    inoltre portare la maglietta del Che non esprime un partito, ma solo un’ideologia di uguaglianza e libertà (nonostante questa a Cuba per il momento sia ancora molto limitata).

  • sergio ha detto:

    @Maffo
    “Non ho mai sentito parlare di guerriglieri “non violenti” o candidati al Nobel per la pace”
    Ti sbagli: ARAFAT l’ha ricevuto il nobel!!

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