E finalmente venne il giorno di Halloween. E dei morti e delle streghe. A casa mia c’è la zucca e soprattutto l’applicazione definitiva per iPhone: Crazy Pumpkin. Sono diversi giorni che raccolgo qualsiasi tipo di materiale relativo alla festa dedicata alle zucche (ma cosa avevate capito?) ma solo oggi mi sono deciso ad una selezione. Ho quindi scelto 16 WallPapers (di diverse forme e misure) dedicati all’evento (alcuni davvero splendidi) ed una serie di icone molto particolari. Sfiziose direi. E anche per quest’anno sono riuscito a superare la festa dei morti senza troppi problemi. Almeno spero.
Ecco le zucche!!
Finalmente la Vittoria!
Finalmente. Finalmente una vittoria netta, meritata e sofferta. La partita con l’Atalanta era di fondamentale importanza per la stagione del Torino: non vincere avrebbe potuto avere effetti devastanti e questo lo sapevano anche i giocatori scesi in campo. Nel primo tempo ho visto la partita più brutta della stagione, peggio del derby: la tensione di molti giocatori era palpabile, errori clamorosi a ripetizione e con loro i primi fischi. Nell’intervallo il miracolo. Il Toro del secondo tempo sembrava un’altra squadra: concentrata, volitiva, veloce, coraggiosa. E i fischi sono diventati grandi cori: TORO! TORO! Il soffio della Maratona sembrava spingere Abate e Rubin verso la linea di fondo. E il regista proveniente dalla Svizzera ha preso per mano la squadra, ha combattuto, ha incitato i compagni: forse è davvero lui il giocatore che cerchiamo. E sono arrivati i gol: meritati, cercati, bellissimo il primo. De Biasi ha forse trovato la quadratura del cerchio, sempre che il cerchio del Toro si possa quadrare. Il mister, con la benedizione di Cairo, ha scelto la 4-4-2. Gli interpreti fondamentali di questo modulo sono, per il Toro, Natali, Dzemaili e Abate: tre giocatori di qualità dal quale il Toro non può prescindere. Il compito del mister adesso è molto complicato: il recupero di Rosina e Bianchi, due giocatori davvero importanti e sul quale il presidente ha investito molto. Se De Biasi riuscirà a combinare questi cinque giocatori il Toro potrà davvero volare alto. Soprattutto se il minutaggio di Colombo (pericoloso) e di Calderoni (due partite due papere) tenderà verso lo zero. Forza Toro, nel cuore e nell’anima.
Colgo una provocazione
Creare (e cogliere) provocazioni è arte. E’ capacità, intelletto, velocità di esecuzione, fantasia, classe, conoscenza del mondo, capacità di vedere oltre. La foto che vedete qui a sinistra è la pubblicità della nuova Unità, diretta da Concita de Gregorio, firmata dal grande Oliviero Toscani. E’ una straordinaria opera d’arte; Toscani cita se stesso e al tempo stesso provoca e colpisce. Provoca le donne abbinando l’immagine della minigonna, simbolo della rivoluzione femminile, al nuovo format del quotidiano; un format coraggioso, sorprendente e minimale. Colpisce gli uomini con un’immagine che attira l’attenzione, due gambe e un fondoschiena che fanno girare lo sguardo e portano gli occhi ad osservare quel giornale così giovane, moderno e indomabile. Ne parlo io, ne parli tu, ne parla lei, ne parlano loro: il passaparola si muove velocemente e hai ottenuto il risultato che volevi. VENDERE. Si, signori e signore, lo scopo dell’organo di stampa ufficiale del Partito Comunista è VENDERE; siamo finalmente entrati nel presente e abbiamo aperto le porte al consumismo tanto caro alla Destra atlantica. E adesso ho proprio voglia di vedere cosa c’è scritto sulla nuova Unità diretta da Concita de Gregorio. Corro in edicola.
Attenzione a FaceBook!
Il discorso della privacy su Internet è molto interessante e di difficile trattazione. E’ pericoloso pubblicare i propri pensieri, le proprie azioni. La situazione diventa potenzialmente devastante quando utilizziamo mezzi di comunicazione come FaceBook. Il caso di Kyle Doyle è lampante e molto istruttivo. Kyle ha avuto la brillante idea di ubriacarsi e di non andare al lavoro il giorno successivo. Può capitare. :) Sarebbe opportuno però evitare di parlare delle proprie malefatte (magari facendone un vanto) su FaceBook in quanto non tutti possono apprezzare e comprendere. Kyle ha commesso l’errore di comunicare a tutti i suoi amici e solo loro (almeno così pensava) che avrebbe preso un giorno di malattia; sbronza colossale il motivo reale. Ma FaceBook è solo la punta dell’iceberg. Se la nostra identità digitale è conosciuta diventa pericoloso anche commentare un blog (magari il nostro) durante l’orario di lavoro. Data e ora sono sempre pronti a confermare che ci divertiamo a navigare in rete nelle ore d’ufficio. La parola d’ordine è: attenzione. Fare molta attenzione.
*Via Paolo Attivissimo.
La maledizione del Toro
Sembra che il Toro non abbia nessuna intenzione di vincere. E di segnare. Sembra proprio che dopo la parola ‘crisi‘ si possa aggiungere la parola ‘maledizione‘. Tutte le grandi squadre (ma anche le piccole) riescono a segnare in tutti i modi possibili: di mano (la Viola), su rigore inventato (l’Udinese), su autogol (Il Napoli) e anche grazie ad errori macroscopici degli avversari (i gobbi). Il Toro, nonostante una campagna acquisti dedicata principalmente al settore offensivo, non riesce a realizzare nemmeno con le mani. Sino ad oggi la squadra granata (che non va in rete su azione dal gol di Abbruscato alla terza giornata) ha realizzato complessivamente 7 reti: tre rigori (giusti per carità), un’autorete (anche se l’azione di Amoruso e Rosina a Reggio merita rispetto) e tre gol inutili ai fini del risultato (Zanetti e Bianchi contro il Lecce e, come detto, Abbruscato contro l’Inter). Tutto questo nonostante De Biasi abbia alternato in attacco la bellezza di 7 giocatori (Bianchi, Amoruso, Rosina, Abate, Abbruscato, Ventola e Stellone) e nonostante l’allenatore di Sarmede tenda sempre a sviluppare un gioco decisamente offensivo. Al totale bisognerebbe aggiungere anche il gol di Bianchi ingiustamente annullato ad Udine, ma la sostanza non cambierebbe di molto (a dirla tutta anche la prodezza di Rubin contro il Cagliari potrebbe entrare nella logica delle azioni gol). Qual è il problema? Difficile da capire, l’assenza di Rosina può aver sicuramente inciso ma penso che il problema principale del Toro sia nel reparto di centrocampo; un centrocampo composto quasi esclusivamente da faticatori del pallone ma dei quali nessuno (ad esclusione di Corini che veleggia verso le 39 primavere) riesce a sostenere il possesso palla. Dopo la sconfitta nel derby (terza stracittadina consecutiva bruttissima, seconda che perdiamo senza praticamente tirare in porta) i tifosi hanno alzato la voce accusando la squadra di non avere i cosiddetti attributi: giusto, senza grinta non è possibile vincere e forse nemmeno pareggiare. Ma i mali di questo Toro sono esclusivamente da attribuire alla sterilità offensiva che per il terzo anno rischia di compromettere il cammino della squadra. Come risolvere il problema? Io penso che la conferma di Bianchi al centro dell’attacco e l’utilizzo di due ali come Rosina e Abate possa portare risultati. Rimane da scegliere il compagno di attacco del ‘bomber‘: in questo momento io metterei Nicola Ventola. Mi sembra il più motivato e, senza infortuni di sorta, il più spietato sotto porta. A centrocampo mi piacerebbe rivedere Barone e Dzemaili; ma in questo settore penso che il discorso sia più complesso. Se lo svizzero non si rivela il giocatore di cui abbiamo bisogno (sino ad oggi non è giudicabile) penso che il nostro gioco possa svilupparsi solo dalle fasce sfruttando la velocità di Abate e la fantasia di Rosina. Tutti questi discorsi sarebbero interessanti, ma adesso la logica e la tifoseria chiedono solo una cosa: VINCERE. A cominciare da domani sera. Forza Toro, nel cuore e nell’anima.
National Geographic – Photo of the Day
National Geographics pubblica tutti i giorni un’immagine in alta risoluzione (1280×1024 Photo of the Day) da utilizzare come WallPaper. Ho installato una semplice applicazione (NGPodWallpaper) che automaticamente scarica la foto e la propone come sfondo. Le immagini vengono salvate in una cartella predefinita ed è possibile ‘collezionarle tutte‘. Mi piace; ecco le prime sei immagini che il National Geographic mi ha regalato.
Il grido di Pupi
Non dovrete guardare in faccia nessuno, non dovrete avere mai paura. Il Toro non ha mai paura. Il Toro deve dare tutto, deve giocare alla morte il derby. E ricordatevi che davanti avrete solo 11 giocatori: 11 come voi. Ma voi siete il Toro, loro no. (Paolo Pulici)
Pulici seppe esaltarsi in particolar modo nelle partite casalinghe di fronte alla curva “Maratona” di cui fu per molti anni l’incontrastato beniamino. Il derby con la Juventus era il momento da lui più atteso. Era solito pulirsi gli scarpini, prima di entrare in campo, con una bandiera della Juventus. E proprio contro la Vecchia Signora, in un derby del campionato 1972-73 fece una prodezza che ancor oggi viene ricordata dai tifosi più anziani. Lanciato in contropiede da Aldo Agroppi, superò con uno scatto bruciante Luciano Spinosi e Francesco Morini, e sempre in corsa a circa 30 metri dalla porta effettuò un pallonetto tale da sorvolare Sandro Salvadore che gli stava venendo incontro per il tackle e Dino Zoff che si trovava leggermente fuori dai pali,con la palla che si insaccò nell’angolino alto della porta tra il tripudio dei tifosi granata. (Fonte Wikipedia)
FaceBook impazza!!
Sembra che FaceBook sia diventato l’elemento chiave della rete. In questi giorni non si parla d’altro: il merito (come capita sempre in questi casi) è dei media tradizionali, segnatamente del Corriere. Sembra ci sia la corsa all’iscrizione; in pochi giorni (anche se in realtà sono iscritto da più di un anno) ho aggiunto oltre 300 contatti: ma non si tratta dei soliti ‘compagni‘ di rete, una buona parte sono amici di vecchia data, compagni di scuola, delle elementari anche, dell’università, che non vedevo/sentivo da tempo. Persone che mai avevo trovato in altri social network. Non voglio analizzare in profondità i pregi ed i difetti di Facebook, dovrei scrivere un paio di giorni; di FaceBook mi piace l’idea (prima nella storia della rete) del nome e cognome (la maglietta in basso rende bene l’idea). E’ un grandissimo passo in avanti, l’anonimato in rete viene messo da parte: siamo noi, con il nostro nome e la nostra faccia. Come in comune, come all’anagrafe, come sui documenti, come a scuola, come al lavoro. FaceBook sfonda un muro che sembrava indistruttibile. Altri ci avevano provato (LinkedIN su tutti) ma senza troppo successo; FB ha davvero il grande merito di aver messo da parte (non so per quanto tempo a dire il vero) il nickname. E Internet al contrario: adesso quello diverso, quello pazzo, non è colui che mette nome e cognome, quello diverso è colui che non lo fa. E’ importante, è un cambio di direzione decisivo, forse riusciremo ad eliminare la paura della rete semplicemente con la libertà di mostrare al mondo la nostra faccia ed il nostro nome; ed è solo un cambio psicologico perché in realtà la rete non è cambiata. Sta cambiando la mentalità. Se controllate gli avatar di Facebook difficilmente riuscirete a trovare qualcosa di diverso da una foto, da un ritratto; i manga, i disegni, i simboli, sono spariti. Adesso si mette la faccia, come se fosse un documento. Questo è il grande merito di FaceBook, questo è anche il segreto del suo successo, questo è il grande cambio di direzione.
FaceBook e le truffe nigeriane
Il 17 di ottobre ho deciso di mettere in vendita la mia nuovissima Samsung Digital Cam VP-DX105 (promozione ESSO): incuriosito dal mercatino di FaceBook ho deciso di provare (voi non fatelo, il mercatino di FB fa schifo). A tempo di record ricevo una mail interessante:
Certa Mary Alex mi propone di acquistare la videocamera pagando la bellezza di 320 dollari (è in vendita a 130 euro) compresa la spedizione in Nigeria: è il compleanno di un suo amico e vorrebbe fargli una sorpresa. Le rispondo che l’idea mi piace e le fornisco i dati per il pagamento via PayPal. Non devo aspettare molto per ricevere la risposta:
Mary Alex mi informa che ha già effettuato il pagamento (e infatti mi arriva una mail da PayPal) e mi fornisce l’indirizzo di spedizione. Fantastico, veloce, affidabile. E invece no, si tratta dell’ennesima variante della ‘Truffa Nigeriana‘. In realtà non esiste nessun pagamento, la mail è falsa e si tratta di un raggiro. La truffa alla nigeriana non è una novità, esiste da anni con diverse varianti: la più moderna si sviluppa su E-Bay e arriva in questi giorni su FaceBook. Una piccola ricerca su Google con i termini truffa, nigeriana, scam e 419 (è il numero della legge Nigeriana che proibisce questa pratica) vi fornirà tantissimi risultati. Non so se con questo raggiro qualcuno riesca ad ottenere qualcosa (presumo di si) però fate molta attenzione.
E adesso fuori le palle
Prima del trittico di partite casalingo (Cagliari, derby, Atalanta) in 10 giorni, ero convinto che il Toro, questo Toro, potesse ottenere un discreto numero di punti, un numero di punti variabile fra sette e nove. Devo già ricredermi dopo la prima partita, la più facile, almeno sulla carta. Sembra che questa sorta di maledizione che ci blocca da oltre due anni non voglia abbandonarci. Dopo la partita ho sentito tanti tifosi molto delusi dall’andamento della squadra: alla luce della prestazione contro il Cagliari devo conservare un moderato ottimismo. Il Toro ha giocato bene. Gli avversari erano davvero poca cosa, ma la squadra ha pressato, ha tenuto palla, è scesa sulle fasce, ha tirato in porta. E’ mancato solo il quid, è mancato il famoso salto di qualità che dovrebbe permetterci di vincere queste partite con facilità: un gol per tempo e tutti a casa. E invece siamo riusciti a divorare almeno 4 palle gol clamorose, a farci annullare un gol che ad altri, vedi Obinna, hanno convalidato e a subire un gol in contropiede a 5 minuti dalla fine. Protagonisti nel Cagliari: Marchetti, il portiere, e Acquafresca, il bomber; entrambi scuola Toro, entrambi cresciuti nelle giovanili granata e persi per colpa del fallimento. Il Toro è in crisi? Non lo so, però penso che De Biasi abbia tutte le carte in regola (e i giocatori) per uscire da questa situazione. Ho visto che negli ultimi dieci minuti ha schierato Rosina largo a sinistra: io spero che il Mister abbia visto in queste partite quello che ho visto io. Rosina e Abate sulle fasce a formare un 4-4-2 veloce e pericoloso. A cominciare dal derby. Io avevo proposto di barattare l’eventuale sconfitta casalinga contro il Cagliari con la vittoria nel derby. Ma per vincere il derby bisogna tirare fuori le palle. Sabato sera (io sarò presente in curva) riusciremo finalmente a capire se questa squadra possiede gli attributi. Adesso è il momento. Forza Toro, nel cuore e nell’anima.