Tutte le settimane trova spazio su GQ un’interessante rubrica. Un personaggio celebre descrive il suo capo d’abbigliamento preferito. Mi sono voluto appropriare di questa idea e parlo anche io del mio capo d’abbigliamento preferito: le mie scarpe. Sono delle Puma nere da calcetto, quelle con i tacchetti in gomma per intenderci. All’epoca (parlo di almeno cinque anni fa) erano di gran moda, forse la calzatura più utilizzata e venduta. Esistevano di diversi colori: rosse, nere, azzurre e bianche. Io volevo la versione nera e oro ma non riuscivo a trovarla, finchè un giorno… 99 euro, in vetrina. Non ho potuto resistere alla tentazione. Oggi vivo nel terrore che possano rompersi/rovinarsi. Sono comodissime, qualsiasi scarpa in confronto sembra uno stivale di piombo. Morbide, leggere, adatte con qualsiasi capo d’abbigliamento. Sono ossessionato dalle mie Puma nere: le pulisco una volta a settimana, le lucido, parlo con loro. Siamo diventati inseparabili. Purtroppo talvolta devo diversificare, non posso certo andare in giro sempre con le stesse scarpe: e iniziano i problemi. Ne sento la mancanza. Il giorno dell’acquisto avevo immaginato un ipotetico futuro utilizzo sui campi di calcio: il pensiero di sporcarle nel fango e nella polvere dei campetti di periferia adesso mi terrorizza.
Le mie scarpe
Francesca Gavardi
Francesca Gavardi è una ragazza di una bellezza incredibile. Due splendidi occhi chiari, bocca alla Jolie, fisico prorompente e…. e punto. Francesca è una giovane modella ed aspirante attrice, il suo sogno è recitare. Per il 2007 ha deciso di entrare nel rutilante mondo dei calendari e, fotografata da Luca Martignani, ha proposto i suoi personalissimi 12 mesi. Io sono un po’ perplesso; la bellezza di Francesca non si discute (assolutamente) ma il suo calendario si. Non parlo della qualità delle foto (la bravura di Luca è indiscutibile) ma dell’insieme: i vari scatti sono tutti simili, il giubbotto nero e la camicia bianca sono presenti in tutte le foto e il risultato finale è molto ma molto amatoriale. Peccato perché le doti della signorina Gavardi meriterebbero altro scenario. Io intanto propongo cinque mesi estratti quasi casualmente dal suo calendario e attendo di vedere la protagonista di questo post in ambienti ben più prestigiosi.
Update: Ho ricevuto una mail di Luca Martignani. Specifico meglio. La mia critica non è rivolta a lui, anzi, ho visto e rivisto le foto sul suo sito e non posso che apprezzare la sua abilità. La mia critica è dovuta al progetto calendario: sicuramente un progetto sviluppato in economia di tempo e denaro.
Bentornato Gianni!!
Ho sempre sostenuto Gianni de Biasi, anche quando all’inizio del 2006 le cose non andavano troppo bene. Mi è sempre piaciuto vedere il suo Toro giocare, con grinta, velocità, schemi, cuore. Una delle squadre più spettacolari che abbia visto in 25 anni di Toro. E quando, poco prima dell’inizio dello scorso campionato, il nostro presidente ha deciso di esonerarlo senza un vero motivo, ho subito intuito che le cose non sarebbero andate più come prima. E infatti da 6 mesi a questa parte ho visto una squadra alla sbando, senza idee, senza schemi, senza gioco. Ma oggi Urbano Cairo ha fatto marcia indietro: ha capito il suo errore di inizio anno (ci ha messo un po’ a dire il vero), ha messo da parte l’orgoglio (come solo un grande presidente può fare) e ha richiamato Mister Gianni de Biasi. E da mercoledì si potrà tornare a correre, a giocare con grinta, a combattere con il coltello fra i denti. E probabilmente anche a vincere. Bentornato Gianni.
Passione, apprendimento e computer
Tante volte mi hanno chiesto aiuto in campo informatico, nella stragrande maggioranza dei casi per risolvere problemi di sistema operativo, virus principalmente. Qualche volta mi hanno chiesto aiuto per imparare; per imparare ad usare un computer. Si tratta di persone che sentono la necessità, per non essere esclusi dal mondo, di imparare. Comprano un portatile ma non sanno assolutamente cosa farne. Scaricare musica, vedere film, per le foto. Forse! La prima volta che mi sono trovato davanti ad un computer correva l
Al Metz si fuma
Ieri sera mi è capitata una situazione davvero strana. Ho trovato un gestore che permette ai clienti di fumare nel suo locale. E’ la prima volta che vedo una cosa del genere da quando è in vigore la famosa legge antifumo, spero sia l’ultima. Rapidamente. Siamo entrati nel locale (eravamo in 5), abbiamo ordinato quattro birre e un mojito; subito abbiamo notato che nel tavolo vicino al nostro fumavano senza problemi. Ho contato qualcosa come 16 sigarette (tre persone) in poco più di un’ora. Al momento di pagare abbiamo chiesto spiegazioni al proprietario del locale. Laconica la sua risposta: “Non posso farci niente”. In primis avrebbe potuto chiedere ai suoi clienti di smettere. Non l’ha fatto. Poi poteva togliere il posacenere. Non l’ha fatto. Ha preferito dire “non posso farci niente”. Il locale è il Metz, in fondo a Via Cascione. Potrei consigliare di non andarci, ma forse non serve perchè già non ci va un cane di nessuno. Se vi venisse la malaugurata idea di farci un passo, due dritte: non prendete il Mojito e non provate ad assaggiare le noccioline. E’ un consiglio da amico. E se notate un fumatore all’interno della sala fatelo notare al gestore. Lui non potrà farci niente, così come non potrà fare niente se uscirete senza pagare.
Pannelli Solari e detrazioni
Come molti sapranno nell’ultima finanziaria sono presenti diversi incentivi per migliorare il risparmio energetico nel nostro paese. Il più importante è forse quello relativo ai pannelli solari: è infatti possibile scaricare dall’IRPEF il 55% delle spese sostenute (sino ad un massimo di 60.000 euro di detrazione) per l’installazione di un impianto ad energia solare. Come funziona questo contributo statale? Non è semplicissimo ma è comunque fattibile. Diciamo subito che la detrazione dall’IRPEF avverrà in tre rate annuali. Le condizioni per accedere al trattamento privilegiato sono diverse. La fattura di installazione deve essere una sola e deve comprendere eventuali opere murarie, il materiale e la manodopera. Si può detrarre il 55% di tutte le spese sostenute; fondamentale è la presenza di una sola fattura. Il pagamento di quest’ultima deve essere effettuato con bonifico bancario e la causale deve contenere nome dell’installatore, data e numero della fattura. Deve esserci inoltre un documento molto particolare: un attestato di qualificazione energetica predisposto da un professionista abilitato, cio è un ingegnere. Generalmente questa certificazione costa qualche centinaio di euro e viene fornita dal “professionista abilitato” direttamente nel suo ufficio senza nessuna ispezione in luogo. All’italiana per intenderci: anche perchè per ottenere una certificazione energetica dell’edificio bisognerebbe investire diversi soldini (coibentazione, infissi, porte, cappotto esterno…). Bisogna infine compilare un documento che autocertifica l’installazione del pannello solare; questo è un passo fondamentale perchè i controlli sull’effettiva realizzazione dei lavori verrano effettuati basandosi su queste autocertificazioni. Tutto questo entro il 31 dicembre 2007. Sono a disposizione, nei commenti, per qualsiasi richiesta di informazioni…
Manu
Manu è un giovane compositore, cantante e chitarrista. Ha 22 anni, un talento innato per la musica e una bellissima voce, molto particolare. E’ uno dei tanti nuovi emergenti che cerca di ritagliarsi uno spazio nel campo musicale italiano. Ma lui ha qualcosa in più, Manu è di Sasso, bellissimo paesino in provincia di Imperia, alle spalle di Bordighera, nell’estremo ponente ligure. Le parole lasciano il tempo che trovano (Bergonzoni docet); non mi piace perdere tempo con inutili frasi. Preferisco che sia la musica a parlare: Manu mi ha inviato il suo ultimo pezzo (Silenzi), scritto di getto, così. A me piace tantissimo. L’amore con il tempo svanirà…
Italia.it
Perchè leggo i blog?
Perché leggo i blog? La risposta a questa domanda da cento milioni di dollari è davvero semplice. Io leggo i blog per passione. E come diceva Enzo Ferrari: “Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”. Tutto nasce dalla mia voglia di scrivere, dalla mia voglia di pubblicare le mie foto, dal mio egocentrismo: ho iniziato senza sapere come sarebbe andata a finire, poi ci ho preso gusto e ho iniziato a leggere altri blog. Per crescere, per conoscere. Anche per diventare un blogger migliore. Io leggo i blog perchè ho un blog. Questa motivazione porta con se altre motivazioni, tutte diverse ma comunque conosciute: leggo perchè conosco chi scrive, leggo per carpire informazioni, leggo per divertirmi, perchè posso commentare, leggo perchè voglio conoscere chi scrive. Ma tutti questi motivi confluiscono in una sola importante parola, una parola che poi è il motore di tutto quello che faccio: passione. Senza passione sarei morto. Io leggo i blog per passione.
Isole nella rete
Isole nella rete è un romanzo di Bruce Sterling. Da molte parti viene definito come il capolavoro del post-cyberpunk. Ho deciso di leggerlo spinto dal consiglio di un amico ma sono rimasto decisamente deluso. Nonostante la mia passione per la fantascienza e per tutto quando concerne il virtuale non sono un appassionato di lettura cyberpunk: non sono mai riuscito a capire Gibson e faccio fatica a immedesimarmi negli scenari futuri descritti dagli autori del genere. Isole nella rete non sfugge a questa regola: il mondo descritto da Sterling è strano, descritto poco e male, difficile da capire.
I personaggi che animano la vicenda hanno (con la sola eccezione di Jonathan Gresham) qualcosa di irreale, di mistico, che li rende anonimi e poco credibili. La storia è terribilmente noiosa e scorre lenta, troppo lenta: l’idea di abbandonare la lettura è passata diverse volte nella mia testa. Spero che Bruce non se ne abbia a male, ma il suo libro “post-cyberpunk” mi ha davvero deluso.