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Sunset in Peschici
POSTED ON 9 Apr 2025 IN Street     TAGS: travel, sunset, sea

Sunset in Peschici

Villa Glass
POSTED ON 8 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, mansion

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L’Urbex consiste nell’esplorare luoghi abbandonati, spesso carichi di storia. Molto affascinanti sono le esplorazioni in case antiche, piene di affreschi, mobili d’epoca e dettagli che raccontano un passato che non abbiamo visto con i nostri occhi, un passato lontano. Ma c’è anche un altro tipo di luoghi abbandonati che trovo altrettanto interessante, quello che riguarda luoghi più recenti, costruiti nell’ultima parte del Novecento. Si tratta di edifici che, pur essendo moderni, conservano un certo fascino retrò e raccontano un’architettura magari superata, ma sempre affascinante.

Villa Glass è un’ottima rappresentazione di questa seconda tipologia di esplorazione. Si tratta di una villa costruita negli anni ’70 o ’80, caratterizzata da elementi moderni, come grandi vetrate e spazi luminosi. La particolarità di questa casa è che, pur essendo moderna, porta con sé un’aria vintage, tipica di quegli anni. La villa deve il suo nome proprio alla grande quantità di vetro presente nelle sue strutture, che le conferisce un aspetto elegante e futuristico.

Quello che mi ha affascinato maggiormente sono i dettagli unici e particolari che si trovano all’interno delle varie stanze. I bagni, per esempio, sono molto intriganti: hanno pareti colorate (tornate in auge negli ultimi anni) e una serie di sanitari storici della Ideal Standard, la sempre eterna Conca, che richiamano lo stile di quell’epoca incredibile. Ma ciò che mi ha veramente sorpreso sono stati i miscelatori, un rubinetto molto speciale, un vero pezzo da collezione. Si tratta della serie Box di Stella Rubinetterie, e parliamo di uno dei primi miscelatori a cartuccia, realizzati per sostituire i vecchi rubinetti con il vitone. Non l’avevo mai visto di persona, ma avevo sentito parlare di questi modelli, che erano molto costosi all’epoca. Questo particolare miscelatore, presente in versione gialla e in versione oro, aggiunge un tocco di lusso e raffinatezza alla casa. Per gli appassionati di design e modernità è un vero gioiello.

Oltre ai bagni, l’intera villa presenta un design che unisce modernità e comfort. Le vetrate enormi che occupano gran parte delle pareti, il lampadario Maskros di Ikea, i divani dalle forme morbide, che regalano un chiaro senso di distacco dal passato, e la cucina che si fonde con la sala sono tutti dettagli che raccontano l’idea di casa moderna, una casa proiettata nel futuro. L’open space del piano terra, dove gli ambienti si miscelano e sovrappongono, regala alla villa un senso di libertà e luminosità che ancora oggi è molto apprezzato.

Villa Glass non è una di quelle dimore storiche che regalano emozioni dal passato, ma è una casa che lascia una vera testimonianza di un’epoca che, pur non essendo lontana nel tempo, ci sembra distante e impossibile. Il suo fascino, però, rimane assolutamente intatto e ben visibile nonostante lo stato di decadenza e l’abbandono: ammetto che questo tipo di modernità non mi lascia indifferente, perché anche il design moderno può essere di una bellezza senza tempo.

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White Monday /Zara
POSTED ON 7 Apr 2025 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, kingoftherings, whitemonday

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Queste saranno le uniche parole che scriverò per raccontare il progetto White Monday. Un paio di anni fa mi era venuta l’idea di utilizzare lo sfondo bianco e due luci flat a 45 gradi per ritratti in studio, white per il colore dello sfondo, monday perché avrei voluto pubblicare di lunedì. Poi non ho concluso il progetto, mi sono fermato decisamente prima di quanto avevo previsto per diversi motivi (essenzialmente di tempo e di poca convinzione). L’idea era quella di creare qualcosa di simile alle foto in studio di Terry Richardson e più precisamente alla sua serie che definisco spin-off, cioè quella serie di ritratti scattati, quasi casualmente, con espressioni buffe/provocanti/simpatiche a personaggi celebri/famosi. In realtà è stato più complicato del previsto e sono uscito dal percorso che avevo programmato quasi subito. Nonostante le difficoltà credo sia giusto iniziare a pubblicare qualcosa: nel caso di Zara ho lavorato quasi coerentemente all’idea iniziale (credo l’unico caso), scegliendo un solo look e provando qualche immagine spin-off. Si parte, White Monday.

Villa Ardesia
POSTED ON 6 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, mansion

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Il proprietario di questa villa, a quanto si racconta, era titolare di alcune cave di roccia nella zona, da qui il nome: Villa Ardesia. In fondo alla casa è ancora presente un vecchio calendario, che permette di riconoscere dove ci troviamo, utilizzando un termine dialettale tipico di queste parti: l’anno è il 1977. La villa è rimasta abbandonata e chiusa per almeno vent’anni. Ho tentato di esplorarla per ben due volte prima di riuscire, la terza, ad entrare.

Al primo tentativo ho trovato la villa completamente chiusa. La porta era blindata e non c’erano vie d’accesso: le ho provate veramente tutte (rimanendo nella legalità ovviamente). Un anno dopo sono tornato casualmente in zona e ho deciso di effettuare un secondo sopralluogo, ma anche in quell’occasione nulla da fare. Qualche tempo dopo una voce dal mondo urbex: si entra dalla porta principale; preso dalla maledizione di Villa Ardesia, una mattina d’inverno sono partito e, arrivato sul posto, la porta era effettivamente spalancata.

L’interno, però, era molto diverso rispetto alle immagini che avevo visto. La villa era buia e pesantemente vandalizzata: si respirava umidità e odore di muffa, gli oggetti erano stati spostati, alcuni elementi erano scomparsi: le statuette del presepe non c’erano più. Nonostante il disordine alcuni dettagli importanti erano ancora presenti: una bicicletta rosa da bambina, alcuni peluche, un vecchio telefono che non squilla più. La cucina era ancora bellissima, ma in particolare, mi ha sorpreso la sala principale, con il soffitto affrescato, che un tempo doveva rappresentare il punto di maggior prestigio della villa. Dopo aver finito di fotografare sono uscito in strada, il freddo era pungente, mi sono voltato un’ultima volta verso l’ingresso: considerando la posizione isolata e il degrado avanzato, credo che difficilmente qualcuno tornerà ad occuparsi di questa villa.

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La Villa della Sposa Bambina
POSTED ON 4 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, mansion

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Arriviamo alla villa e la scena è tutt’altro che serena. Piove a dirotto, un temporale che non lascia spazio a dubbi. Fa un freddo cane. Davanti al cancello, poco prima del nostro arrivo, si è verificato un tamponamento a catena. Le pattuglie della polizia, i pompieri e l’ambulanza sono lì a gestire la situazione, creando un’atmosfera che definire caotica è forse riduttivo. Le nostre aspettative non sono elevate. Il contesto non promette nulla di particolare, ma nonostante le forze dell’ordine dietro l’angolo decidiamo comunque di entrare. La porta è aperta, la villa ci accoglie con la sua decadenza e un livello di confusione molto importante; le stanze sono immerse in un disordine che le rende difficili da esplorare. La sala da pranzo nelle foto sembra intrigante, ma solo perché fotografata nella zona in ordine. Sono scelte di ripresa, la fotografia talvolta può ingannare.

Un’altra stanza attira la mia attenzione. Un camino e due poltrone dallo stile raffinato. Sopra al camino noto un piccolo quadro: una sposa bambina. Non ci dò molta importanza, la fotografo per caso, senza riflettere. Quando un altro esploratore pubblica le sue foto e definisce la villa come della sposa bambina, qualcosa cambia nella mia percezione. Quel titolo diventa improvvisamente carico di significato, e senza pensarci troppo decido di adottarlo.

Ci spostiamo in un’altra stanza. Qui l’ambiente è ancora, se possibile, più caotico, tanta confusione, mobili gettati alla rinfusa: sono già sicuro che sarà un’esplorazione più interessante in fotografia che dal vivo. Quando saliamo al piano superiore, la scena cambia. Le stanze sono vuote, in uno stato di abbandono totale, ma c’è qualcosa che non ci aspettiamo. Due poltrone gonfiabili, trasparenti, anacronistiche rispetto all’atmosfera decadente che ci circonda. La loro presenza ci colpisce, sono fuori tempo, come se non appartenessero a quel luogo.

Decidiamo anche di scattare un selfie su quelle poltrone gonfiabili, ma non amo pubblicare immagini personali in contesti urbex. Non lo faccio quasi mai e questa foto rimarrà nel mio archivio, lontana dagli occhi del mondo.

Quando usciamo dalla villa la pioggia è ormai incessante. Ci dirigiamo verso il cancello, ma ci sono i vigili urbani che dirigono il traffico dopo l’incidente. Non ci scomponiamo (ci limitiamo a bestemmiare). Facciamo il giro largo e ci ritroviamo a uscire completamente bagnati. Non è un’uscita elegante, e nemmeno asciutta, ma è parte integrante del gioco (e le bestemmie pure). Inizialmente, la sensazione che porto con me è di delusione, ma quando rivedo le foto, con un po’ di sorpresa, scopro che ci sono diversi scatti che meritano attenzione. Ed eccoci qua, ecco, in tutta la sua meravigliosa decadenza, la Villa della sposa bambina.

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Historical Imperia
POSTED ON 3 Apr 2025 IN Landscape     TAGS: sunset, sea, clouds

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