contatore gratis
La chiesa del cielo
POSTED ON 11 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, church

La chiesa del cielo /06

Era il 2020 quando mi trovai per la prima volta davanti a quella piccola chiesa abbandonata, accanto al palazzo che avevo chiamato Il Cielo all’improvviso. La porta era chiusa. Non c’era modo di entrare. L’esplorazione finì lì, lasciando una parte in sospeso.

Cinque anni dopo, nel 2025, ci sono tornato. Questa volta sapevo che la porta sarebbe stata aperta. Finalmente si poteva accedere. La chiesa è minuscola, l’interno completamente spoglio. C’è solo un altare, danneggiato in più punti, e un paio di lapidi incassonate nelle pareti, ingiallite dal tempo. Dentro regnava un silenzio assoluto. Fuori, sulla piazza accanto, si sentivano le voci allegre di bambine che giocavano. Ridevano, correvano. Io, invece, ero immobile, cercavo di non fare alcun rumore. Non solo per rispetto alla sacralità del luogo, ma per non farmi scoprire: qualsiasi suono avrebbe potuto essere percepito all’esterno. Quel contrasto tra la vita fuori e il vuoto dentro rendeva tutto stranamente irreale, quasi inquietante.

Ho scattato sei foto. Poche, ma bastano. Rappresentano l’ultimo pezzo mancante dell’esplorazione cominciata cinque anni prima: il cerchio, finalmente, si è chiuso.

La chiesa del cielo /01La chiesa del cielo /02La chiesa del cielo /03

La chiesa del cielo /04La chiesa del cielo /05

Le dernier match
POSTED ON 11 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, mansion

Le dernier match /01

Nel cuore del sud della Francia, nascosta tra alberi e sterpaglie, al confine di una piccola città, abbiamo esplorato una villa abbandonata immersa nella natura. La struttura, in pietra e legno, conservava tutto il fascino autentico delle baite di montagna, nonostante la vicinanza al mare, e sembrava essere stata lasciata lentamente al trascorrere del tempo.

Fin dai primi passi all’interno, l’atmosfera appariva sospesa, come cristallizzata. Sul tavolo principale si vedevano ancora i resti di una partita a carte, bruscamente interrotta: le dernier match mi ha suggerito il mio amico francese. Accanto, tra oggetti sparsi — un vecchio telecomando, bicchieri, liquori — spiccava una meravigliosa bottiglia di Martini, capace ancora oggi di trasmettere quel senso di eleganza semplice e inconfondibile tipico dello stile del Bel Paese. Sulle scale, una giacca abbandonata sembrava raccontare di una fuga improvvisa, rafforzando l’impressione che tutto fosse stato lasciato di corsa. Anche in Francia l’amore per la costruzione e l’arredo si miscela perfettamente con le storie che le case custodiscono.

Proseguendo nell’esplorazione, siamo arrivati a una cameretta. Qui la muffa era particolarmente estesa: le pareti e il soffitto erano coperti da profonde macchie scure di umidità. Sul letto era appoggiata una vecchia valigia, mentre su una sedia accanto due orsacchiotti ci osservavano silenziosi, contribuendo a rendere l’ambiente ancora più inquietante. Al centro della stanza, un cavallo a dondolo di peluche, sporco e consumato, sembrava resistere al decadimento circostante. Tra tutti gli oggetti, però, quello che più colpiva era una maschera da saldatore. Un oggetto tecnico, ruvido, totalmente fuori contesto rispetto all’ambiente domestico, che dava una sensazione straniante, spezzando l’equilibrio della scena.

Nel garage, tra la polvere, la ruggine e vecchi oggetti accatastati, si trovava una Panhard 24, affascinante esempio di ingegneria e stile degli anni ’60; il frutto della visione audace della storica casa automobilistica francese. Simbolo di eleganza essenziale e innovazione tecnica, questa coupé compatta, anche in stato di abbandono, conservava ancora un’aura raffinata e anticonvenzionale. Purtroppo nonostante la qualità costruttiva e la bellezza delle sue linee, la Panhard 24 non riuscì a conquistare il mercato, segnando di fatto la fine di una delle più antiche case automobilistiche francesi. Uscendo dal garage, abbiamo dato un’ultima occhiata alla casa. Era ancora lì, immobile, come sospesa. Sembrava che nessuno avesse mai avuto davvero il coraggio di concludere l’ultima partita. Adieu.

Le dernier match /02Le dernier match /03

Le dernier match /04Le dernier match /13Le dernier match /23

Le dernier match /08Le dernier match /11

Le dernier match /05Le dernier match /06Le dernier match /07

Le dernier match /25

» CONTINUA A LEGGERE «

Sunset in Peschici
POSTED ON 9 Apr 2025 IN Street     TAGS: travel, sunset, sea

Sunset in Peschici

Questa foto l’ho scattata qualche anno fa, durante una vacanza in Puglia. Avevamo deciso di fermarci a Peschici per un paio di giorni, senza troppi programmi, senza pensieri. Quella sera, dopo aver girato il centro storico e curiosato tra le botteghe, ci siamo seduti in un bar per un aperitivo con vista sul mare. Il tramonto era spettacolare: c’era quell’odore di salsedine nell’aria e le barche erano ferme in porto, a galleggiare fra le onde. A un certo punto mi sono alzato, ho preso la macchina fotografica dallo zaino (sempre pronta) e l’ho appoggiata sulla ringhiera della terrazza, giusto per tenerla ferma. Ho scattato senza pensarci troppo, quasi d’istinto. Non era una foto studiata, solo il bisogno di fermare un momento da ricordare.

Villa Glass
POSTED ON 8 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, mansion

Villa Glass /08

L’Urbex consiste nell’esplorare luoghi abbandonati, spesso carichi di storia. Molto affascinanti sono le esplorazioni in case antiche, piene di affreschi, mobili d’epoca e dettagli che raccontano un passato che non abbiamo vissuto con i nostri occhi, un passato lontano. Ma esiste anche un altro tipo di luoghi abbandonati che trovo altrettanto interessante: quelli più recenti, costruiti nell’ultima parte del Novecento. Edifici che, pur appartenendo a un’epoca moderna, conservano un certo fascino retrò e raccontano un’architettura forse superata, ma ancora capace di affascinare.

Villa Glass è un’ottima rappresentazione di questa seconda tipologia di esplorazione. Una villa costruita negli anni ’70 o ’80, caratterizzata da elementi moderni come grandi vetrate e spazi luminosi. La particolarità di questa casa è che, pur essendo moderna, porta con sé un’aria vintage tipica di quegli anni. Deve il suo nome proprio alla grande quantità di vetro presente nella struttura, che le conferisce un aspetto elegante e futuristico.

Ciò che mi ha affascinato maggiormente sono i dettagli unici e particolari sparsi tra le varie stanze. I bagni, per esempio, sono straordinari: pareti vivacemente colorate (tornate prepotentemente di moda negli ultimi anni) e sanitari storici Ideal Standard, la sempre eterna Conca, che richiamano lo stile inconfondibile di quell’epoca incredibile. Ma ciò che più mi ha sorpreso è stato il rubinetto: un miscelatore davvero speciale, un autentico pezzo da collezione. Si tratta della serie Box di Stella Rubinetterie, uno dei primi miscelatori a cartuccia progettati per sostituire i tradizionali rubinetti a vitone. Non lo avevo mai visto dal vivo, ma ne avevo sentito parlare: all’epoca era un articolo di grande valore. Questo particolare modello, presente in versione gialla e dorata, aggiungeva un tocco di lusso e raffinatezza alla casa. Per gli appassionati di design, un vero gioiello.

Oltre ai bagni, l’intera villa presenta un design che unisce modernità e comfort. Le vetrate immense che dominano le pareti, il lampadario Maskros di Ikea, i divani dalle forme morbide che segnano il distacco dallo stile classico, e la cucina integrata con la zona giorno raccontano perfettamente l’idea di una casa moderna, proiettata verso il futuro. L’open space del piano terra, dove ambienti diversi si fondono e sovrappongono, dona alla villa un senso di libertà e luminosità che resta estremamente attuale ancora oggi.

Villa Glass non è una dimora storica che emoziona con memorie antiche, ma è una casa che lascia una testimonianza autentica di un’epoca che, pur essendo relativamente recente, ci appare ormai lontana e quasi irreale. Eppure il suo fascino rimane intatto, ben visibile nonostante il decadimento e l’abbandono. Ammetto che questo tipo di modernità non mi lascia indifferente: anche il design contemporaneo può essere una bellezza senza tempo.

Villa Glass /01Villa Glass /09Villa Glass /27

Villa Glass /26Villa Glass /28

Villa Glass /02Villa Glass /03Villa Glass /04

Villa Glass /29Villa Glass /30

Villa Glass /06Villa Glass /07Villa Glass /10

Villa Glass /13Villa Glass /14

» CONTINUA A LEGGERE «

White Monday /Zara
POSTED ON 7 Apr 2025 IN Portrait     TAGS: MODEL, studio, kingoftherings, whitemonday

Monday White /Zara /01

Monday White /Zara /02Monday White /Zara /03Monday White /Zara /04

Queste saranno le uniche parole che scriverò per raccontare il progetto White Monday. Un paio di anni fa mi era venuta l’idea di realizzare una serie di ritratti in studio utilizzando uno sfondo bianco e due luci flat a 45 gradi: white per il colore di fondo, monday perché avrei voluto pubblicare ogni scatto di lunedì. Poi il progetto si è interrotto molto prima di quanto avessi previsto, per diversi motivi (essenzialmente mancanza di tempo e un po’ di scarsa convinzione). L’ispirazione era quella di creare qualcosa di simile alle celebri foto in studio di Terry Richardson, e più precisamente a quella sua serie che definisco uno spin-off: una raccolta di ritratti realizzati quasi casualmente, con espressioni buffe, provocanti o divertenti, a personaggi celebri e famosi.

In realtà si è rivelato più complicato del previsto e sono uscito quasi subito dal percorso che avevo immaginato. Nonostante tutto, credo sia giusto iniziare a pubblicare qualcosa. Nel caso di Zara sono riuscito a lavorare abbastanza fedelmente all’idea originale (credo sia l’unico caso): un solo look, qualche immagine in stile spin-off, e un tentativo di mantenere quello spirito leggero e diretto che avevo in mente. Si parte: White Monday.
Villa Ardesia
POSTED ON 6 Apr 2025 IN Reportage     TAGS: URBEX, mansion

Villa Ardesia /12

Il proprietario di questa villa, a quanto si racconta, era titolare di alcune cave di roccia nella zona, da qui il nome: Villa Ardesia. In fondo alla casa è ancora presente un vecchio calendario, che permette di riconoscere dove ci troviamo, utilizzando un termine dialettale tipico di queste parti: l’anno è il 1977. La villa è rimasta abbandonata e chiusa per almeno vent’anni. Ho tentato di esplorarla per ben due volte prima di riuscire, la terza, ad entrare.

Al primo tentativo ho trovato la villa completamente chiusa. La porta era blindata e non c’erano vie d’accesso: le ho provate veramente tutte (rimanendo nella legalità ovviamente). Un anno dopo sono tornato casualmente in zona e ho deciso di effettuare un secondo sopralluogo, ma anche in quell’occasione nulla da fare. Qualche tempo dopo una voce dal mondo urbex: si entra dalla porta principale; preso dalla maledizione di Villa Ardesia, una mattina d’inverno sono partito e, arrivato sul posto, la porta era effettivamente spalancata.

L’interno, però, era molto diverso rispetto alle immagini che avevo visto. La villa era buia e pesantemente vandalizzata: si respirava umidità e odore di muffa, gli oggetti erano stati spostati, alcuni elementi erano scomparsi: le statuette del presepe non c’erano più. Nonostante il disordine alcuni dettagli importanti erano ancora presenti: una bicicletta rosa da bambina, alcuni peluche, un vecchio telefono che non squilla più. La cucina era ancora bellissima, ma in particolare, mi ha sorpreso la sala principale, con il soffitto affrescato, che un tempo doveva rappresentare il punto di maggior prestigio della villa. Dopo aver finito di fotografare sono uscito in strada, il freddo era pungente, mi sono voltato un’ultima volta verso l’ingresso: considerando la posizione isolata e il degrado avanzato, credo che difficilmente qualcuno tornerà ad occuparsi di questa villa.

Villa Ardesia /01Villa Ardesia /08

Villa Ardesia /05Villa Ardesia /06Villa Ardesia /13

Villa Ardesia /02Villa Ardesia /03

Villa Ardesia /07Villa Ardesia /09Villa Ardesia /14

Villa Ardesia /15Villa Ardesia /16

Villa Ardesia /04Villa Ardesia /10Villa Ardesia /11

Villa Ardesia /17