Il discorso della privacy su Internet è molto interessante e di difficile trattazione. E’ pericoloso pubblicare i propri pensieri, le proprie azioni. La situazione diventa potenzialmente devastante quando utilizziamo mezzi di comunicazione come FaceBook. Il caso di Kyle Doyle è lampante e molto istruttivo. Kyle ha avuto la brillante idea di ubriacarsi e di non andare al lavoro il giorno successivo. Può capitare. :) Sarebbe opportuno però evitare di parlare delle proprie malefatte (magari facendone un vanto) su FaceBook in quanto non tutti possono apprezzare e comprendere. Kyle ha commesso l’errore di comunicare a tutti i suoi amici e solo loro (almeno così pensava) che avrebbe preso un giorno di malattia; sbronza colossale il motivo reale. Ma FaceBook è solo la punta dell’iceberg. Se la nostra identità digitale è conosciuta diventa pericoloso anche commentare un blog (magari il nostro) durante l’orario di lavoro. Data e ora sono sempre pronti a confermare che ci divertiamo a navigare in rete nelle ore d’ufficio. La parola d’ordine è: attenzione. Fare molta attenzione.
*Via Paolo Attivissimo.
E’ una vecchia regola che valeva già ai tempi del CB (chi ha almeno 30 anni sa di cosa parlo): tu parli/scrivi e non puoi sapere chi ti ascolta/legge quindi “ogni cosa che dirai potrà essere usata contro di te” ;-)
->Giulio GMBD: il mio nick all’epoca del CB era Giove. Avevo 7 anni ed ero iscritto all’AIR. :-)
[…] quancosa su Facebook (come altrove) essa diventi de facto di dominio pubblico. Tuttavia molti lo dimenticano, e d’altro canto non è la prima volta che assistiamo a situazioni nelle quali incauti utenti […]
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