Ho scoperto ‘Amo Internet’ solo pochi giorni fa grazie ad un’immagine, un link messo a caso. Ho trovato tantissimi spunti interessanti, molto articoli convincenti. Tutto da leggere. Peccato che gli aggiornamenti siano fermi al 25 febbraio 2010. Peccato.
Amo Internet
Wind, dati e credito residuo.
Lunedì scorso mi è capitato un fatto increscioso. Incredibile. Per colpa di un’attivazione sono andato in negativo con il credito, di ben 12 centesimi. Wind ha così deciso, vista la grave situazione di insolvibilità, di bloccare tutte le funzioni in uscita, compresa la connessione dati già pagata dal sottoscritto pochi giorni prima. Ho chiamato subito il 155, la poco gentile operatrice mi ha comunicato che si trattava di una prassi tipica e che mi avrebbero attivato nuovamente la connessione dati (WIND Internet 1500) entro 24 ore. Entro 24 ore? Mi sono sentito crollare il mondo addosso. Ho controllato l’iPhone a spot per 1440 lunghissimi minuti senza risultato. Mi sono visto costretto a richiamare il giorno seguente e dopo aver litigato sono riuscito a rientrare nel mondo reale. Le riflessioni al termine della giornata sono due. Uno. Non riesco più a vivere senza internet in mobilità. Mi sento sperduto, esattamente come mi capitava anni fa senza cellulare. E’ bruttissimo. Due. Sono cliente Wind da quando è arrivata sul mercato, ho intestato quattro contratti a mio nome (tutti attivati con la lira), ne ho sempre parlato bene: eppure questo non basta a concedermi un fido di 12 centesimi. Credo sia assolutamente ingiusto e fuori mercato. Basta aggiungere un campo di 1 byte al database. Semplicissimo. Facciamolo.
iPhone art
Non ho parole per descrivere la bellezza di quest’opera. Si illumina. E’ bellissima.
A giant distorted iPhone 3G, shaped as Tatlin’s Monument to the 3d International. Tatlin’s work is considered one of the avant-garde icons, whereas iPhone is a bright techno-consumerist icon of today. Back in the 20’s of the last centuries avant-garde artists have invented design as a way to bring art into people’s homes. During the 20’s century designers were gradually taking artistic ideas and implementing them into product design. Today we see companies claiming their products are art objects themselves; art has to re-define its role in the society again. The Monument to 3G links together the beginning and the current state of nearly a century of art-to-design dialogue and follows the strategy of re-claiming the designers’ ideas back into art.
Via | Gizmodo.
Il dissociato si sposa
Domani Emidio Picariello si sposa. Non sarà l’unico a sposarsi domani, ma il suo è un matrimonio particolare: Emidio ha divorziato dai Testimoni di Geova e ha deciso di sposarsi fuori dall’associazione. Ha raccontato tutta la sua storia in un blog: ‘Geova non vuole che mi sposi‘.
Sono un poco-più-che-trentenne con un po’ di barba e piuttosto stanco. Sono stato educato come Testimone di Geova.
Poi un giorno, dopo tanti giorni, ho capito che due cose facevano per me: un divorzio e un matrimonio. Ho divorziato dai Testimoni di Geova e a maggio sposerò Vera.
Qui si fa un po’ di cronaca della storia del mio matrimonio da persona che “ha rinnegato Geova”. Giovanni dice che la mia storia casomai è utile a qualcuno.
Nessuno si senta offeso. Oppure sì. Fate voi.
Da stasera sono a Milano
Ebbeni si, ho rotto gli indugi (i cocci sono i miei). Ho deciso di partecipare al WordCamp e quindi, da questa sera, sono in giro per Milano. Ammetto che il mio interesse per il camp dedicato a WordPress è limitato ad un paio di speech (Neri, Kiro e Fogliata, sono tre) ma mi piace l’idea di partecipare al BorderCamp: voglio bere spritz di giorno, negroni di sera e Mai-Tai di notte, voglio divertirmi con nuovi e vecchi amici, voglio scattare mille foto e magari esultare per la sconfitta dell’Inter proprio in piazza del Duomo. Domenica vorrei visitare la triennale e segnatamente la mostra dedicata al grande Roy Lichtenstein. Qualche amante della pop-art (e non solo) vuole unirsi al sottoscritto?
Il tormentone dell'estate?
In tanti sostengono che il tormentone dell’Estate sarà Tiru Tiratta dei Laserneg (al secolo Dario Viale e Ivano Giordanengo). Il pezzo è in uscita proprio in questi giorni e si avvale della produzione di Fabio Massano ma soprattutto della splendida voce e dello splendido corpo di Katia Nicotra (sito e foto sarebbero da rifare). Ho ascoltato la versione dance (il video, girato a Pietra Ligure, è prossimo al lancio) e sembra molto orecchiabile. Qui sotto potete ammirare (ammirare per via delle foto) la versione Jingle: Tiru Tiru Tiru Tiratta-ta Tiru Tiru Tiru Tiratta-ta… httpvh://www.youtube.com/watch?v=6z17SZ94TQ4
ADSL Finalmente!
Dopo circa tre anni ho la linea ADSL in casa. E’ una sensazione bellissima. Ieri sera ho finalmente installato i vari aggiornamenti software che da tempo aspettavano di essere scaricati. E mi sembra anche decisamente veloce: secondi i test viaggio poco oltre i 3 mega al secondo, che per uno abituato al GPRS è una quantità di dati enorme e bellissima. Per farmi arrivare Alice in casa è bastato che il tecnico collegasse il cavo in centrale: non era difficile ma ci sono voluti 20 giorni dalla data di attivazione. Telecom è un’azienda che funziona malissimo ma ho sempre trovato persone disponibili e gentili, forse poco competenti ma non per colpa loro, non esclusivamente almeno. Da oggi, 20 maggio 2010, ho un router wi-fi attivo e funzionante. Che meraviglia! Sono contento come un bambino il giorno di Natale.
Con Olivia e Marino alla fiera del Libro
Sono in netto ritardo con qualsiasi cosa (ADSL compresa) ma voglio raccontare rapidamente, prima che il tempo scorra, la giornata si sabato. Alla fiera del Libro di Torino. Sentivo la necessità di partecipare alla presentazione del libro di Spinoza per comprare una copia autografata. Ci sono riuscito e devo ringraziare Stark; lui è sempre un passo avanti. E poi volevo scambiare qualche parola ‘dal vivo’ con Olivia e Marino. Ho passato un pomeriggio faticoso ed una bellissima serata: una cena tranquilla fra amici nuovi e quasi nuovi. Vorrei raccontare del ‘ritorno’ di WonderPaolastra, vorrei descrivere la scena del furto di tavolo, vorrei parlare della simpatia di Silvia e Pietro, di Eta, di Lia, di MDP… ma il tempo stringe, la notte vola veloce, e allora vi lascio questa singola e semplice foto. Un ricordo.
Chiama il 187
Molti di Voi avranno presente (molto presente) la martellante pubblicità Telecom con Michelle Hunziker e John Travolta. Al termine dello spot la biondissima soubrette svizzera ci implora e consiglia di chiamare il 187. Io ho seguito alla lettera il suo suggerimento e sto chiamando tutti i giorni il fatidico numero. Talvolta anche due volte al giorno. Semplicemente perché Telecom sostiene di avermi attivato la linea dati il 30 di Aprile, ma non un solo byte griffato Alice è passato attraverso il mio router, tutto questo nonostante loro mi promettano (tutte le volte) la risoluzione del problema in 48 ore. Sono molto gentili e l’attesa per parlare con l’operatore è breve, ma dal primo reclamo sono passati 11 giorni e di assistenza tecnica nemmeno l’ombra. Attendo (poco) fiducioso.
Neonati su FaceBook
La paura del mostro internet, della pedofilia e l’eccesso alla riservatezza producono nell’utente medio un diffuso effetto di “non ritorno”. FaceBook ed i bambini sono l’esempio più eclatante di questo fenomeno; il mondo si divide in due grandi e distinte categorie: chi pubblica tutto e chi non pubblica niente, per paura. Una paura non concreta e difficile da spiegare. Impossibile da capire. In questo ultimo periodo mi sono imbattuto in due esempi lampanti: l’amica che mi intima di non pubblicare le foto del figlio appena nato (cosa che comunque non avrei mai fatto senza permesso) e il papà che annuncia l’arrivo della secondogenita ma che alla specifica richiesta (foto foto foto) risponde: “Purtroppo su facebook non posso mettere foto dei miei figli… mia moglie ha posto il veto… troppe teste di c… in giro nell’etere… non ha tutti i torti…”. Non voglio adesso parlare di come l’utente medio consideri facebook=internet e non voglio parlare di Etere. Io ho chiesto lumi (Perché, se metti una foto cosa può succedere? Mi sfugge il nesso…) senza ottenere risposta. La mia domanda però mi sembra lecita: se metto le foto di un bambino (nel caso specifico un neonato) cosa potrà mai succedere? Il pensiero corre subito al pedofilo di turno ma anche se la foto fosse intercettata da un brutto ceffo cosa potrebbe mai farne? Masturbazione? Violenza mentale? Io capisco le deviazioni ma mi sembra che si tenda ad esagerare e a dipingere il mostro più brutto di quanto sia in realtà. Se qualcuno volesse fare del male al bambino avrebbe comunque tutti i dati (nome, mail, telefono, indirizzo, spostamenti, amici), ma proprio tutti, per risalire all’indirizzo reale anche senza foto. Io stesso ho pubblicato le foto di mio nipote sapendo benissimo di non correre alcun rischio e nessuno si è sognato di accusarmi di chissà quale errore (e sono passati oltre cinque anni). A chi possiamo attribuire la colpa di questo modo di pensare? Non serve correre troppo con la fantasia: ignoranza e scarsa conoscenza del web (è più facile che i pericoli arrivino dall’ospedale, dal comune, dall’asilo, dalla chiesa) sono sicuramente colpevoli, ma anche televisioni e media hanno creato una campagna demoniaca contro la rete e contro tutti i social network, esaltando i lati negativi e senza parlare delle possibilità offerte dal mezzo internet. Il tempo aggiusterà le cose e ci farà capire quanto siamo piccoli e ridicoli.